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Kinder, il sogno in una notte

Con il Panathinaikos la finalissima per il titolo continentale

BOLOGNA - Quinta sfida europea per la Virtus bianconera che affronta il Panathinaikos sognando un successo per non scendere dal gradino più d’alto del continente dove le Vu nere sono salite un anno fa battendo il Tau. Epilogo, questo dell’Eurolega per la Kinder, che porta la firma di Ettore Messina che oggi dirigerà la sua 16sima finale dalla panca bolognese: fin qui di trofei il coach ne ha vinti dieci e non ha fallito gli ultimi cinque. Autentico protagonista fino in fondo, dominatore in un lavoro nel quale non lascia nulla al caso. Il coach troverà, stasera (si gioca alle 20.30, diretta su Tele+nero) il Panathinaikos di Zelimir Obradovic ma, soprattutto, di Dejan Bodiroga, viso d’angelo che ha capovolto la semifinale contro il Maccabi decidendo lui quando era venuto il tempo di vincere mettendosi a disposizione della squadra. Messina sorride pensando alla finale, la sua grande rivincita nei confronti del patron Madrigali che un mese fa gli aveva tolto la panchina. La possibilità di fallire - ma con la sua Kinder è ipotesi remota - non gli fa perdere il sonno. «Ci sono tante squadre che non hanno mai avuto il piacere di vivere questa emozione» è la sua risposta. Prepara, l’allenatore, il gran finale: non appare del tutto sicuro che l’anno prossimo, quando la Virtus non si chiamerà più Kinder (la Ferrero lascerà) e senza un altro proprietario - esiste una cordata, soprattutto politica, perché ci sono alcuni politici o ex - che Messina rimarrà qui. Il suo destino? Di certo in Italia, dove in una grande città potrebbe andare con una bella dote: Ginobili (il suo escape costa un milione di dollari) e il pivottone Griffith.
Kinder e Panathinaikos, amori grandi di due popoli cestistici che in loro vedono un simbolo di fede non soltanto sportiva oltre che squadroni per un grande viaggio. Kinder e Panathinaikos guidati da due coach come Messina e Obradovic interpreti di un basket europeo non inferiore a quello Nba. L’altra sera loro due hanno messo kappaò quello di tecnici di marca Usa quali D’Antoni (Benetton) e Blatt (Maccabi). «Non credo che abbiamo vinto noi due - osserva il coach della Kinder riferendosi anche a Obradovic - ma non è un caso che nelle nostre squadre ci sono tanti europei. La Nba? Ha preso molto da qui, la zona, i giocatori. Forse nella vecchia Europa la pallacanestro ha radici importanti». Dicevamo di Bodiroga, il talento che ci siamo fatti scappare e peccato che il suo amore con Valentina, ragazza di Trieste, non sia sbocciato nel matrimonio. Interprete di un basket totale, Bodi sa essere terribile in ogni angolo del campo. E questa sarà una finale sotto il suo segno. «Bodiroga per loro con tutta la sua personalità, il collettivo per noi - ha sintetizzato Messina - ma sarà importante il controllo dei rimbalzi per far partire il contropiede». Griffith, Andersen e Smodis danno ampie garanzie contro Darryl Middleton e Papadopoulos.
Carlo Santi
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