Determinante con 19 punti, 9 rimbalzi e 27 di valutazione nel successo della Pallacanestro Trieste contro la NutriBullet Treviso Basket nel derby del nord-est, Jayce Johnson è stato il nuovo protagonista della rubrica LBA “5 domande a...”
Terza vittoria consecutiva in casa – dove Trieste nel 2025 non ha ancora perso – e settimo posto in classifica. La squadra sembra in controllo, pronta per tagliare il traguardo dei play-off. Come ti senti a riguardo e qual è il prossimo obiettivo per Trieste?
Dobbiamo continuare a fare le cose come le abbiamo fatte fin ora, tenere la testa bassa e restare concentrati senza farsi prendere troppo dall'entusiasmo o dallo sconforto. Dobbiamo continuare a lavorare sodo in palestra, cercare di dare sempre il massimo quando scendiamo in campo e tenere sempre un ritmo alto, così da poter finire nel migliore dei modi queste ultime partite di regular season. Vedremo poi cosa ci aspetterà nel percorso play-off.
Dieci partite alla fine della regular season, per questo ti chiediamo: come giudichi la tua prima esperienza in Italia? È stata come te l'aspettavi o cambieresti qualcosa di quanto vissuto fin ora?
La mia prima esperienza qui in Italia è stata davvero fenomenale. Mi piace tanto stare a Trieste, amo la città e i suoi tifosi, così come ho un ottimo rapporto con i miei compagni di squadra. Sto continuando a scoprire la vostra cultura e tanti posti nuovi, cercando di vedere tutto quello che riesco del vostro paese. Ho sfruttato al meglio i giorni in cui abbiamo giocato in trasferta, poi nelle vacanze sono riuscito a visitare Venezia, Roma e altri posti incredibili. Mi sono goduto ogni momento e non cambierei nulla di quanto vissuto.
Sui media, dopo la partita contro Treviso, hanno scritto e detto di te: “Jayce Johnson ha colto in pieno lo spirito di Trieste, lotta ogni volta con il cuore e con l'anima”. Ti dispiacerebbe raccontarci il tuo rapporto con la città e con i tifosi? Qual è stata la tua prima impressione quando sei arrivato qui?
Il mio rapporto con la città e con i tifosi è incredibile. Vado a fare lunghe passeggiate quasi ogni giorno, quando il tempo lo permette e non è troppo ventoso, cerco di godermi ogni istante in questa bellissima città. I tifosi mi fermano a volte solo per un saluto o una foto, altre volte per farmi i complimenti; in ogni caso sono sempre molto di supporto e hanno sempre una parola di incoraggiamento. Appena sono arrivato a Trieste ho ricevuto una calda accoglienza e subito le sensazioni si sono fatte positive. Il percorso fatto lo scorso anno in A2 è stato qualcosa di pazzesco, hanno vinto i play-off e questo anche grazie ai tifosi che sono sempre stati molto vicini alla squadra. L'ambiente qui è caldo, non manca mai l'affetto e questa è la motivazione più grande che un giocatore possa ricevere.
Dopo l'esperienza al college sei andato prima in Romania e poi in Giappone, due paesi completamente diversi l'uno dall'altro. A 23/24 anni, come si riesce ad affrontare un cambiamento tanto grande?
Tutto questo è avvenuto nel periodo del Covid-19, mi sono trasferito e la mia famiglia, a causa delle restrizioni, per nove mesi non è potuta venire a trovarmi, perciò sono rimasto da solo. È stato difficile, perché sebbene sia sempre stato molto indipendente, ho dovuto badare a me stesso e imparare a cavarmela anche in situazioni di questo tipo. Per fortuna c'era la pallacanestro, così mi sono dedicato totalmente al gioco, ho cercato di dare il massimo e giocare al meglio le mie carte. Fare bene le cose che amo è molto importante per me, questo mi ha aiutato e dato la forza per andare avanti; tuttavia, è stato difficile perdere dei momenti importanti con la mia famiglia e non aver potuto vedere mio nipote crescere.
Surf, wakeboard e un piccolo nipotino, ci racconteresti chi è Jayce Johnson nella vita di tutti i giorni?
Se mai qualcuno avesse l'occasione di conoscermi, spero di essere considerato come una persona gentile e che si prende cura degli altri. Mi piace molto la natura, mi piace esplorare e migliorare le giornate di chi mi sta a fianco. In generale amo stare all'aria aperta, rimanere attivo e praticare sport outdoor. Chi mi conosce, sa che mi piace cantare, davvero tantissimo. Anzi, se chiedeste ai miei compagni di squadra, forse vi direbbero che canto anche troppo [ride, ndr].