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Fillattice-Adecco: già scintille

Imola si è allenata a Faenza per l'indisponibilità del palasport milanese

La sfida fra Milano e Imola è già iniziata. Ieri, infatti, si è verificato uno spiacevole inconveniente che ha costretto l'Andrea Costa a cambiare il programma della trasferta. Il club di via Valeriani aveva fissato la partenza alle 14, contando di disputare l'allenamento pomeridiano nel palasport milanese. Purtroppo, però, dal capoluogo lombardo è arrivata un secco «no», motivato con l'indisponibilità del campo. Pretattica? Difficile dirlo, ma Pierfrancesco Betti è sembrato piuttosto scocciato. «Credo nella loro buonafede». E' stato il commento laconico del direttore sportivo che dimostra di non gradire, ma preferisce non fare polemica. La Fillattice, alla fine, si è allenata a Faenza ed è partita alla volta di Milano soltanto in serata.
Ma veniamo al dunque, e cioè alla gara che, in un colpo solo, darà il verdetto di sette mesi di campionato. Sette mesi avari di soddisfazioni. Sette mesi sofferti, nei quali Imola ha arrancato quasi sempre nelle retrovie fino a trovarsi nelle sabbie mobili della bassa classifica. La compagna di viaggio, stavolta, non è una squadra di provincia, un club giovane e di scarsa tradizione, ma l'Olimpia Milano. Nessuno in Italia ha vinto più delle ex «scarpette rosse»: 25 scudetti, 8 coppe europee, 1 coppa Intercontinentale e 4 Coppe Italia. In pratica è come se il Piacenza dovesse giocarsi tutto all'ultima giornata contro la Juventus...
Difficile credere che Milano possa retrocedere, anche se non sarebbe la prima volta. Nella stagione '75/'76 l'Olimpia, targata Cinzano, visse un'annata molto vicina a quella di quest'anno, con una similitudine davvero interessante: alla guida c'era Pippo Faina, attuale coach dell'Adecco.
A Imola, in tutti i casi, servirà un'impresa. Un successo di sette punti, non uno di meno, altrimenti il sogno della serie A svanirà in un batter d'occhio. E sarebbe un vero peccato.
La speranza è che, sportivamente parlando, tutto sia limpido e Betti, su questo punto, non ha dubbi: «Sono molto soddisfatto della coppia arbitrale designata — conclude il ds — Cazzaro e D'Este sono i migliori in assoluto».
Tecnicamente c'è ben poco da dire. Queste sfide si giocano soltanto sui nervi: chi non si fa schiacciare dalla pressione trionfa. Mazzon è un grande motivatore e aspetta questa partita da settimane. Il coach, tra l'altro, ha detto di non temere l'handicap iniziale e siamo sicuri che anche la squadra scenderà in campo con il coltello fra i denti.
Più di questo non possiamo dire, tranne che saranno i quaranta minuti più lunghi della breve storia dell'Andrea Costa. E che, nonostante i numerosi errori che hanno caratterizzato questa stagione, il club imolese non merita la Legadue, almeno non più di alcune squadre che ora sono già in salvo. Una magra consolazione, ma speriamo che la ruota, per un volta, si fermi sul «jolly».
Federico Boschi
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