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Pancotto: "Una stagione straordinaria"

Cesare Pancotto, il giorno dopo. Con la felicità di poter finalmente avere a disposizione la squadra al completo, dopo tre mesi di allenamento con la sindrome della coperta corta per la serie infinita di infortuni e contrattempi, e la consapevolezza di aver guidato Trieste a un risultato storico. Si parte da qui per un primo bilancio: "La nostra stagione è iniziata con due grandi problemi da affrontare: il dato tecnico della salvezza acquisita nel campionato precedente e quello economico della riduzione del budget del 40 per cento. "Forti" di queste difficoltà e consapevoli dei rischi che avremmo corso, abbiamo cercato di lavorare con grande determinazione, con un obiettivo più coraggioso della sola gestione della stagione corrente, ovvero porre le basi per una programmazione nel futuro. Abbiamo completato una prima parte del cammino tracciato, tra mille difficoltà, adesso dovremo essere altrettanto bravi a consolidare quello che abbiamo fatto".
Budget limitato, l'imperativo di riportare il bilancio in equilibrio, niente stelle ma tanti giocatori seri e con fame di basket, niente proclami roboanti e tanta coerenza rispetto agli obiettivi fissati. Così la Pallacanestro Trieste ha costruito la sua stagione: "Né gli infortuni, né le cattive prestazioni e le sconfitte ci hanno fatto cambiare atteggiamento rispetto alla nostra idea ­ sottolinea il coach ­ e questa coerenza è stata vincente, perché ha creato uno "spirito della Pallacanestro Trieste" in ogni membro dello staff e della squadra. Abbiamo cominciato a costruire una tradizione, un'identità triestina".
E' il proseguimento logico di quanto Pancotto ha iniziato l'anno scorso: appena ritornato a Trieste per portare la squadra alla salvezza, non aveva preteso nulla di più di quanto c'era già in casa: quelli erano i giocatori, e con quelli Trieste doveva restare in serie A. Missione compiuta.
Il mantenimento di uno stile e di un programma hanno avuto una risposta precisa sul parquet: "La nostra è stata una stagione di grande regolarità, con dodici vittorie all'andata e sette nel ritorno", spiega Pancotto, "siamo sempre stati tra il sesto e il settimo posto, la salvezza è arrivata con mesi di anticipo e abbiamo conquistato l'ingresso nelle Final Eight di Coppa Italia, il nostro primo grande obiettivo dopo la certezza della serie A. Siamo stati considerati una rivelazione. Adesso siamo entrati nei playoff dalla porta principale: un settimo posto frutto del lavoro costante di ogni singolo elemento del nostro gruppo".
Un piazzamento che assume ulteriore valore se si pensa che Udine, la rivelazione della stagione scorsa, arrivò settima con una percentuale di vittorie del 47% (16-18), mentre la Coop Nordest ha chiuso la regular season con il 52,7% (19-17).
Sul piano dei valori, Trieste ha indubbiamente dato più di quanto sulla carta era ragionevole chiederle: "Non eravamo la squadra tecnicamente più forte tra quelle di seconda e terza fascia", conferma Cesare, "ma sicuramente siamo quelli che ci hanno messo più cuore, con l'imperativo di giocare sempre meglio e con più continuità dei nostri avversari per essere competitivi. Questa è stata una sfida avvincente vissuta da società, staff, squadra e pubblico con una identificazione che ha fatto crescere la stima e la simpatia nei confronti della Pallacanestro Trieste".
La disamina su quello che è stato deve ora lasciare il posto a quello che deve ancora essere, perché, spiega Pancotto, "nei playoff dobbiamo costruire un evento pari al grande campionato che abbiamo fatto. E' un momento molto importante per la famiglia della Pallacanestro Trieste, che ci darà la possibilità per le prossime due settimane di sentirci ancora protagonisti del basket italiano. Sappiamo che non siamo più forti, perché tecnicamente Varese ci è superiore. Ma andremo a questa ennesima sfida cercando di strappare con i denti un traguardo inimmaginabile all'inizio della stagione".
I complimenti di Pancotto a Siena
Siena vincente in Coppa è l'argomento del giorno anche in casa Coop Nordest: dai dirigenti allo staff tecnico, ai giocatori stessi è un costante e continuo coro di elogi per la bella affermazione senese. Tra tutti però spicca la felicità di Cesare Pancotto. Perché il suo, con la città toscana, è un rapporto di grande amore. Sempre ricambiato, anche se ormai sono passati tanti anni da quando il coach biancorosso riportava in auge il basket senese: "Non posso che essere felice per la città dove ho lavorato con grande soddisfazione per quattro lunghi anni. Aiutandola a crescere e traghettandola dalla A2 alla Korac". Spesso Pancotto porta la Siena attuale a esempio da seguire, "perché negli anni è andata sempre migliorando, con una politica concreta fatta di tanti piccoli importanti innesti. Adesso è arrivata la consacrazione: una vittoria che tutti devono festeggiare con l'orgoglio di chi vede un club della propria nazione trionfare in Europa". Che si tratti poi della "sua" Siena, per Cesare Pancotto è il massimo.
Prevendita: la carica dei 700
Nemmeno tre giorni di prevendita e già si può parlare di record. Settecento infatti sono stati gli abbonati che hanno fatto visita alla sede della società per acquistare il biglietto per garauno dei playoff e confermare così il proprio posto. Una ulteriore dimostrazione di stima e affetto che ha convinto la società ad aprire anche domenica. Nulla di strano tranne la sede: non via dei Macelli ma lo stand Loy Wagen presso la Bavisela. Oggi si ricomincia con la prevendita in sede.
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