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La sfida infinita contro se stessa

Rigaudeau o Jaric per Bodiroga, ma anche Smodis

INDOTTA ormai a sfidare anzitutto se stessa, le mirabolanti sequenze di successi che fanno già storia, e non più solo cronaca, la Kinder assalta stasera il suo ennesimo Everest. Per stare al recente, la partita interna è col dominio inattaccabile del presidente Madrigali: quattro trofei vinti e nessuno perso, nell´ora di assaltare il quinto. Per stare al passato, e ad un riferimento stavolta esterno, la sfida è fare il bis, come da un pezzo non riesce a nessuna squadra l´anno dopo aver vinto: gli ultimi furono, addirittura con un tris dall´89 al ´91, quelli della Jugoplastika Spalato, in un´epoca in cui il loro paese era ancora unito e quella squadra ne simboleggiava il crogiolo azzeccatissimo.
Ma le sfide vere, si sa, sono contro altri uomini che hanno lo stesso obiettivo. E il Panathinaikos, quanto pure a recente palmares, non è molto lontano dalla Kinder. E´ forte, esperto, ruvido, ben allenato e ha appena ribadito, castigando il Maccabi, che in una finale il know how tattico, abilmente maneggiato dal suo coach, conta più dei talenti da sbrigliare sul campo.
Visto l´altra sera il magnifico Bodiroga toreare gli israeliani col tocco d´una grazia superiore, l´enigma della città del tifo s´è subito sposstato alla puntata successiva, quella più cara e sofferta. Riuscirà la Virtus a fermare il ragazzo che sorride e, con lui, l´armata dei trifogli? Bodiroga parte addirittura play, porta palla nell´avvio dei giochi, poi si defila e finisce spesso in ruolo 4, come secondo lungo, anche spalle a canestro per lucrare falli o sfruttare la virata che è il suo prodigio tecnico, perché non è velocissima, ma ha meccaniche perfette (massime, il tiro in ricaduta). Messina allinea play alti e, una volta scacciato l´incubo Edney, potrà opporli a Bodiroga come gente di analogo compasso: Jaric o Rigaudeau, ovvio. Ma può pure pensare a una marcatura grossa, come Smodis. O agile, come Ginobili. Ne vedremo tante, forse le vedremo tutte. Piuttosto, ci sarà da scrutare l´altra faccia della moneta: quando Bodiroga dovrà difendere sul 4 virtussino, troverà spesso un lungo (Smodis, Andersen), perché Messina difficilmente abbasserà il suo quintetto per adeguarsi. Anche qui andrà valutata la risposta di Obradovic, uno che in panca non dorme.
Il nodo è quello, ma non solo quello. L´altro nodo è il ritmo cui la Virtus riuscirà a giocare, cercando di alzarlo ma senza renderlo frenetico. E ancora andrà capito chi brillerà accanto a Bodiroga, che da solo difficilmente può vincere una partita così enorme. Se tacciono i fucili di Alvertis e Kutluay, se Mula va a sbattere, se Middleton non vince in agilità (come sa) contro la massa di Griffith, magari il quiz non è più nemmeno Bodiroga. Ma è inutile, in fondo, leggere prima questi fondi di caffè. Si fa per ingannare l´attesa, che è lunga e nervosa. Poi, tanto, la giocano loro.
(w.f.)
Fonte: La Repubblica
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