TREVISO. Tutto nella vita è migliorabile. Ma la Benetton, giunta a fine aprile con in tasca la Supercoppa italiana, il secondo posto in regular season e le Final Four di Eurolega, non può che festeggiare. Le uniche delusioni sono state la Coppa Italia ed il primato in campionato.
Due obiettivi svaniti entrambi per un soffio, per il resto tante soddisfazioni e vittime eccellenti: Treviso ha già sconfitto il meglio del basket europeo, comprese due delle tre finaliste di Eurolega, Maccabi e Kinder. «Sicuramente nella stagione regolare potevamo anche arrivare primi - concorda Mike D'Antoni - abbiamo buttato via vittorie come a Trieste, Udine ed altrove. Però il nostro rimpianto maggiore naturalmente sta l'aver perso quella partita in casa della Skipper, dove abbiamo sprecato una decina di punti in due minuti. Pazienza, può capitare. Ad ogni modo, con il secondo posto avremo nei playoff, lo spareggio in casa fino alla semifinale». Te l'aspettavi una stagione così positiva? In fondo tu eri tornato a Treviso dopo quattro anni per guidare una squadra giovane e molto rinnovata. «Per carattere punto sempre al successo, però all'inizio pensavo, almeno in teoria, che la Benetton fosse un pochino più indietro delle bolognesi ma anche di Roma e Pesaro, invece ci ha preceduto solo la Fortitudo. Naturalmente sono molto contento».
La sorpresa più bella? «Direi il basket che hanno saputo esprimere i ragazzi. Poi si potrebbe parlare di qualcuno in particolare, ad esempio Jorge Garbajosa, Marcelo Nicola, l'esplosione di Bostjan Nachbar che all'inizio era un punto di domanda e poi si è rivelato il campione che è». Come arriva la Benetton all'appuntamento di Casalecchio con la Kinder? «Bene. Saremo prontissimi. Ci attende una bella settimana di allenamenti, poi andiamo lì e li ammazziamo...».
Capitan Ricky Pittis, cioè la proiezione di D'Antoni in campo, non la pensa molto diversamente dal suo coach, sul bilancio parziale della stagione. «Questo secondo posto è un ottimo punto di partenza per i playoff, anche se sabato contro Siena abbiamo rischiato di perderlo. Se a settembre mi avessero presentato un foglio con questa situazione complessiva lo avrei firmato immediatamente. Avremmo potuto fare qualcosa di più? Sì, ma anche qualcosa di meno, io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto». Nelle ultime due gare si è vista una Benetton un po' affaticata. «Sì, leggermente, anche perché abbiamo giocato tante partite difficili una dopo l'altra, con poco tempo per recuperare».
La Kinder l'avete già battuta tre volte su tre... «Non credo che cambierà molto rispetto alle altre volte, vincerà chi ne avrà più voglia. Gara molto difficile, loro giocano in casa, anche se nelle Final Four può non essere un grande vantaggio». Inutile ribadire che un minuto dopo la conclusione della gara di sabato sera la mente della squadra era già rivolta alla semifinale di Eurolega. Così la pensa Nachbar, uno che le Final Four non le ha mai conosciute.
«Giocheremo in trasferta con tutti i problemi del caso ma siamo ottimisti, contro la Virtus quest'anno abbiamo vinto sempre. Per me è la prima volta in un avvenimento così importante, sarà una grande esperienza ed un grande spettacolo».
Silvano Focarelli
Due obiettivi svaniti entrambi per un soffio, per il resto tante soddisfazioni e vittime eccellenti: Treviso ha già sconfitto il meglio del basket europeo, comprese due delle tre finaliste di Eurolega, Maccabi e Kinder. «Sicuramente nella stagione regolare potevamo anche arrivare primi - concorda Mike D'Antoni - abbiamo buttato via vittorie come a Trieste, Udine ed altrove. Però il nostro rimpianto maggiore naturalmente sta l'aver perso quella partita in casa della Skipper, dove abbiamo sprecato una decina di punti in due minuti. Pazienza, può capitare. Ad ogni modo, con il secondo posto avremo nei playoff, lo spareggio in casa fino alla semifinale». Te l'aspettavi una stagione così positiva? In fondo tu eri tornato a Treviso dopo quattro anni per guidare una squadra giovane e molto rinnovata. «Per carattere punto sempre al successo, però all'inizio pensavo, almeno in teoria, che la Benetton fosse un pochino più indietro delle bolognesi ma anche di Roma e Pesaro, invece ci ha preceduto solo la Fortitudo. Naturalmente sono molto contento».
La sorpresa più bella? «Direi il basket che hanno saputo esprimere i ragazzi. Poi si potrebbe parlare di qualcuno in particolare, ad esempio Jorge Garbajosa, Marcelo Nicola, l'esplosione di Bostjan Nachbar che all'inizio era un punto di domanda e poi si è rivelato il campione che è». Come arriva la Benetton all'appuntamento di Casalecchio con la Kinder? «Bene. Saremo prontissimi. Ci attende una bella settimana di allenamenti, poi andiamo lì e li ammazziamo...».
Capitan Ricky Pittis, cioè la proiezione di D'Antoni in campo, non la pensa molto diversamente dal suo coach, sul bilancio parziale della stagione. «Questo secondo posto è un ottimo punto di partenza per i playoff, anche se sabato contro Siena abbiamo rischiato di perderlo. Se a settembre mi avessero presentato un foglio con questa situazione complessiva lo avrei firmato immediatamente. Avremmo potuto fare qualcosa di più? Sì, ma anche qualcosa di meno, io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto». Nelle ultime due gare si è vista una Benetton un po' affaticata. «Sì, leggermente, anche perché abbiamo giocato tante partite difficili una dopo l'altra, con poco tempo per recuperare».
La Kinder l'avete già battuta tre volte su tre... «Non credo che cambierà molto rispetto alle altre volte, vincerà chi ne avrà più voglia. Gara molto difficile, loro giocano in casa, anche se nelle Final Four può non essere un grande vantaggio». Inutile ribadire che un minuto dopo la conclusione della gara di sabato sera la mente della squadra era già rivolta alla semifinale di Eurolega. Così la pensa Nachbar, uno che le Final Four non le ha mai conosciute.
«Giocheremo in trasferta con tutti i problemi del caso ma siamo ottimisti, contro la Virtus quest'anno abbiamo vinto sempre. Per me è la prima volta in un avvenimento così importante, sarà una grande esperienza ed un grande spettacolo».
Silvano Focarelli