Quando il tabellone segna due minuti alla sirena, comincia il lungo, insistente, caloroso applauso dei tifosi del Palaolimpia alla Müller di Lino Lardo. «Nessuna squadra del passato ha mai meritato l’applauso come questa Müller», scrivono i tifosi ed è così perchè nessuna squadra gialloblù era andata oltre i propri limiti come questa che chiude la stagione, al quindicesimo posto in classifica, con una larga vittoria sulla Snaidero Udine (80-67) e con i tanti rimpianti di ciò che avrebbe potuto essere e fare se la società non fosse stata dichiarata fallita. E quando suona la sirena, l’applauso continua anche con i giocatori rientrati negli spogliatoi e allora ecco che i giocatori e Lardo tornano sul parquet e lì scendono i tifosi e lì stanno, tutti, per almeno quaranta minuti, a chiaccherare, a firmare autografi, a farsi auguri per il futuro, a chiedere informazioni su quello che farà Alberti o Camata, se Ivory tornerà o se Lardo risponderà alle «sirene» che vengono da altrove. Sembra quasi che il pubblico non voglia lasciarsi scappare questi ragazzi che tanto hanno dato alla causa della pallacanestro scaligera e desideri stare con loro il più possibile, sperando che sia davvero un «arrivederci» e non un «addio». Non si hanno ricordi sia accaduto qualcosa di simile, in passato, alla conclusione dell’ultima partita. Significa che questa Müller ha lasciato qualcosa nel cuore di chi l’ha seguita, incoraggiata, ammirata.
L’ultima prova di orgoglio la Müller l’ha offerta contro la Snaidero. Non c’è stata... partita data la netta supremazia dei gialloblù. Lardo teneva a finire bene, i giocatori anche. Non c’è stato bisogno di particolari stimoli. Tutti avevano capito che una serata come quella di Roseto si può perdonare, ma due no. E così, in campo, era la Snaidero a sembrare la... Müller di Roseto. I gialloblù hanno cominciato in modo tonico. Lardo, in segno di riconoscenza e omaggio, ha mandato in campo il quintetto «storico» con Rombaldoni, Carraretto, Alberti, Camata, Ivory, quelli che, con Carroll, avrebbero potuto anche chiedere di andarsene in altre squadre quando non vedevano arrivare un euro. La risposta è stata pronta e la differenza è venuta subito perchè la Müller era tornata quella che vuole difendere su ogni palla, mentre la Snaidero non aveva voglia di dannarsi troppo in difesa. Alberti da sotto e Ivory con un paio di triple hanno portato la Müller sul 21-9 dopo 7 minuti e da allora il vantaggio è sempre stato in doppia cifra. Nel secondo quarto, si è rivisto anche, a tratti, il miglior Rombaldoni, ma è stato soprattutto in difesa che la Müller si è esaltata concedendo sette soli canestri alla Snaidero in tutto il primo tempo e solo il 26 per cento dal campo. In più, la Müller ha dominato l’area, vincendo alla grande ai rimbalzi e andando a conquistarsi una serie... infinita di secondi tiri (14 rimbalzi offensivi alla fine, dei quali 11 nel primo tempo). Nella terza frazione, è diventato protagonista Burrough con la sua mano calda dalle media distanza e la sua reattività al rimbalzo; è stato lui a fissare, con un gioco di tre punti, subito dopo una tripla di Romba, a fissare il massimo vantaggio: più 25 (62-37) al 29’. Nell’ultima frazione, la Snaidero si avvicinata con due miniparziali di 5-0 e 6-0, soprattutto per merito di Woolridge (13 punti) sino al meno 14 (69-55) a 6’21" dalla fine. Ma cinque punti consecutivi di Junior l’hanno respinta. Con un ultimo sforzo la Snaidero è tornata sul 76-62 all’inizio degli ultimi due minuti di gara, ma lì è anche cominciata la «festa» con Lardo a sostituire via via tutti i giocatori per concedere, a ciascuno di essi, il tributo dell’affezionato pubblico. Emozionante. Il pubblico non la smette più di applaudire e Lino Lardo dice: «Sarò di altri tempi, ma ogni tanto piango e mi emoziono. Questa dimostrazione di affetto è veramente incredibile. Abbiamo fatto un gruppo unico di quanto era rimasto della società ed oggi vedo attorno a noi tanti ragazzi giovani: è il messaggio che deve arrivare». «Questa festa - prosegue Lardo - ci ripaga di tutti i sacrifici. Quelli si fanno volentieri nello sport. L’amarezza è dietro le spalle ed i valori dimostrati da ciascun giocatore tornerà con gli interessi a ciascun giocatore, perchè lo meritano» .
Lardo parla mentre firma autografi, tra una stretta di mano ed una pacca sulle spalle. Sono venuti in tanti anche da Bergamo per sostenerlo. Lino conferma di aver volutamente schierato in partenza i cinque del nucleo «storico»: «Era un atto doveroso. Gli aggettivi per questi ragazzi si sono sprecati tutti. Poi sono arrivati due giocatori che si sono ben integrati. Ed il ringraziamento va anche ai ragazzi che meno hanno potuto mettersi in mostra. È una bella soddisfazione anche per loro».
