Non c'è più un biglietto. I 1280 dati alla Benetton per la semifinale di dopodomani sono durati solo qualche giorno. Il PalaMalaguti per un quarto sarà totalmente biancoverde. Altrove magari no, ma per Treviso questa è una notizia, a testimonianza del fatto che l'attesa lievita ora dopo ora. La squadra fa come i suoi tifosi, si sta caricando: ieri D'Antoni l'ha piazzata davanti al televisore per studiare il videotape della Kinder, l'avvicinamento al gran giorno procede senza tensioni. Anzi, a qualcuno non manca lo spirito. Chi è? Ricky Pittis, ovvio. «Ricordo la mia prima Final Four. Si giocava ancora con i pantaloncini corti e stretti ed i calzettoni lunghi».
«Fortunatamente - dice Pittis - quella moda è passata, come anche il modo di giocare. Quella che non è cambiata è l'importanza della posta in palio».
Aver battuto la Virtus già tre volte quest'anno non conterà nulla? «Assolutamente no. Ogni gara, in particolare questa, ha una storia particolare. Della Kinder temo il collettivo, per batterla contiamo sulla voglia di vincere e di sorprenderli, cercando di eliminare le nostre amnesie».
Da vecchio lupo di mare, come si deve vivere la vigilia di certe partite? «Come se fossero giorni normali, facendo le solite cose, pensandoci il meno possibile. Loro hanno esperienza, noi siamo più sbarazzini, escluso il sottoscritto, ma anche con motivazioni maggiori».
Un pivellino, almeno a questi livelli, è Boki Nachbar. «Non sono nervoso, ma un pochino di tensione la sento, vedo le pagine dei giornali piene, ne parlano tanto anche in Slovenia». Sarà dura strappare la coppa a chi se la gioca in casa propria. «Sì, ma finora li abbiamo sempre battuti e sappiamo che possiamo vincere: se daremo il massimo, con il nostro grande cuore».
Tu però devi giocare meglio delle ultime volte... «Certo, ma con Bell non c'è problema. E poi l'importante è che vinca la squadra».
Bell da parte sua la Kinder non l'ha mai affrontata. «Sappiamo bene che è un grande avversario: in campionato l'ho vista da fuori, dovremo giocare con grande intensità». Tu hai già giocato due Final Four Ncaa, vicendone una. «Ogni squadra all'inizio spera di coronare il lavoro di un anno, ci sarà tanta gente e tanto interesse, come le finali Nba».
Come Nachbar, anche Jorge Garbajosa è una matricola, ma in compenso conosce la Kinder come le proprie tasche. «Questo ci aiuta ad essere più tranquilli in questa vigilia. Poi, se avremo la fortuna di vincere, penseremo alla finale». E' più pesante l'handicap di giocare in campo avverso o il vantaggio di avere meno pressione? «L'importante sarà cominciare bene: se andiamo avanti di 10-12 punti li possiamo innervosire, sennò sarà più complicato».
E per finire una primizia assoluta: le dichiarazioni di Sergei Chikalkin. «Abbiamo una grande volontà di vincerle, queste Final Four. Le tre nostre vittorie stagionali non contano, questa è un'altra storia. Io mi sento bene, ci stiamo preparando ed allenando duramente ogni giorno. Siamo pronti».
«Fortunatamente - dice Pittis - quella moda è passata, come anche il modo di giocare. Quella che non è cambiata è l'importanza della posta in palio».
Aver battuto la Virtus già tre volte quest'anno non conterà nulla? «Assolutamente no. Ogni gara, in particolare questa, ha una storia particolare. Della Kinder temo il collettivo, per batterla contiamo sulla voglia di vincere e di sorprenderli, cercando di eliminare le nostre amnesie».
Da vecchio lupo di mare, come si deve vivere la vigilia di certe partite? «Come se fossero giorni normali, facendo le solite cose, pensandoci il meno possibile. Loro hanno esperienza, noi siamo più sbarazzini, escluso il sottoscritto, ma anche con motivazioni maggiori».
Un pivellino, almeno a questi livelli, è Boki Nachbar. «Non sono nervoso, ma un pochino di tensione la sento, vedo le pagine dei giornali piene, ne parlano tanto anche in Slovenia». Sarà dura strappare la coppa a chi se la gioca in casa propria. «Sì, ma finora li abbiamo sempre battuti e sappiamo che possiamo vincere: se daremo il massimo, con il nostro grande cuore».
Tu però devi giocare meglio delle ultime volte... «Certo, ma con Bell non c'è problema. E poi l'importante è che vinca la squadra».
Bell da parte sua la Kinder non l'ha mai affrontata. «Sappiamo bene che è un grande avversario: in campionato l'ho vista da fuori, dovremo giocare con grande intensità». Tu hai già giocato due Final Four Ncaa, vicendone una. «Ogni squadra all'inizio spera di coronare il lavoro di un anno, ci sarà tanta gente e tanto interesse, come le finali Nba».
Come Nachbar, anche Jorge Garbajosa è una matricola, ma in compenso conosce la Kinder come le proprie tasche. «Questo ci aiuta ad essere più tranquilli in questa vigilia. Poi, se avremo la fortuna di vincere, penseremo alla finale». E' più pesante l'handicap di giocare in campo avverso o il vantaggio di avere meno pressione? «L'importante sarà cominciare bene: se andiamo avanti di 10-12 punti li possiamo innervosire, sennò sarà più complicato».
E per finire una primizia assoluta: le dichiarazioni di Sergei Chikalkin. «Abbiamo una grande volontà di vincerle, queste Final Four. Le tre nostre vittorie stagionali non contano, questa è un'altra storia. Io mi sento bene, ci stiamo preparando ed allenando duramente ogni giorno. Siamo pronti».