ERANO circa seicento, li hanno bruciati in un´ora. I biglietti messi in vendita dalla Virtus per la Final Four, ieri mattina alle 8 al PalaMalaguti, sono finiti in un amen. Del resto, c´era gente in fila dal giorno prima. E raccontano le cronache della coda che alle 14 del venerdì già s´aggirasse nel piazzale un quintetto di ragazze decise a far mattina: l´hanno fatta. La fila s´è allungata nel pomeriggio, ingrossata a sera, saturata a notte. Sempre chi c´era narra che alle tre e quaranta è stato distribuito, come al Cup o al banco salumi dell´Ipercoop, il biglietto numero 300. Considerando che ognuno poteva ritirare due tagliandi, chi veniva dopo poteva mettersi il cuore in pace o quasi. Ma a prevenire furbate, l´autogestione della fila s´era così regolata: un contrappello a ogni ora e, se qualcuno era andato a farsi un pisolino, veniva depennato. Pare così che ogni numero chiamato, ed assente, sollevasse un boato da gol, tra un´umanità nel frattempo passata a carte, scacchi e quant´altro, sistemata in sdraio e brandine, campeggiata fra lattine e vettovaglie.
Chi ce l´ha fatta, venerdì sarà dentro: alle 18 per Maccabi-Panathinaikos, alle 20.30 per Kinder-Benetton. Per chi non ce l´ha fatta, potrebbe restare la finale di domenica (ove la Virtus, naturalmente, la raggiungesse). I trevigiani rivenderanno i loro mezzi biglietti (e anzi si va organizzando una raccolta che avrebbe scopi anche vicendevoli) e pure tra greci ed israeliani qualcosa tornerà in ballo, bussando alla porta delle armate deluse. A che prezzo, lo dirà il fixing del giorno.
Chi ce l´ha fatta, venerdì sarà dentro: alle 18 per Maccabi-Panathinaikos, alle 20.30 per Kinder-Benetton. Per chi non ce l´ha fatta, potrebbe restare la finale di domenica (ove la Virtus, naturalmente, la raggiungesse). I trevigiani rivenderanno i loro mezzi biglietti (e anzi si va organizzando una raccolta che avrebbe scopi anche vicendevoli) e pure tra greci ed israeliani qualcosa tornerà in ballo, bussando alla porta delle armate deluse. A che prezzo, lo dirà il fixing del giorno.
Fonte: La Repubblica