Il Panathinaikos sovverte tutti i pronostici, batte la Kinder 89-83 e consegna allo sport italiano la seconda scossa tellurica della giornata dopo il crollo dell'Inter nel campionato di calcio.
Il PalaMalaguti era quasi completamente colorato di bianconero così come l'Olimpico di Roma era tappezzato di nerazzurro, ma questo è il fascino straordinario dei vivere o morire sui campi di gioco.
Sconfitto un anno fa dal Maccabi nella finale di Suproleague, il PAO si è vendicato a Bologna contro la squadra che battè il Tau Vitoria nella prima finale di Euroleague giocando una partita perfetta.
La vittoria della squadra di Obradovic è stata meritatissima: i 'greens' hanno resisito alla sparatoria di Smodis e dell'ottimo Granger nel secondo quarto di gioco (da 23-23 a 32-23, poi 45-31 sul massimo vantaggio della partita), rintuzzando lo scarto giocandosela pallone su pallone, difendendo sempre meglio man mano che la partita progrediva e vincendo un'altra battaglia che sembrava perduta in partenza, quella sotto canestro.
Dove Griffith, l'uomo della svolta nella semifinale contro la Benetton ha patito le pene dell'inferno inizialmente contro Middleton, poi contro Papadopoulos, capace di 12 punti con 4/7 al tiro, 4/4 ai liberi in 17 minuti di utilizzo.
Smodis ha giocato una grande partita, ma i chiodi sulla bara della Virtus li ha piantati Johnny Rogers, 39 anni, l'uomo di una tripla incredibile doppiata da un mezzogancio che ha dato definitivamente inerzia al PAO (72-76 prima e 72-80 poi).
In mezzo, prima e dopo queste giocate, la Virtus ci ha messo del suo sbagliando 16 tiri liberi (25-41), attaccando sempre una difesa schierata straordinaria per intensità, non trovando mai e poi mai un segnale dal suo giocatore più vincente nel backcourt, Antoine Rigaudeau.
E Bodiroga? 21 punti (7/12; 1/2), 7 rimbalzi, 4 assist, 31 di valutazione, 7 falli subiti. Regalateci voi altri aggettivi per questo giocatore, assoluto dominatore della Final Four dopo essere stato MVP anche della Top 16.
"La nostra squadra ha giocato una grande partita - dirà a fine gara - difendendo meglio nel secondo tempo e attaccando in maniera pressochè perfetta nei secondi 20 minuti. Il titolo di MVP? Merito di tutta la squadra".
Ma la partita di Dejan leggetela anche con le cifre di Marko Jaric, spremuto in difesa su di lui: 4/12 dal campo e 3/8 ai liberi, cifre di lucidità che viene meno, pesanti nel bilancio statistico di una Kinder uscita sconfitta in tutte le voci, definitivamente respinta dalle
giocate strepitose di Kutluay, giocatore che probabilmente Obradovic non ama alla follia, ma che ha messo 22 punti e quelli della staffa, "prendendo il posto" di Alvertis, stupendo in avvio e pluridimensionale 'dietro' prima su Jaric, poi su Smodis
Obradovic ha fatto tutto il resto, portando sul trono d'Europa la squadra probabilmente più debole delle quattro ("Così pensavano tutti alla vigilia - spiegherà Obradovic in conferenza stampa -ma qui abbiamo giocato la pallacanestro migliore, fatta eccezione per il secondo quarto della Finale"), ribaltando sul campo pronostici, ipotesi e quell'"inferiorità" sotto canestro che l'ha portato a giocare con un assetto di squadra fatta di 4 esterni con Dejan point forward ed un solo centro. La Kinder che avrebbe dovuto mangiarseli col Moro e Andersen, alla fine si è vista obbligata a pareggiare lo schieramento piccolo con Rigaudeau mandato sulle piste di Rogers proprio nel momento in cui il Rosso ha piazzato il colpo del KO. E ha subito da Papadopoulos lo stesso trattamento riservato a Huffman e Besok in semifinale: ovvero una lunga serie di iniziative in uno contro uno che hanno distrutto morale e difese.
In sei anni passati assieme, Obradovic e Bodiroga hanno vinto tutto più volte con i clubs e la Nazionale: simile binomio vincente lo ritroviamo solo nella NBA con Phil Jackson e Michael Jordan.
La Kinder? Ha fatto comunque una cosa fantastica arrivando alle soglie di un memorabile back to back: Messina ha chiesto lo Scudetto, di sicuro le Vu nere avranno rabbia da vendere.
