ROSETO - L'Euro Roseto approda, per il secondo anno consecutivo, ai playoff scudetto. Un risultato che ha dell'incredibile, soprattutto se rapportato ad una serie di fattori ed inquadrato nel contesto nel quale è maturato. Proviamo a mettere in fila le difficoltà della stagione 2001/2002, non prima di aver preso atto del dato finale della "regular season": Roseto è arrivata nona assoluta, in un campionato di 19 squadre, universalmente riconosciuto il più difficile e equilibrato di sempre (l'unica retrocessione si è decisa all'ultimo minuto dell'ultimo scontro diretto, condannando Imola). Ma è stata anche la prima stagione, da quando Martinelli ha in mano le redini, in cui c'è stato un avvicendamento in panchina (Impaloni subentrato a Cavina). E' stata la prima stagione in cui non c'è stata la "pesca miracolosa" dei giocatori giusti fin da subito, visto che i "colpi" del primo anno come Guarasci e Gilmore non si sono ripetuti e che all'inizio sono arrivati pseudo-giocatori come Hooks o ex-giocatori come Beck, rendendo il lavoro tecnico enormemente più difficile, fino a trovare la quadratura del cerchio (difficilissimo da fare in corsa). E' stata la prima stagione in cui Martinelli ha avuto da ridire con un suo giocatore (la querelle dopo la sconfitta casalinga contro Biella con Capitan Mario Boni). E' stata la prima stagione che ha visto l'entusiasmo e le presenze del pubblico in ribasso. E' stata la prima stagione in cui Martinelli non ha aspettato la fine del campionato per ufficializzare la sua ferma volontà a lasciar il basket rosetano a fine stagione. Dunque, una stagione costellata di inciampi e traversie, problemi e difficoltà, ma, nel contempo, una stagione che ha mostrato il suo lato migliore proprio sul finire del campionato. Infatti, nell'arco di poche giornate e grazie a colpi ben assestati, fra i quali spiccano le vittorie esterne di Imola, Roma e Reggio Calabria, Roseto, che da qualche tempo era a cavallo della zona playoff, ha sferrato la zampata vincente, guadagnandosi un meritatissimo nono posto solitario, frutto del lavoro di un gruppo che è diventato squadra forse soltanto nell'ultimo scorcio di stagione regolare. Due esempi da portare alla pubblica ammirazione: il lavoro silenzioso, paziente e certosino di Bruno Impaloni, entrato in cabina di comando in punta di piedi e capace di non naufragare nella demotivazione, bensì di rattoppare la barca e proseguire e la costanza e l'impegno di Mario Boni, che a quasi 40 anni continua ad allenarsi saltando con un grillo e mettendo in gara tutta la grinta e la voglia di cui può essere capace un campione. All'Euro Roseto, il gioco degli accoppiamenti porta la serie contro la Wurth Roma di Carlton Myers. Di certo un avversario per niente facile ma, altrettanto certamente, un avversario battibile, visto che nella stagione regolare l'Euro ha battuto sia in casa sia in trasferta la squadra capitolina allenata da Attilio Caja. La serie Roma-Roseto appare, quindi, tutto tranne che scontata, sia in considerazione del valore di entrambe le squadre sia calcolando il "fattore tifosi" e cioè la gran massa di rosetani che sembra voglia godersi fino in fondo gli ottavi di finale che vedranno Davide-Roseto sfidare Golia-Roma. E se c'è un posto in cui Davide può battere Golia, quello è lo sport.
Luca Maggitti
Luca Maggitti