Lardo guarda la griglia di partenza dei play off ed un pò di rammarico è inevitabile «perchè davanti a noi ci sono squadre che, non dico non meritino la posizione raggiunta, ma sono almeno al nostro livello, come avevamo ampiamente dimostrato quando avevamo equilibri diversi». «Anche contro una squadra non ancora sicura dei play off e quindi motivata come Udine, non c’è stata... partita. È un nostro orgoglio», aggiunge Lino Lardo che chiude con un ricordo toccante: «Vorrei ricordare una persona alla quale avevo pensato di dedicare una vittoria in una partita poi conclusa male: a Raffaello Zamberlan, un nostro grandissimo tifoso che, sicuramente, da lassù ci ha dato una mano. In una serata di gioia come questa, voglio ricordarlo».
(r.p.)
L’ultima prova di orgoglio la Müller l’ha offerta contro la Snaidero. Non c’è stata... partita data la netta supremazia dei gialloblù. Lardo teneva a finire bene, i giocatori anche. Non c’è stato bisogno di particolari stimoli. Tutti avevano capito che una serata come quella di Roseto si può perdonare, ma due no. E così, in campo, era la Snaidero a sembrare la... Müller di Roseto. I gialloblù hanno cominciato in modo tonico. Lardo, in segno di riconoscenza e omaggio, ha mandato in campo il quintetto «storico» con Rombaldoni, Carraretto, Alberti, Camata, Ivory, quelli che, con Carroll, avrebbero potuto anche chiedere di andarsene in altre squadre quando non vedevano arrivare un euro. La risposta è stata pronta e la differenza è venuta subito perchè la Müller era tornata quella che vuole difendere su ogni palla, mentre la Snaidero non aveva voglia di dannarsi troppo in difesa. Alberti da sotto e Ivory con un paio di triple hanno portato la Müller sul 21-9 dopo 7 minuti e da allora il vantaggio è sempre stato in doppia cifra. Nel secondo quarto, si è rivisto anche, a tratti, il miglior Rombaldoni, ma è stato soprattutto in difesa che la Müller si è esaltata concedendo sette soli canestri alla Snaidero in tutto il primo tempo e solo il 26 per cento dal campo. In più, la Müller ha dominato l’area, vincendo alla grande ai rimbalzi e andando a conquistarsi una serie... infinita di secondi tiri (14 rimbalzi offensivi alla fine, dei quali 11 nel primo tempo). Nella terza frazione, è diventato protagonista Burrough con la sua mano calda dalle media distanza e la sua reattività al rimbalzo; è stato lui a fissare, con un gioco di tre punti, subito dopo una tripla di Romba, a fissare il massimo vantaggio: più 25 (62-37) al 29’. Nell’ultima frazione, la Snaidero si avvicinata con due miniparziali di 5-0 e 6-0, soprattutto per merito di Woolridge (13 punti) sino al meno 14 (69-55) a 6’21" dalla fine. Ma cinque punti consecutivi di Junior l’hanno respinta. Con un ultimo sforzo la Snaidero è tornata sul 76-62 all’inizio degli ultimi due minuti di gara, ma lì è anche cominciata la «festa» con Lardo a sostituire via via tutti i giocatori per concedere, a ciascuno di essi, il tributo dell’affezionato pubblico. Emozionante. Il pubblico non la smette più di applaudire e Lino Lardo dice: «Sarò di altri tempi, ma ogni tanto piango e mi emoziono. Questa dimostrazione di affetto è veramente incredibile. Abbiamo fatto un gruppo unico di quanto era rimasto della società ed oggi vedo attorno a noi tanti ragazzi giovani: è il messaggio che deve arrivare». «Questa festa - prosegue Lardo - ci ripaga di tutti i sacrifici. Quelli si fanno volentieri nello sport. L’amarezza è dietro le spalle ed i valori dimostrati da ciascun giocatore tornerà con gli interessi a ciascun giocatore, perchè lo meritano» .
Lardo parla mentre firma autografi, tra una stretta di mano ed una pacca sulle spalle. Sono venuti in tanti anche da Bergamo per sostenerlo. Lino conferma di aver volutamente schierato in partenza i cinque del nucleo «storico»: «Era un atto doveroso. Gli aggettivi per questi ragazzi si sono sprecati tutti. Poi sono arrivati due giocatori che si sono ben integrati. Ed il ringraziamento va anche ai ragazzi che meno hanno potuto mettersi in mostra. È una bella soddisfazione anche per loro».
Lardo guarda la griglia di partenza dei play off ed un pò di rammarico è inevitabile «perchè davanti a noi ci sono squadre che, non dico non meritino la posizione raggiunta, ma sono almeno al nostro livello, come avevamo ampiamente dimostrato quando avevamo equilibri diversi». «Anche contro una squadra non ancora sicura dei play off e quindi motivata come Udine, non c’è stata... partita. È un nostro orgoglio», aggiunge Lino Lardo che chiude con un ricordo toccante: «Vorrei ricordare una persona alla quale avevo pensato di dedicare una vittoria in una partita poi conclusa male: a Raffaello Zamberlan, un nostro grandissimo tifoso che, sicuramente, da lassù ci ha dato una mano. In una serata di gioia come questa, voglio ricordarlo».
(r.p.)