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Bulleri spiega la Benetton

"Siamo mentalmente stanchi"

Silvano Focarelli

A questo punto la Benetton farebbe meglio a darsi al cinema, ci sono tante pellicole a lei adatte: Fino all'ultimo respiro, Il filo del rasoio, Batticuore, Un anno vissuto pericolosamente... Sulle partite dei «casual» che, nel bene e nel male, si decidono solo in extremis si può pure scherzare, ma sino ad un certo punto: a parte i coccoloni che fa rischiare alla gente anche quando se ne potrebbe fare a meno, il pericolo vero è di vanificare contro i peones ciò che di buono si è costruita battendo fior di vip. Meno male che, ogni tanto, ci pensa qualcuno a togliere le castagne dal fuoco: se poi costui è un ragazzo italiano fa ancora più piacere. Ed allora complimenti a Max Bullo Bulleri per quella coraggiosa bomba che, nel finale contro la Fillattice, è stata fondamentale. «Grazie, ma come sempre l'aspetto più importante è stata la nostra vittoria. Sul modo nel quale l'abbiamo raggiunta, invece, sarebbe meglio soprassedere, il risultato è l'unica cosa positiva della serata».
Dacci la tua versione: in voi cosa scatta ad un certo punto? «Ci sono diverse ragioni, ma giovedì eravamo stanchi a livello mentale, appena s'è visto che la partita era più facile del previsto abbiamo perso la concentrazione. Questo succede quando si giocano quattro gare alla settimana». Però D'Antoni parla di calo fisico. «Mah, questa è la sensazione di Mike, io mi sentivo bene, non so i miei compagni, magari lo sarà stato qualcuno che sta tirando la carretta dall'inizio della stagione. Tuttavia opterei per lo stress psicologico: eravamo sempre in ritardo di un secondo sulle rotazioni, sugli scivolamenti, qualche passaggio non perfetto».
La parte più faticosa, i play off, però, deve ancora arrivare. «Per prepararsi ai playoff c'è tempo. Oggi la cosa migliore sono questi due giorni e mezzo di riposo che abbiamo (la Benetton si ritrova al Palaverde domani pomeriggio, ndr) e che utilizzeremo per curare gli acciacchi, per recuperare Garbajosa e ricaricarci». Meno male che domani tocca a voi non giocare. «Penso proprio di sì. Prima di Barcellona abbiamo un'intera settimana senza impegni, per noi è importantissimo». A Barcellona non potrete dire che sarà tutto troppo facile...
«Finora abbiamo scherzato col fuoco con le piccole, mentre con le grandi, se non abbiamo vinto, ci siamo andati vicini». Cosa pensi del periodo d'involuzione di Mario Stojic? «In allenamento lavora forte, si ferma a tirare anche dopo la fine. In partita forse è consapevole di non rendere come potrebbe ed allora esita un po'. Ma presto ritornerà ad essere SuperMario...».
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