Saluti e baci. Senza troppe polemiche, l'avventura di Stefano Rusconi a Milano, dopo tre anni privi di grande soddisfazioni (anche per la società) dovrebbe essersi conclusa.
Arrivato nel '99 come il primo grande acquisto dell'era Caputo, il "Rusca" non si è mai espresso sui livelli degli anni d'oro di Varese e Treviso, anche forse per colpa di squadre non competitive intorno a lui.
"Certo quando sono venuto qui mi aspettavo ben altre cose. Invece è stato tutto diverso. Abbiamo cambiato presidenti, allenatori, giocatori. Non era proprio quello che pensavo. Non c'è mai stata continuità".
Parole chiare quelle di Rusconi ma anche Milano si aspettava di più da lui: più leadership, più personalità, più punti.
"Ho sempre accettato le critiche, ci stanno nel mio lavoro" osserva il pivot varesino "sicuramente devo fare anche autocritica ma penso di non aver raccolto quanto ho dato a questa squadra, soprattutto in questo ultimo anno. Il nostro gioco non prevedeva un particolare coinvolgimento dei pivot. La gente da me si attendeva altre cifre ma in questa situazione non potevo garantirle. Ho cercato di rendermi utile in un altro modo e penso di esserci riuscito ma forse non è bastato. O forse in pochi se ne sono accorti".
Su questa stagione il Rusca taglia corto. "Per fortuna è finita. Non vedevo l'ora. Cappellari ha detto che non eravamo giocatori che potevano stare insieme? Non so cosa dire, la squadra non l'ho mica fatta io".
Sul suo futuro Rusconi è vago.
"La società ha deciso di esercitare la clausola di uscita dal mio contratto che scadeva il prossimo 30 giugno. Però mi hanno anche detto di volermi incontrare a campionato finito. Bene il campionato è finito. Ora tocca a loro decidere. Io li aspetto serenamente, senza alcun problema". Questo il lapidario commento dell'ex azzurro che, a 34 anni, vorrebbe spendere gli ultimi gettoni di una carriera a buon livello nella sua Varese (anche se non sembra proprio il caso), ma potrebbe anche accettare di fare una nuova esperienza all'estero, dopo quella vissuta nel '95 nella NBA con i Phoenix Suns e quella del '98 con i baschi del Taugres Vitoria.
"Vedremo, non so ancora niente. Il mercato aperto tutto l'anno permette di valutare con attenzione cosa fare. Non c'è fretta. Ora ho solo bisogno di riposare".
Arrivato nel '99 come il primo grande acquisto dell'era Caputo, il "Rusca" non si è mai espresso sui livelli degli anni d'oro di Varese e Treviso, anche forse per colpa di squadre non competitive intorno a lui.
"Certo quando sono venuto qui mi aspettavo ben altre cose. Invece è stato tutto diverso. Abbiamo cambiato presidenti, allenatori, giocatori. Non era proprio quello che pensavo. Non c'è mai stata continuità".
Parole chiare quelle di Rusconi ma anche Milano si aspettava di più da lui: più leadership, più personalità, più punti.
"Ho sempre accettato le critiche, ci stanno nel mio lavoro" osserva il pivot varesino "sicuramente devo fare anche autocritica ma penso di non aver raccolto quanto ho dato a questa squadra, soprattutto in questo ultimo anno. Il nostro gioco non prevedeva un particolare coinvolgimento dei pivot. La gente da me si attendeva altre cifre ma in questa situazione non potevo garantirle. Ho cercato di rendermi utile in un altro modo e penso di esserci riuscito ma forse non è bastato. O forse in pochi se ne sono accorti".
Su questa stagione il Rusca taglia corto. "Per fortuna è finita. Non vedevo l'ora. Cappellari ha detto che non eravamo giocatori che potevano stare insieme? Non so cosa dire, la squadra non l'ho mica fatta io".
Sul suo futuro Rusconi è vago.
"La società ha deciso di esercitare la clausola di uscita dal mio contratto che scadeva il prossimo 30 giugno. Però mi hanno anche detto di volermi incontrare a campionato finito. Bene il campionato è finito. Ora tocca a loro decidere. Io li aspetto serenamente, senza alcun problema". Questo il lapidario commento dell'ex azzurro che, a 34 anni, vorrebbe spendere gli ultimi gettoni di una carriera a buon livello nella sua Varese (anche se non sembra proprio il caso), ma potrebbe anche accettare di fare una nuova esperienza all'estero, dopo quella vissuta nel '95 nella NBA con i Phoenix Suns e quella del '98 con i baschi del Taugres Vitoria.
"Vedremo, non so ancora niente. Il mercato aperto tutto l'anno permette di valutare con attenzione cosa fare. Non c'è fretta. Ora ho solo bisogno di riposare".