SCAVOLINI: Booker 10, Johnson 21, Gigena 12, Middleton 12, Pecile 5, Traina 22, Tusek 5, Maggioli, Blair 9, Panichi 6. All. Pillastrini.
MABO LIVORNO: Giachetti 5, Pierich, Sambugaro, Elliott 13, Conley 15, Autry 3, Garri, Slater 10, Santarossa 8, Barlow 11. All. Banchi.
Arbitri: Grossi e Nardecchia.
Note: primo tempo 31 a 16, secondo tempo 51 a 39, terzo tempo 81 a 53. Nessuno uscito per falli. Tiri liberi: Scavolini 12 su 17, Livorno 5 su 7. Spettatori 5.230 per 45.151 euro (reali 2000).
PESARO — Una partita da prendere per quello che valeva. Praticamente zero. Sia per Pesaro, sesta ormai da tempo, sia per Livorno ormai salva e già pronta a piantare l'ombrellone sul primo bagno che incontra tornando a casa. E quando il calendario passa partite come queste, trovi di tutto nell'arco dei quaranta minuti di gioco; dal Jordan bianco, Traina, che infila la partita della vita, ad Elliott che sull'altro fronte, cercando di emulare il cioccalatino bianco di Pesaro, inizia a sparare cannonate subito dopo aver passato la metà campo. Trovi anche, segregato in alto al palasport, un drappello di giovani eroi livornesi che si sono fatti un coast tu coast per tifare, ma anche per spedire un applauso ad un vecchio beniamino di casa, Silvio Gigena. L'incontro vero e proprio non è durato nemmeno dieci minuti: un po' di bombe di Traina, un po' di Middleton, il tutto condito dai rimbalzi di Blair e Pesaro è subito scattata avanti prendendo un largo margine di vantaggio. Da lì in poi si è assistito praticamente ad un allenamento. Se Banchi non aveva più nulla da chiedere ai suoi, Pillastrini, sull'altro fronte, è andato al minimo con il quintetto base. Molta panchina per Booker, largo spazio a Pecile. Con una sola eccezione: DeMarco Johnson, a lungo sul parquet, perché Pesaro spera di averlo al massimo fra una decina di giorni quando scatteranno i play-off. In questa situazione, come si è detto, si è assistito alla trasmissione «Tutto quanto fa spettacolo», per cui l'Inferno Biancorosso ha chiamato a gran voce e ripetutamente Matteo Panichi. Pillastrini, dopo un attimo di esitazione e dopo aver dato un'occhiata al tabellone, lo ha spedito in campo ed il giocatore ha raccolto un fiume di applausi al primo canestro messo dentro. Sul fronte livornese difficile dare giudizi proprio perchè l'incontro non avrebbe accesso, nemmeno a volerlo, nessun fuoco sacro. Slater si è visto solo negli ultimi minuti di gara, Autry è passato sull'incontro come un bicchier d'acqua. Non male, invece, quel vecchio monumeto dei parquet che risponde al nome di Barlow. Ha chiuso con 5 su 6 al tiro ed anche 6 rimbalzi. Giacchetti non male nei primi minuti di gara, mentre Garri, benchè sia leggerino ed abbia chiuso con 0 su 4 al tiro, non dispiace.
Maurizio Gennari
MABO LIVORNO: Giachetti 5, Pierich, Sambugaro, Elliott 13, Conley 15, Autry 3, Garri, Slater 10, Santarossa 8, Barlow 11. All. Banchi.
Arbitri: Grossi e Nardecchia.
Note: primo tempo 31 a 16, secondo tempo 51 a 39, terzo tempo 81 a 53. Nessuno uscito per falli. Tiri liberi: Scavolini 12 su 17, Livorno 5 su 7. Spettatori 5.230 per 45.151 euro (reali 2000).
PESARO — Una partita da prendere per quello che valeva. Praticamente zero. Sia per Pesaro, sesta ormai da tempo, sia per Livorno ormai salva e già pronta a piantare l'ombrellone sul primo bagno che incontra tornando a casa. E quando il calendario passa partite come queste, trovi di tutto nell'arco dei quaranta minuti di gioco; dal Jordan bianco, Traina, che infila la partita della vita, ad Elliott che sull'altro fronte, cercando di emulare il cioccalatino bianco di Pesaro, inizia a sparare cannonate subito dopo aver passato la metà campo. Trovi anche, segregato in alto al palasport, un drappello di giovani eroi livornesi che si sono fatti un coast tu coast per tifare, ma anche per spedire un applauso ad un vecchio beniamino di casa, Silvio Gigena. L'incontro vero e proprio non è durato nemmeno dieci minuti: un po' di bombe di Traina, un po' di Middleton, il tutto condito dai rimbalzi di Blair e Pesaro è subito scattata avanti prendendo un largo margine di vantaggio. Da lì in poi si è assistito praticamente ad un allenamento. Se Banchi non aveva più nulla da chiedere ai suoi, Pillastrini, sull'altro fronte, è andato al minimo con il quintetto base. Molta panchina per Booker, largo spazio a Pecile. Con una sola eccezione: DeMarco Johnson, a lungo sul parquet, perché Pesaro spera di averlo al massimo fra una decina di giorni quando scatteranno i play-off. In questa situazione, come si è detto, si è assistito alla trasmissione «Tutto quanto fa spettacolo», per cui l'Inferno Biancorosso ha chiamato a gran voce e ripetutamente Matteo Panichi. Pillastrini, dopo un attimo di esitazione e dopo aver dato un'occhiata al tabellone, lo ha spedito in campo ed il giocatore ha raccolto un fiume di applausi al primo canestro messo dentro. Sul fronte livornese difficile dare giudizi proprio perchè l'incontro non avrebbe accesso, nemmeno a volerlo, nessun fuoco sacro. Slater si è visto solo negli ultimi minuti di gara, Autry è passato sull'incontro come un bicchier d'acqua. Non male, invece, quel vecchio monumeto dei parquet che risponde al nome di Barlow. Ha chiuso con 5 su 6 al tiro ed anche 6 rimbalzi. Giacchetti non male nei primi minuti di gara, mentre Garri, benchè sia leggerino ed abbia chiuso con 0 su 4 al tiro, non dispiace.
Maurizio Gennari
Fonte: Il Resto del Carlino