Gianmaria Vacirca
Il PalaMalaguti era quasi completamente colorato di bianconero così come l'Olimpico di Roma era tappezzato di nerazzurro, ma questo è il fascino straordinario dei vivere o morire sui campi di gioco.
Sconfitto un anno fa dal Maccabi nella finale di Suproleague, il PAO si è vendicato a Bologna contro la squadra che battè il Tau Vitoria nella prima finale di Euroleague giocando una partita perfetta.
La vittoria della squadra di Obradovic è stata meritatissima: i 'greens' hanno resisito alla sparatoria di Smodis e dell'ottimo Granger nel secondo quarto di gioco (da 23-23 a 32-23, poi 45-31 sul massimo vantaggio della partita), rintuzzando lo scarto giocandosela pallone su pallone, difendendo sempre meglio man mano che la partita progrediva e vincendo un'altra battaglia che sembrava perduta in partenza, quella sotto canestro.
Dove Griffith, l'uomo della svolta nella semifinale contro la Benetton ha patito le pene dell'inferno inizialmente contro Middleton, poi contro Papadopoulos, capace di 12 punti con 4/7 al tiro, 4/4 ai liberi in 17 minuti di utilizzo.
Smodis ha giocato una grande partita, ma i chiodi sulla bara della Virtus li ha piantati Johnny Rogers, 39 anni, l'uomo di una tripla incredibile doppiata da un mezzogancio che ha dato definitivamente inerzia al PAO (72-76 prima e 72-80 poi).
In mezzo, prima e dopo queste giocate, la Virtus ci ha messo del suo sbagliando 16 tiri liberi (25-41), attaccando sempre una difesa schierata straordinaria per intensità, non trovando mai e poi mai un segnale dal suo giocatore più vincente nel backcourt, Antoine Rigaudeau.
E Bodiroga? 21 punti (7/12; 1/2), 7 rimbalzi, 4 assist, 31 di valutazione, 7 falli subiti. Regalateci voi altri aggettivi per questo giocatore, assoluto dominatore della Final Four dopo essere stato MVP anche della Top 16.
"La nostra squadra ha giocato una grande partita - dirà a fine gara - difendendo meglio nel secondo tempo e attaccando in maniera pressochè perfetta nei secondi 20 minuti. Il titolo di MVP? Merito di tutta la squadra".
Ma la partita di Dejan leggetela anche con le cifre di Marko Jaric, spremuto in difesa su di lui: 4/12 dal campo e 3/8 ai liberi, cifre di lucidità che viene meno, pesanti nel bilancio statistico di una Kinder uscita sconfitta in tutte le voci, definitivamente respinta dalle
giocate strepitose di Kutluay, giocatore che probabilmente Obradovic non ama alla follia, ma che ha messo 22 punti e quelli della staffa, "prendendo il posto" di Alvertis, stupendo in avvio e pluridimensionale 'dietro' prima su Jaric, poi su Smodis
Obradovic ha fatto tutto il resto, portando sul trono d'Europa la squadra probabilmente più debole delle quattro ("Così pensavano tutti alla vigilia - spiegherà Obradovic in conferenza stampa -ma qui abbiamo giocato la pallacanestro migliore, fatta eccezione per il secondo quarto della Finale"), ribaltando sul campo pronostici, ipotesi e quell'"inferiorità" sotto canestro che l'ha portato a giocare con un assetto di squadra fatta di 4 esterni con Dejan point forward ed un solo centro. La Kinder che avrebbe dovuto mangiarseli col Moro e Andersen, alla fine si è vista obbligata a pareggiare lo schieramento piccolo con Rigaudeau mandato sulle piste di Rogers proprio nel momento in cui il Rosso ha piazzato il colpo del KO. E ha subito da Papadopoulos lo stesso trattamento riservato a Huffman e Besok in semifinale: ovvero una lunga serie di iniziative in uno contro uno che hanno distrutto morale e difese.
In sei anni passati assieme, Obradovic e Bodiroga hanno vinto tutto più volte con i clubs e la Nazionale: simile binomio vincente lo ritroviamo solo nella NBA con Phil Jackson e Michael Jordan.
La Kinder? Ha fatto comunque una cosa fantastica arrivando alle soglie di un memorabile back to back: Messina ha chiesto lo Scudetto, di sicuro le Vu nere avranno rabbia da vendere.
Gianmaria Vacirca