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Montepaschi, la gloria a un passo

Stasera alle 20.30 la finale di Saporta

LIONE — Ore 20,30, Palazzo dello Sport di Lione: è qui la storia. Il lituano Dovidavicious e il greco Voreadis fischiano la finale della Coppa Saporta 2002 di fronte al «grande vecchio» della Fiba, Boris Stankovic. Mai la Mens Sana era arrivata così in alto, mai duemila senesi (chi è rimasto a casa potrà seguire l'incontro sul maxischermo allestito al palasport) erano arrivati così lontano dalle lastre, per intonare tutti insieme «Nella Piazza del Campo....». Così è. Di fronte ad altrettanti tifosi del Pamesa Valencia, la Montepaschi dopo il lungo «calvario» sui parquet di tutta Europa, è arrivata fin quassù a conquistare beatitudine ed estasi, convinta e determinata a raccogliere i frutti della sua raggiunta maturità.
Porte chiuse
Montepaschi concentrata forse come non mai in questa stagione, alla vigilia di una sfida che comunque già consacra la squadra ai vertici in Europa. Nell'allenamento di ieri sera, che ha definito gli ultimi particolari, Ataman ha richiesto fermanente porte chiuse e assenza assoluta di estranei: non vuole lasciare nulla di intentato affinché niente sia abbandonato al caso per questa partitissima. «Che sarà di grande equilibrio - dice il coach mensanino _ perché di fronte si troveranno le due migliori squadre del Continente, salvo le protagoniste dell'Eurolega».
Un attento studio
Un avversario che l'allenatore biancoverde ha studiato e sminuzzato pezzo a pezzo, in ore trascorse alle videocassette: l'ultima, ieri sera, quella della partita di semifinale vinta dagli spagnoli sui polacchi del Wloclawek.
«E' una buona squadra il Pamesa - dice Ataman - senza giocatori particolarmente specialisti, impostata in modo diverso dal nostro. La Montepaschi ha scelto di allestire un team con giocatori esperti e convinti della medesima filosofia di gioco, con una 'fame' continua di vittoria, a differenza degli statunitensi, almeno della maggior parte di loro, che si sentono già campioni».
Partita «secca», senza possibilità di porvi rimedio con un'altra opportunità. Senza appello dunque.
Se quindi si prospetta un grande equilibrio, quale sarà il granellino di sabbia che lo farà saltare? «Saranno piccoli dettagli _ risponde Ataman _ che faranno pendere la bilancia dall'una o dall'altra parte. Vincerà chi fa una buona partita, chi saprà organizzare meglio il gioco».
Gli unici dubbi, per quanto riguarda la formazione biancoverde, riguardano Boris Gorenc, che ha saltato per precauzione la partita di sabato a Treviso; lo sloveno ieri ha provato sul parquet, e pare proprio che tutte le nubi si siano dissipate.
Boris Gorenc c'è
Oggi è pronto sicuramente anche lui a scendere nella fossa dei leoni (ce ne sono due giganteschi, di bronzo, proprio di fronte al Palazzo dello Sport, all'ingresso dello stadio...), per far pesare sul parquet la grinta e l'esperienza di una squadra di veterani come Naumoski, Chiacig, Topic, Bulatovic, Zukauskas, Stefanov, che ha giocato in finali di campionati europei, mondiali ed Euroclub.
E dietro a loro, le «spinte» contrapposte di migliaia di tifosi, la testimonianza di chi in tutta Europa partecipa dagli schermi di Tele più nero alla consumazione di un rito che obbliga comunque ad un sacrificio: che Siena trionfi, diventando immortale anche per aver conquistato l'ultima edizione della Coppa Saporta.
Patrizio Forci
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