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Bodiroga, grande avversario

Quarta finale di Eurolega per Messina che rende merito al collega-rivale, Obradovic, e al giocatore che questa sera, dalle 20,30, potrebbe creargli più di un problema, Dejan Bodiroga.
Messina, cominciamo dal Panathinaikos.
«Li ho visti giocare. Obradovic e io siamo considerati due allenatori monotoni. Invece lui, contro il Maccabi, s'è inventato una gara con 4 piccoli, che pochi avrebbero azzardato. E' più pericoloso di un serpente a sonagli».
Lei e Obradovic in semifinale avete eliminato due allenatori americani.
“«on credo che le gare siano state vinte da me o da lui, ma dai giocatori. Non è secondario che nei nostri club ci siano molti europei.
La Nba sta prendendo qualcosa da noi, come la difesa a zona, o molti giocatori che là sono divenuti campioni affermati. Mi scoccia che il metro di paragone sia sempre quello della Nba».
Torniamo alla finale. Cosa teme maggiormente? «Per noi l'aspetto più importante sia recuperare energie fisiche e mentali, abbiamo speso tantissimo. E abbiamo un precedente, l'esperienza di Monaco e la semifinale tutta italiana con la Fortitudo».
Però“Dal punto di vista tattico sarà una gara diversa. La Benetton va al tiro in modo veloce, scegliendo la prima opzione. Il Panathinaikos no.
Va alla ricerca della soluzione migliore, scartandone altre. Così vanno al tiro dopo 22-23 secondi. Ti costringono a restare lì, in difesa. Con il rischio che tu, recuperato il pallone, provi a spingere. E facendoti prendere dalla foga, gli regali altri 22-23 secondi in attacco. Dovremo spingere con attenzione. La gara sarà simile ai confronti che abbiamo avuto con l'Efes».
Come fermare Bodiroga? «Non lo so. Devo parlarne ancora con Consolini e Molin«.
Kinder e il Panathinaikos. Le due squadre più forti dal punto di vista mentale, è d'accordo? «Credo che sia così. Prendo questa motivazione per girarla alla mia squadra. E' un complimento ai miei, sia chiaro, non una critica ad altri».
Il duello tra lei e Obradovic. Il suo successo nel 1998 costrinse Zelimir a rivedere alcune cose… «Era molto nikoliciano, se mi passate il termine. Anch'io ho cambiato, grazie ai giocatori che ho avuto. Non è facile mettersi in discussione, perché entri in crisi. Rischi il crollo, soprattutto quando hai vinto molto. Per questo ti affidi alle cose che ti hanno aiutato a vincere.
E' stato bravo anche in questo».
Ha citato il precedente di Monaco. Ma quella era una Virtus più logora.
«Ho provato a convincermi. Per un po' ce l'ho fatta, poi ho riflettuto. Quella squadra, seppur logora, seppe recuperare 15 punti nell'ultimo quarto. Segno che il problema non erano le gambe, ma la testa. Per questo continuo a pensare che dobbiamo cercare di recuperare le energie mentali»
Un paradosso: Bodiroga è il miglior giocatore d'Europa. O il miglior europeo. Ma a voi potrebbe creare meno problemi del folletto Edney.
«Non lo so, non abbiamo mai giocato contro di lui. Sappiamo che lui ha grande personalità. Di più: è un giocatore che ammiro molto. Un gentleman, in campo e fuori. Gioca con grande fiducia nei propri mezzi.
E' il pericolo pubblico numero uno».
Alessandro Gallo
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