Può sembrare strano parlare di un giovane atleta che vive e gioca a migliaia di chilometri di distanza, ma quando questi si chiama Ryan Bucci ci sentiamo di avere ampie giustificazioni.
Un nome che ancora vibra dentro chi ama il basket, Il figlio dell’indimenticabile George “Ercolino” è al terzo anno a C.W. Post University nella quale, pur non avendo trovato la via delle Final Four, è uscito da una stagione molto positiva. Spicca su tutti un dato statistico che lo vede al terzo posto nella classifica dei tiri liberi nella Division II della NCAA. Ryan tira col 90% dalla lunetta dimostrando di avere mano morbida e talentuosa.
Al di la di ogni luogo comune, fare riferimento al padre sembra solo e semplicemente naturale se ci si muove con discrezione e tatto, per scoprire subito come Ryan stesso sin dai primi successi alle High School abbia sostenuto la sua forte identità, giocatore ben diverso dall’ex guardia che ha fatto sognare Siena e Bologna.
”Così diverso così uguale” Ryan al liceo ha sviluppato le sue attitudini tecniche di guardia. Nel giardino di casa ha trascorso mesi estivi lanciando migliaia di volte la palla a spicchi verso il canestro, si è trasformato da post basso a guardia ( è 1.91) provando e riprovando non solo quello che in America chiamano ”set-shot” cioè il tiro piazzato, ma ”palleggio-arresto e tiro”e cambi di velocità in palleggio, un lavoro che gli ha fruttato non solo le percentuali menzionate ai liberi, ma anche una media di 18 punti a partita con un massimo di 32 ottenuto quest’inverno.
Sebbene non abbia le stesse capacità atletiche del padre, Ryan ne condivide la ”feroce determinazione” come la definì Enrico Schiavina di Superbasket, in quanto a attitudine, preparazione e lavoro in palestra. Sarà fondamentale la prossima stagione universitaria, ma continuando di questo passo ci sono già le basi affinchè Ryan possa fare un’ulteriore trasformazione diventando un giocatore in grado di reggere i ritmi e la fisicità del basket professionistico europeo. Egli stesso, che parla benissimo la lingua italiana, a questo punto non nasconde il suo piccolo sogno di poter giocare in Italia, un ragazzo già maturo anche emotivamente e buono di animo che potrebbe davvero dare già ottimi esempi. Diamogli tempo di affrontare serenamente il quarto anno a C.W. Post e ne riparliamo.
E papà George? Egli si appresta invece a guidare come allenatore una formazione All-Star Universitaria, la famosa NIT, che affronterà una tournee in Canada dal 17 luglio al 2 agosto. “Ercolino”, anima grande per lo sport, ama calarsi nel mondo dei giovani e avrà questa bella esperienza con quelle che potranno essere future stelle Nba o Fiba. Egli segue con interesse il grande momento della Mens Sana e non nasconde quanto l’Italia e Siena gli siano rimaste nel cuore e qualcosa di più.
Volete una prova? Sia il secondo figlio Kris che la dodicenne Kara Bucci vanno matti per il... calcio! Niente basket per loro ma una interessante attività giovanile nel nascente mondo del soccer Usa! Se questa non è impronta italiana…
Rudi Simonelli
Un nome che ancora vibra dentro chi ama il basket, Il figlio dell’indimenticabile George “Ercolino” è al terzo anno a C.W. Post University nella quale, pur non avendo trovato la via delle Final Four, è uscito da una stagione molto positiva. Spicca su tutti un dato statistico che lo vede al terzo posto nella classifica dei tiri liberi nella Division II della NCAA. Ryan tira col 90% dalla lunetta dimostrando di avere mano morbida e talentuosa.
Al di la di ogni luogo comune, fare riferimento al padre sembra solo e semplicemente naturale se ci si muove con discrezione e tatto, per scoprire subito come Ryan stesso sin dai primi successi alle High School abbia sostenuto la sua forte identità, giocatore ben diverso dall’ex guardia che ha fatto sognare Siena e Bologna.
”Così diverso così uguale” Ryan al liceo ha sviluppato le sue attitudini tecniche di guardia. Nel giardino di casa ha trascorso mesi estivi lanciando migliaia di volte la palla a spicchi verso il canestro, si è trasformato da post basso a guardia ( è 1.91) provando e riprovando non solo quello che in America chiamano ”set-shot” cioè il tiro piazzato, ma ”palleggio-arresto e tiro”e cambi di velocità in palleggio, un lavoro che gli ha fruttato non solo le percentuali menzionate ai liberi, ma anche una media di 18 punti a partita con un massimo di 32 ottenuto quest’inverno.
Sebbene non abbia le stesse capacità atletiche del padre, Ryan ne condivide la ”feroce determinazione” come la definì Enrico Schiavina di Superbasket, in quanto a attitudine, preparazione e lavoro in palestra. Sarà fondamentale la prossima stagione universitaria, ma continuando di questo passo ci sono già le basi affinchè Ryan possa fare un’ulteriore trasformazione diventando un giocatore in grado di reggere i ritmi e la fisicità del basket professionistico europeo. Egli stesso, che parla benissimo la lingua italiana, a questo punto non nasconde il suo piccolo sogno di poter giocare in Italia, un ragazzo già maturo anche emotivamente e buono di animo che potrebbe davvero dare già ottimi esempi. Diamogli tempo di affrontare serenamente il quarto anno a C.W. Post e ne riparliamo.
E papà George? Egli si appresta invece a guidare come allenatore una formazione All-Star Universitaria, la famosa NIT, che affronterà una tournee in Canada dal 17 luglio al 2 agosto. “Ercolino”, anima grande per lo sport, ama calarsi nel mondo dei giovani e avrà questa bella esperienza con quelle che potranno essere future stelle Nba o Fiba. Egli segue con interesse il grande momento della Mens Sana e non nasconde quanto l’Italia e Siena gli siano rimaste nel cuore e qualcosa di più.
Volete una prova? Sia il secondo figlio Kris che la dodicenne Kara Bucci vanno matti per il... calcio! Niente basket per loro ma una interessante attività giovanile nel nascente mondo del soccer Usa! Se questa non è impronta italiana…
Rudi Simonelli