TRIESTE - Arriva dalla Grecia l’ultima novità della Coop Nordest targata Cosolini-Ghiacci-Pancotto. Aleksander Lazic, play-guardia di un metro e novantacinque per ottantacinque chili, di nazionalità jugoslava e passaporto greco, è stato ingaggiato dalla Pallacanestro Trieste e resterà in biancorosso fino al termine della stagione.
«In un momento in cui – spiega il presidente Cosolini — con gli infortuni di Pastore e Cavaliero, le rotazioni si erano fatte problematiche, la società aveva il dovere di guardarsi attorno. Con l’ingaggio di Lazic abbiamo dato l’ennesima dimostrazione di professionalità in un momento della stagione in cui il calendario ci proporrà una serie di sfide ravvicinate e decisive per decidere la griglia dei play-off. Un tesseramento avvenuto in tempo di record, nel quale, come ha sottolineato Mario Ghiacci, la società ha vagliato una serie di possibilità».
«Lazic era il primo nome nella nostra lista della spesa – il commento del general manager –. Avevamo bisogno dell’innesto di un giocatore in grado di darci una mano e, nel contempo, di permettere ai nostri infortunati di recuperare al meglio senza dover affrettare i tempi».
Aleksander Lazic, protagonista nella stagione 1999-2000 della promozione in A1 della Pallacanestro Udine guidata da Boniciolli, nel 2000-2001 ha giocato tre gare con la Scavolini quindi è passato alla Longobardi Scafati in A2. In questa stagione è stato rilevato dall’Aek Atene, attuale capolista del campionato greco, dove non è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante andando a referto, tra campionato ed Eurolega, in solo sei occasioni. Lazic si è detto particolarmente soddisfatto dell’opportunità offertagli da Trieste e, con entusiasmo, si è messo a disposizione dello staff tecnico.
Il suo esordio, compatibilmente con l’arrivo del nulla osta da parte della federazione greca, è previsto per domenica nella gara esterna di Reggio Calabria contro la Viola.
«La scelta di Lazic – il commento del tecnico Pancotto – è motivata dal fatto che conosce la realtà italiana e non farà fatica a integrarsi nel nostro campionato. Il suo arrivo ci consentirà soluzioni tattiche differenti senza però modificare quelle gerarchie che sono consolidate e che non possiamo e vogliamo cambiare».
Lorenzo Gatto
«In un momento in cui – spiega il presidente Cosolini — con gli infortuni di Pastore e Cavaliero, le rotazioni si erano fatte problematiche, la società aveva il dovere di guardarsi attorno. Con l’ingaggio di Lazic abbiamo dato l’ennesima dimostrazione di professionalità in un momento della stagione in cui il calendario ci proporrà una serie di sfide ravvicinate e decisive per decidere la griglia dei play-off. Un tesseramento avvenuto in tempo di record, nel quale, come ha sottolineato Mario Ghiacci, la società ha vagliato una serie di possibilità».
«Lazic era il primo nome nella nostra lista della spesa – il commento del general manager –. Avevamo bisogno dell’innesto di un giocatore in grado di darci una mano e, nel contempo, di permettere ai nostri infortunati di recuperare al meglio senza dover affrettare i tempi».
Aleksander Lazic, protagonista nella stagione 1999-2000 della promozione in A1 della Pallacanestro Udine guidata da Boniciolli, nel 2000-2001 ha giocato tre gare con la Scavolini quindi è passato alla Longobardi Scafati in A2. In questa stagione è stato rilevato dall’Aek Atene, attuale capolista del campionato greco, dove non è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante andando a referto, tra campionato ed Eurolega, in solo sei occasioni. Lazic si è detto particolarmente soddisfatto dell’opportunità offertagli da Trieste e, con entusiasmo, si è messo a disposizione dello staff tecnico.
Il suo esordio, compatibilmente con l’arrivo del nulla osta da parte della federazione greca, è previsto per domenica nella gara esterna di Reggio Calabria contro la Viola.
«La scelta di Lazic – il commento del tecnico Pancotto – è motivata dal fatto che conosce la realtà italiana e non farà fatica a integrarsi nel nostro campionato. Il suo arrivo ci consentirà soluzioni tattiche differenti senza però modificare quelle gerarchie che sono consolidate e che non possiamo e vogliamo cambiare».
Lorenzo Gatto