TREVISO per adesso ha sempre comandato con la Virtus, Ginobili negli ultimi quattro tornei giocati (Eurolega 2001, play-off scudetto 2001, Coppa America 2001 e Coppa Italia 2002), ha sempre preso l´mvp, il premio per il miglior giocatore. Qualcuno dovrà cedere qualcosa. La vigilia Kinder-Benetton non è solo questo, rappresenta lo zenith stagionale. E´ quindi ovvio chiedere a Gino, prima dell´ultimo allenamento all´Arcoveggio e della notte con la squadra in un albergo cittadino, quali sono le contromisure o l´impatto da mettere sul parquet per passare il primo gradino del week-end Euroleague.
«Come dobbiamo fare? Non ci sono parecchie alternative. Il solito, ma con un livello superiore. Sono le esperienze avute che me lo fanno dire. Siamo sempre arrivati in fondo con loro: e abbiamo sempre sbagliato qualche cosa. Poco, ma purtroppo è bastato: questo progresso è imperativo». Magari quel "passi", che ha mangiato il gol in campionato pesa ancora? «Ogni tanto ci penso. Se non sbagliavo forse eravamo primi... La sconfitta non è arrivata solo per quello, però».
La Benetton comunque dà l´impressione di essere molto «indipendente» dal gioco e dalla difesa altrui: segna in ogni caso e, per starle davanti, pare obbligatorio piazzarle almeno 90 punti. «L´attacco è la loro forza, ma sul punteggio non starei troppo a sottilizzare, quello dipende anche dal numero dei possessi. Edney rimane la chiave di volta: bisogna cercare di limitarlo quando governa la palla, senza lasciare troppo a spasso i compagni. I loro punti vengono spesso da azioni veloci: bombe in transizione, quando sono in vantaggio numerico, canestri dopo averne appena subito uno, scattando sulla rimessa. Sono queste le falle da chiudere».
Rispetto alla Treviso incrociata nel recente passato, c´è però un Bell in più. «Un´addizione di tiro e uno contro uno. Bell è dotato atleticamente, ma gioca sempre al posto di qualcun altro, non sono in sei. Noi abbiamo Granger, che una mano può darla, anche se è qui da una settimana, non da un mese, e soprattutto Rashard, che Treviso non ha mai affrontato in uno stato di buona forma».
Pluridecorato a livello collettivo e individuale, per Ginobili questa Final Four potrebbe rappresentare la consacrazione definitiva? «L´evento che vivremo è un grande concentrato di tensione e anche esposizione. Tutto in una sera, puoi pensare solo a quella. Per l´ambiente è il massimo, ma guardarla come una vetrina personale non esiste. Certo se uno vince due partite ci fa un figurone: ma credo che se la Kinder perderà e io giocherò male, le mie stagioni qui non verranno considerate negative. Non sono un trampolino, anche se è chiaro, come dicono già tutti, che all´Nba siamo più vicini che mai: e tutti vogliono mettere le mani su questo trofeo, anche se in conferenza stampa ufficiale sono stato l´unico io a dirlo».
E chi ha la stoffa migliore per arrivarci? «Siamo lì. Nessuno adesso ha il 50% di possibilità di vittoria: tutte intorno al 25%. La torta in partenza è in fette uguali». E quindi non ci sono preferenze, toccandosi, per un´eventuale avversaria nella finalissima? «Non ci ho neanche pensato. Forse il Maccabi è più completo e il Pana dotato negli esterni. Ma dovremo sempre batter prima la Benetton: che è, come le altre partecipanti, una delle migliori quattro d´Europa. Il 100% dei nostri pensieri è su di loro e magari lo 0-3 stagionale ci fa stare meno tranquilli, mettendoci quella tensione positiva in più, se per caso ne servisse ancora».
Da Mvp uscente, per chiudere, qualche pronostico sui colleghi. «Conta chi vince la finale e come si gioca in quella. Quindi è presto: se devo sbilanciarmi su qualche sorpresa, lo faccio con Besok, Mulaomerovic e Kutluay».
Francesco Forni
«Come dobbiamo fare? Non ci sono parecchie alternative. Il solito, ma con un livello superiore. Sono le esperienze avute che me lo fanno dire. Siamo sempre arrivati in fondo con loro: e abbiamo sempre sbagliato qualche cosa. Poco, ma purtroppo è bastato: questo progresso è imperativo». Magari quel "passi", che ha mangiato il gol in campionato pesa ancora? «Ogni tanto ci penso. Se non sbagliavo forse eravamo primi... La sconfitta non è arrivata solo per quello, però».
La Benetton comunque dà l´impressione di essere molto «indipendente» dal gioco e dalla difesa altrui: segna in ogni caso e, per starle davanti, pare obbligatorio piazzarle almeno 90 punti. «L´attacco è la loro forza, ma sul punteggio non starei troppo a sottilizzare, quello dipende anche dal numero dei possessi. Edney rimane la chiave di volta: bisogna cercare di limitarlo quando governa la palla, senza lasciare troppo a spasso i compagni. I loro punti vengono spesso da azioni veloci: bombe in transizione, quando sono in vantaggio numerico, canestri dopo averne appena subito uno, scattando sulla rimessa. Sono queste le falle da chiudere».
Rispetto alla Treviso incrociata nel recente passato, c´è però un Bell in più. «Un´addizione di tiro e uno contro uno. Bell è dotato atleticamente, ma gioca sempre al posto di qualcun altro, non sono in sei. Noi abbiamo Granger, che una mano può darla, anche se è qui da una settimana, non da un mese, e soprattutto Rashard, che Treviso non ha mai affrontato in uno stato di buona forma».
Pluridecorato a livello collettivo e individuale, per Ginobili questa Final Four potrebbe rappresentare la consacrazione definitiva? «L´evento che vivremo è un grande concentrato di tensione e anche esposizione. Tutto in una sera, puoi pensare solo a quella. Per l´ambiente è il massimo, ma guardarla come una vetrina personale non esiste. Certo se uno vince due partite ci fa un figurone: ma credo che se la Kinder perderà e io giocherò male, le mie stagioni qui non verranno considerate negative. Non sono un trampolino, anche se è chiaro, come dicono già tutti, che all´Nba siamo più vicini che mai: e tutti vogliono mettere le mani su questo trofeo, anche se in conferenza stampa ufficiale sono stato l´unico io a dirlo».
E chi ha la stoffa migliore per arrivarci? «Siamo lì. Nessuno adesso ha il 50% di possibilità di vittoria: tutte intorno al 25%. La torta in partenza è in fette uguali». E quindi non ci sono preferenze, toccandosi, per un´eventuale avversaria nella finalissima? «Non ci ho neanche pensato. Forse il Maccabi è più completo e il Pana dotato negli esterni. Ma dovremo sempre batter prima la Benetton: che è, come le altre partecipanti, una delle migliori quattro d´Europa. Il 100% dei nostri pensieri è su di loro e magari lo 0-3 stagionale ci fa stare meno tranquilli, mettendoci quella tensione positiva in più, se per caso ne servisse ancora».
Da Mvp uscente, per chiudere, qualche pronostico sui colleghi. «Conta chi vince la finale e come si gioca in quella. Quindi è presto: se devo sbilanciarmi su qualche sorpresa, lo faccio con Besok, Mulaomerovic e Kutluay».
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica
