Lo sguardo nel vuoto. In silenzio, in mezzo al caos della stampa, mentre tutti ascoltano le parole di Pippo Faina, l'allenatore che si è «salvato». Andrea Mazzon è amareggiato, vorrebbe scappare via, salire di corsa sull'autobus che lo riporterà a casa, perché lui ci ha provato in tutti i modi a salvare l'Andrea Costa. Ci ha creduto, l'ha motivata quando tutto sembarava finito e l'ha gestita al meglio. Nel momento cruciale è stato il primo a capire che non bisognava fare fallo per cercare di ribaltare il -7 nei supplementari, ma Ambrassa non è riuscito ad evitare quell'intervento che ha mandato in lunetta Mordente. E lì, purtroppo, non c'è più stato niente da fare.
Ma Mazzon, a nostro giudizio, è un ottimo allenatore ed una persona vera, che quando ci racconta la gara fatica quasi a parlare, tanta è la rabbia che ha dentro. «Nel finale — dice il coach della Fillattice — non abbiamo segnato due canestri, con Williams e Moltedo, che ci avrebbero permesso di realizzare due azioni da tre punti e lì è stata la svolta. In quel frangente stavamo attaccando bene, ma alcuni canestri ci sono usciti da dentro. Bullock? Lui è un grande giocatore e non è un caso che lo paghino cinquecento mila dollari, ma noi lo abbiamo marcato al meglio delle nostre possibilità».
Dopo un primo quarto perfetto, Imola si è sciolta nel secondo parziale, nel quale ha segnato 7 punti, favorendo il rientro dell'Adecco. «In quel momento — continua Mazzon — dovevo fare alcune rotazioni, perché sapevo che saremmo arrivati al finale punto a punto e non potevo spremere troppo i miei. Per questo ho dato un po' di riposo anche a Heal. Cosa penso di questa partita? Che abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e usciamo a testa alta».
In realtà Mazzon vorrebbe spaccare tutto, perché per qualche sbavatura di troppo la Fillattice ha sprecato un'occasione che si era faticosamente costruita.
Ma Mazzon, a nostro giudizio, è un ottimo allenatore ed una persona vera, che quando ci racconta la gara fatica quasi a parlare, tanta è la rabbia che ha dentro. «Nel finale — dice il coach della Fillattice — non abbiamo segnato due canestri, con Williams e Moltedo, che ci avrebbero permesso di realizzare due azioni da tre punti e lì è stata la svolta. In quel frangente stavamo attaccando bene, ma alcuni canestri ci sono usciti da dentro. Bullock? Lui è un grande giocatore e non è un caso che lo paghino cinquecento mila dollari, ma noi lo abbiamo marcato al meglio delle nostre possibilità».
Dopo un primo quarto perfetto, Imola si è sciolta nel secondo parziale, nel quale ha segnato 7 punti, favorendo il rientro dell'Adecco. «In quel momento — continua Mazzon — dovevo fare alcune rotazioni, perché sapevo che saremmo arrivati al finale punto a punto e non potevo spremere troppo i miei. Per questo ho dato un po' di riposo anche a Heal. Cosa penso di questa partita? Che abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e usciamo a testa alta».
In realtà Mazzon vorrebbe spaccare tutto, perché per qualche sbavatura di troppo la Fillattice ha sprecato un'occasione che si era faticosamente costruita.
Fonte: Il Resto del Carlino