REGGIO CALABRIA – Quasi impossibile da credere, ma contrariamente al solito, dopo la conclusione del campionato, nella Viola non si è verificato l'abituale rompete le righe. Dopo tanti mesi trascorsi lontano dalle proprie residenze è una cosa naturale che gli atleti raggiungano i propri cari e le amicizie di sempre. Il solo Delfino ieri l'altro è partito alla volta dell'Argentina per dare il proprio sostegno morale alla sua squadra preferita di calcio che sta attraversando un periodo incerto. Seguito da Eubanks, e ieri anche dal gigante irlandese Tomidy che tra l'altro ha promesso un pronto ritorno per rimanere con i compagni. Gli altri invece, capeggiati da Montecchia si godono il meritato riposo, e gioiscono dei tanti attestati di stima e di affetto che ricevono dai tifosi reggini. Non riescono a fare due passi senza essere intercettati da gruppi di sportivi che si congratulano con tutti loro per la salvezza raggiunta in anticipo. Curioso, forse strano, ma le domande vertono tutte sulla partita con la Skipper di Bologna. Tutti sono stretti in un abbraccio affettuoso, ma capitan Montecchia, che tra l'altro parla correttamente la nostra lingua, è il più gettonato. Ale si schermisce e cerca di portare il discorso su altri argomenti, ma deve rispondere alle sollecitazioni dei tifosi che vogliono che descriva l'ultimo tiro, corretto in tapin da Tuker, che ha consegnato alla Viola due punti di nessuna importanza ai fini della classifica, ma dal significato pregnante di gioia e di soddisfazione. Una vittoria insperata, ma ardentemente desiderata. In fondo al cuore tutti tendevano a battere la capolista. Per cancellare tanti momenti amari di delusione e per una gratificazione finale di indubbio valore sportivo e tecnico. L'unico del team a non pensare assolutamente a riposare è proprio il coach. Si è fermato in sede e quanto prima inizierà gli allenamenti con i giovanissimi della prima squadra e con gli altri elementi locali che aspirano a guadagnarsi un posto al sole. C'era da attenderselo da un grande lavoratore come Zorzi che non perdesse tempo per mettere a frutto questi periodi morti per torchiare le giovani leve. Anche per patron Tonino sono giorni durante i quali l'affetto dei tifosi neroarancio si evidenzia in modo particolare. Con il suo carattere a volte schivo, quando non è sul parquet, tende a minimizzare il tutto e accetta con garbo i complimenti. Anche se subito dopo aggiunge che il merito non è certamente suo, ma della dirigenza e dei giocatori che con il loro attaccamento hanno permesso alla Viola di compiere il miracolo della salvezza. Con tante espressioni di elogio e di ringraziamento per il «sesto uomo», anch'esso determinante per questo enorme successo. Rimanere a Reggio, a vita, è il suo più gran desiderio poiché nella nostra città è sempre riuscito a esprimersi a livelli alti.
Francesco Calafiore
Francesco Calafiore