BOLOGNA. Spettacolo alla Final Four è anche ciò che accade al di fuori del campo, cioè sugli spalti. E già nella prima semifinale i tifosi greci ed israeliani hanno offerto il meglio del loro repertorio. Innanzitutto è stata gente correttissima, non è volata nemmeno una carta, un esempio per certi nostri pubblici beceri ed incivili. Il PalaMalaguti era quasi per metà chiazzato di giallo Maccabi, i biancoverdi ellenici stavano dalla parte opposta di quelli trevigiani. Da ammirare doppiamente, quelli greci, che passano per gente, diciamo così, un po' esagitata: non hanno smesso un secondo di cantare la stessa canzone, sempre quella. Un po' monotoni, magari, ma eccezionali. Più compassati quelli israeliani, anche se più numerosi. Poi, quando a metà del primo quarto somo entrati i sostenitori della Benetton, subito sono cominciati i cori con quelli di Bologna: anche qui il tutto è rientrato nella normalità. Spettacolo è pure osservare Zelimir Obradovic durante la partita: a Treviso lo conosciamo bene, è veramente il Trapattoni del basket: fischia, si agita, non sta un attimo fermo, si incavola di brutto con Alvertis che aveva appena segnato una bomba (!), non altrettanto poco dopo con una tripla di Kutluay più il fallo... David Blatt, coach americano del Maccabi, è apparso molto più inerte, come del resto la sua squadra. Eccezionali pure i sostenitori della Benetton: compatti, uniti, sonori. Striscioni dei Rebels, Firenze, Area Biancoverde Vittorio Veneto, Nicola Fans Club, Roligans, Gruppo Bronsa. Treviso è una grande squadra e merita di avere dei grandi tifosi, hanno fatto più baccano di quelli della Kinder, e non stiamo scherzando. Erano quasi 1300, i biglietti erano letteralmente andati a ruba. Ma l'Eurolega per la terza volta nella storia del basket della Marca li ha respinti.
si.fo.
si.fo.
