Succede che per una buona mezz’ora il sogno impossibile sembra materializzarsi, con la Virtus impegnata, si fa per dire, in una tranquilla passeggiata sulla schiena della Lauretana e Siena che tiene sotto la Benetton a Treviso. Succede che per mezz’ora la Virtus ha tra le mani il secondo posto in regular-season. Troppo bello, e infatti il sogno finisce quando al Palaverde gli uomini di D’Antoni tornano padroni del proprio destino. Kinder terza, come era scritto, e con la testa già infilata nel calderone d’Eurolega.
Virtus in campo e capitan Rigaudeau in borghese nel parterre, fermato per precauzione dopo una contrattura muscolare rimediata in mattinata. Niente di preoccupante, comunque. Quelli di Biella sono sul parquet ma hanno l’aria di chi ha appena consultato i cataloghi di un’agenzia di viaggio. Partono con l’approccio da gita scolastica, e la Virtus fa poca fatica a strappare il primo break, 10-0 in tre minuti e mezzo. Ce ne vogliono quattro per vedere il primo canestro su azione di Belcher, dall’altra parte. Ma Biella è francamente improponibile, non ha arieti per sfondare la difesa bianconera, va fuori misura con frequenza imbarazzante. Dixon e Niccolai, dalla distanza, provano a tenerla a galla, ma non è difficile per la Messina band tenere le distanze. Ettore, che ha ancora un Becirovic a mezzo servizio e non può chiedergli troppi minuti, si gioca già Granger a 3’39” dalla prima pausa, e il bell’Antonio lo ripaga tenendo bene al guinzaglio Belcher. Addirittura apre le danze nel secondo quarto, e di lì a poco scatena i cori dei tifosi con un coast to coast spettacolare. Insomma, è un’altra partenza a razzo, 9-0 che aggiunto agli spiccioli di primo quarto fa addirittura 12-0, da 22-14 a 34-14, un allungo devastante. Biella in attacco fa solo pasticci, e Ramagli ha un bel da chiamare pause di riflessione per cambiarle (salvarle) la faccia. I punti della Lauretana arrivano solo quando la Kinder, umanamente, allenta le difese. Di rado. Così, sono due quarti in fotocopia: 25-14, 50-28.
Il terzo serve per riprendere fiato, per farne riprendere alla Lauretana, per cercare equilibri. Griffith mostra di aver ritrovato i suoi sotto canestro, Messina gli affianca prima Smodis poi Frosini e il Gigante va presto in doppia doppia. D’accordo, lo sparring partner è quello che è, ma Rashard sta tornando e come al solito lo fa nel momento giusto. Quando conta, direbbe lui. Resta il fatto che la partita si spegne lentamente: la Virtus alza il piede dall’acceleratore, e ne fa 11 in dieci minuti. Biella non sa approfittarne e solo Niccolai fa qualcosa di utile alla causa. Così, Messina può dare spazio sul parquet a Bonora e Brkic, mentre Granger inizia a divertirsi e fa ancora numeri a beneficio della sua nuova torcida. A giochi fatti va anche un paio di volte oltre le righe, ma stasera è un peccato veniale. Il ragazzo c’è e per la Virtus è una gran bella cosa poter contare sul suo apporto.
Marco Tarozzi
Virtus in campo e capitan Rigaudeau in borghese nel parterre, fermato per precauzione dopo una contrattura muscolare rimediata in mattinata. Niente di preoccupante, comunque. Quelli di Biella sono sul parquet ma hanno l’aria di chi ha appena consultato i cataloghi di un’agenzia di viaggio. Partono con l’approccio da gita scolastica, e la Virtus fa poca fatica a strappare il primo break, 10-0 in tre minuti e mezzo. Ce ne vogliono quattro per vedere il primo canestro su azione di Belcher, dall’altra parte. Ma Biella è francamente improponibile, non ha arieti per sfondare la difesa bianconera, va fuori misura con frequenza imbarazzante. Dixon e Niccolai, dalla distanza, provano a tenerla a galla, ma non è difficile per la Messina band tenere le distanze. Ettore, che ha ancora un Becirovic a mezzo servizio e non può chiedergli troppi minuti, si gioca già Granger a 3’39” dalla prima pausa, e il bell’Antonio lo ripaga tenendo bene al guinzaglio Belcher. Addirittura apre le danze nel secondo quarto, e di lì a poco scatena i cori dei tifosi con un coast to coast spettacolare. Insomma, è un’altra partenza a razzo, 9-0 che aggiunto agli spiccioli di primo quarto fa addirittura 12-0, da 22-14 a 34-14, un allungo devastante. Biella in attacco fa solo pasticci, e Ramagli ha un bel da chiamare pause di riflessione per cambiarle (salvarle) la faccia. I punti della Lauretana arrivano solo quando la Kinder, umanamente, allenta le difese. Di rado. Così, sono due quarti in fotocopia: 25-14, 50-28.
Il terzo serve per riprendere fiato, per farne riprendere alla Lauretana, per cercare equilibri. Griffith mostra di aver ritrovato i suoi sotto canestro, Messina gli affianca prima Smodis poi Frosini e il Gigante va presto in doppia doppia. D’accordo, lo sparring partner è quello che è, ma Rashard sta tornando e come al solito lo fa nel momento giusto. Quando conta, direbbe lui. Resta il fatto che la partita si spegne lentamente: la Virtus alza il piede dall’acceleratore, e ne fa 11 in dieci minuti. Biella non sa approfittarne e solo Niccolai fa qualcosa di utile alla causa. Così, Messina può dare spazio sul parquet a Bonora e Brkic, mentre Granger inizia a divertirsi e fa ancora numeri a beneficio della sua nuova torcida. A giochi fatti va anche un paio di volte oltre le righe, ma stasera è un peccato veniale. Il ragazzo c’è e per la Virtus è una gran bella cosa poter contare sul suo apporto.
Marco Tarozzi