L’Europa dei canestri oggi si mette il frac e in una delle sue capitali, quella Bologna che non a caso è ribattezzata Basket-City, sceglie le due finaliste dell’Eurolega. Cominceranno, alle 18, Maccabi Tel Aviv e Panathinaikos Atene, incontro delicato anche sotto altri aspetti (il cordone di sicurezza attorno agli israeliani e ai 2000 tifosi; il «calore» - eufemismo - dei sostenitori greci, non meno numerosi); concluderanno poi le semifinali, alle 20.30, Kinder Bologna e Benetton Treviso. Il derby italiano è il punto d’orgoglio del basket nazionale. Siena ha appena conquistato la Saporta Cup, la Bologna bianconera vuole confermare il titolo del 2001, la sempre presente Treviso spera di levarglielo: in questo momento nessun altro Paese, nemmeno Spagna, Turchia, Jugoslavia e Francia, che spediscono loro talenti nella Nba, vanta simili risultati.
Non ci illudiamo, perché se è vero che la qualità sta nei giocatori che produci, allora è meglio essere turchi o spagnoli; tuttavia, ci consoliamo. Per la Kinder, campione e squadra di casa, c’è un ulteriore stimolo. Ce lo spiega Ettore Messina: «Questa è la finale che riunifica le corone, dopo la guerra di un anno fa tra Fiba ed Eurolega e la disputa di due tornei: se rivinceremo, saremo decisamente noi, i campioni».
Dall’altra parte Mike D’Antoni guida una Treviso che ha tutto per mettere in difficoltà la corazzata Virtus: «La Kinder è un riferimento: proveremo a batterla ancora, come quest’anno ci è già successo tre volte». Bologna si è intanto rafforzata con Antonio Granger, ma verosimilmente punterà su vecchi equilibri: solida difesa e molta concretezza. «È una coppa chiave per noi» ribatte Messina. Ha ragione: in una stagione tribolata, dove i successi (Coppa Italia) si sono alternati a infortuni, a rovesci e a decisioni assurde (il licenziamento del tecnico) poi rientrate, rivincere l’Eurolega sistemerebbe tante cose.
f. van.
Non ci illudiamo, perché se è vero che la qualità sta nei giocatori che produci, allora è meglio essere turchi o spagnoli; tuttavia, ci consoliamo. Per la Kinder, campione e squadra di casa, c’è un ulteriore stimolo. Ce lo spiega Ettore Messina: «Questa è la finale che riunifica le corone, dopo la guerra di un anno fa tra Fiba ed Eurolega e la disputa di due tornei: se rivinceremo, saremo decisamente noi, i campioni».
Dall’altra parte Mike D’Antoni guida una Treviso che ha tutto per mettere in difficoltà la corazzata Virtus: «La Kinder è un riferimento: proveremo a batterla ancora, come quest’anno ci è già successo tre volte». Bologna si è intanto rafforzata con Antonio Granger, ma verosimilmente punterà su vecchi equilibri: solida difesa e molta concretezza. «È una coppa chiave per noi» ribatte Messina. Ha ragione: in una stagione tribolata, dove i successi (Coppa Italia) si sono alternati a infortuni, a rovesci e a decisioni assurde (il licenziamento del tecnico) poi rientrate, rivincere l’Eurolega sistemerebbe tante cose.
f. van.