Nella stagione della retrocessione hanno indossato la casacca della Fillattice quindici giocatori. Visto il risultato finale è difficile pensare che qualcuno meriti la sufficienza, ma bisogna sempre tenere conto del contesto in cui ci si trova e di quanto ognuno ha realmente prodotto in relazione alle proprie potenzialità. Il caso di Shane Heal è emblematico. Il play australiano è arrivato ad Imola per disputare l'ultimo scorcio di stagione e non si può certo dire che non abbia fatto in pieno il suo dovere. Anzi, Heal ha dimostrato grande professionalità tentando l'impossibile per portare l'Andrea Costa alla salvezza. Poi ci sono quei giocatori sui quali è stata costruita la squadra ad agosto. Alcuni sono stati sbagliati (Bailey e Gray su tutti), perché gli è stato chiesto di fare cose che non erano nel loro dna: Toby non è un leader e Sly non è un pivot...
In più c'è chi ha giocato degli spezzoni (Labella, Respert e Fazzi), chi nemmeno quelli (Romboli, Grasso e Loriga) e chi, infine, era meglio lasciare dall'altra parte dell'oceano (Turner e Kurtz).
C' anche chi, vedi Moltedo e Savio, si è espresso su discreti livelli, chi, tutto sommato, ha fatto più di quanto doveva (Ambrassa) e chi, purtroppo, ha tirato i remi in barca cullandosi troppo presti sugli allori, vero Harperone?
In chiusura, visto che non c'era spazio nel «pagellone», diamo i voti anche ai due coach. Ad Alex Finelli va un'insufficienza grave, un 4, per non aver saputo allestire il gruppo giusto (ma le colpe non sono solo sue) e per aver chiuso l'andata ad 8 punti, mentre ad Andrea Mazzon diamo un 6 pieno per aver sfiorato un'impresa quasi impossibile, viste le premesse.
La rubrica di Mazzon. A proposito di Mazzon, questa settimana non troverete l'abituale rubrica del coach veneto che, tra impegni vari, si è giustamente preso un piccolo (e meritato) break. Giovedì prossimo, però, il «Punto di Mazzon» tornerà ad impreziosire questa pagina. La collaborazione terminerà, poi, quattro settimane dopo e, da parte nostra, è grande la speranza che anche l'anno prossimo l'ex coach di Verona continui a scrivere per la nostra testata, oltre ad allenare l'Andrea Costa.
Federico Boschi
In più c'è chi ha giocato degli spezzoni (Labella, Respert e Fazzi), chi nemmeno quelli (Romboli, Grasso e Loriga) e chi, infine, era meglio lasciare dall'altra parte dell'oceano (Turner e Kurtz).
C' anche chi, vedi Moltedo e Savio, si è espresso su discreti livelli, chi, tutto sommato, ha fatto più di quanto doveva (Ambrassa) e chi, purtroppo, ha tirato i remi in barca cullandosi troppo presti sugli allori, vero Harperone?
In chiusura, visto che non c'era spazio nel «pagellone», diamo i voti anche ai due coach. Ad Alex Finelli va un'insufficienza grave, un 4, per non aver saputo allestire il gruppo giusto (ma le colpe non sono solo sue) e per aver chiuso l'andata ad 8 punti, mentre ad Andrea Mazzon diamo un 6 pieno per aver sfiorato un'impresa quasi impossibile, viste le premesse.
La rubrica di Mazzon. A proposito di Mazzon, questa settimana non troverete l'abituale rubrica del coach veneto che, tra impegni vari, si è giustamente preso un piccolo (e meritato) break. Giovedì prossimo, però, il «Punto di Mazzon» tornerà ad impreziosire questa pagina. La collaborazione terminerà, poi, quattro settimane dopo e, da parte nostra, è grande la speranza che anche l'anno prossimo l'ex coach di Verona continui a scrivere per la nostra testata, oltre ad allenare l'Andrea Costa.
Federico Boschi
Fonte: Il Resto del Carlino