REGGIO CALABRIA – Troviamo Tonino Zorzi nel suo ufficio di Modena e approfittiamo del momento di piena tranquillità per tracciare con lui un bilancio di questo campionato. «Se dovessi parlare di un bilancio finale non potrei dire altro che è stato positivo. Ne abbiamo passate tante. Non è stato facile cambiare continuamente giocatori, inserendo sempre nuovi elementi, con l'evidente problema dell'assemblamento. Giungevano tra l'altro atleti ancora non in forma, fatta eccezione per Eubanks che in pratica è stato l'unico ad essersi presentato in ottime condizioni fisiche. Abbiamo perso per strada anche qualche buon elemento come il francese Sy, che voleva garantito un ampio minutaggio e che avrebbe potuto creare problemi a tutta la squadra».
– Dopo tanti problemi sono giunte le cinque vittorie consecutive del rilancio. «Ci sono state anche dodici sconfitte consecutive a creare una situazione problematica. Ma in questi frangenti difficili il fattore più importante e positivo è stato l'atteggiamento della società. È riuscita a supportarci consentendoci di continuare a lavorare in piena tranquillità. Alle squadre che perdono servono soprattutto delle motivazioni, e noi le abbiamo avute da parte di Silipo, e dai tifosi che nonostante tutto ci sono stati molto vicini. Tutti hanno compreso il nostro dramma, ma hanno anche dato ampio credito alla nostra professionalità».
– Uno dei pochi ad avere creduto sempre nel raggiungimento della salvezza è stato proprio lei. «Più a livello epidermico che di calcolo matematico. Non abbiamo mai fatto la corsa su nessuno, giocando per noi stessi nell'intento di recuperare. Doo le cinque vittorie consecutive si sentiva parlare nell'ambiente dei tifosi di una eventuale ammissione ai play-off. Magari, ma bisognava migliorare il gioco e l'assieme per formare quel gruppo che alla fine ci ha consentito di farcela. Dopo le prime quattro siamo la squadra che ha il maggior numero di vittorie fuori casa».
– Una vittoria preannunciata contro la Skipper. «Volevo e volevamo vincere per chiudere in bellezza un anno nato male. L'ho detto ai miei giocatori che sarebbe stata una partita dura e che se li avessimo portati a giocare sui nostri ritmi, avremmo potuto farcela.
– Questo campionato ormai fa parte del passato e lei sta continuando a tenere sotto allenamento i giovani, soprattutto Eze, che possiamo dire sia stata una scommessa. «Il mio contratto mi vede impegnato con la Viola sino al 30 giugno. Non posso lavorare per il futuro se prima la viola non mi darà un preciso segnale. Nei matrimoni bisogna essere sempre in due. Per quanto mi riguarda Reggio e la Viola rappresentano una realtà positiva. Ci si trova bene e si può lavorare, sia con i dirigenti che con i tifosi con molta serenità».
– Dopo la fine dello scorso campionato, caos societario a parte, la viola si ritrovava con un organico al lumicino, con i soli Delfino e Palladino sotto contratto. Oggi invece, grazie alla lungimiranza del presidente Silipo e del Barrile c'è un organico che comprende Montecchia, Delfino, Tomidy, Williams ed Eze, Dacic Mazzarino. Una squadra che ha bisogno di appena tre ritocchi per potersi dire completa. «C'è da considerare anche l'eventualità Eubanks che con i suoi 35 anni potrebbe restare. Forse è prematuro parlare di questi argomenti ma conoscendo il presidente sono convinto che dopo gli sforzi e sacrifici di quest'anno ha intenzione di allestire una squadra veramente competitiva».
Francesco Calafiore
– Dopo tanti problemi sono giunte le cinque vittorie consecutive del rilancio. «Ci sono state anche dodici sconfitte consecutive a creare una situazione problematica. Ma in questi frangenti difficili il fattore più importante e positivo è stato l'atteggiamento della società. È riuscita a supportarci consentendoci di continuare a lavorare in piena tranquillità. Alle squadre che perdono servono soprattutto delle motivazioni, e noi le abbiamo avute da parte di Silipo, e dai tifosi che nonostante tutto ci sono stati molto vicini. Tutti hanno compreso il nostro dramma, ma hanno anche dato ampio credito alla nostra professionalità».
– Uno dei pochi ad avere creduto sempre nel raggiungimento della salvezza è stato proprio lei. «Più a livello epidermico che di calcolo matematico. Non abbiamo mai fatto la corsa su nessuno, giocando per noi stessi nell'intento di recuperare. Doo le cinque vittorie consecutive si sentiva parlare nell'ambiente dei tifosi di una eventuale ammissione ai play-off. Magari, ma bisognava migliorare il gioco e l'assieme per formare quel gruppo che alla fine ci ha consentito di farcela. Dopo le prime quattro siamo la squadra che ha il maggior numero di vittorie fuori casa».
– Una vittoria preannunciata contro la Skipper. «Volevo e volevamo vincere per chiudere in bellezza un anno nato male. L'ho detto ai miei giocatori che sarebbe stata una partita dura e che se li avessimo portati a giocare sui nostri ritmi, avremmo potuto farcela.
– Questo campionato ormai fa parte del passato e lei sta continuando a tenere sotto allenamento i giovani, soprattutto Eze, che possiamo dire sia stata una scommessa. «Il mio contratto mi vede impegnato con la Viola sino al 30 giugno. Non posso lavorare per il futuro se prima la viola non mi darà un preciso segnale. Nei matrimoni bisogna essere sempre in due. Per quanto mi riguarda Reggio e la Viola rappresentano una realtà positiva. Ci si trova bene e si può lavorare, sia con i dirigenti che con i tifosi con molta serenità».
– Dopo la fine dello scorso campionato, caos societario a parte, la viola si ritrovava con un organico al lumicino, con i soli Delfino e Palladino sotto contratto. Oggi invece, grazie alla lungimiranza del presidente Silipo e del Barrile c'è un organico che comprende Montecchia, Delfino, Tomidy, Williams ed Eze, Dacic Mazzarino. Una squadra che ha bisogno di appena tre ritocchi per potersi dire completa. «C'è da considerare anche l'eventualità Eubanks che con i suoi 35 anni potrebbe restare. Forse è prematuro parlare di questi argomenti ma conoscendo il presidente sono convinto che dopo gli sforzi e sacrifici di quest'anno ha intenzione di allestire una squadra veramente competitiva».
Francesco Calafiore