È la settimana che può cambiare il volto alla stagione della Snaidero. Partita ambiziosa, checchè se ne dica con il senno di poi, ha ottenuto salvezza e play - off scudetto nell’ultima settimana della stagione regolare di serie A. Ora può fare fruttare il secondo approdo di fila alle sfide tricolori, anche se le ha riprese proprio per la coda. Dovrà esorcizzare però la Monte Paschi del turco Ataman che, dopo quella di coppa Italia persa e l’altra di Saporta vinta, vuole anche la finale scudetto.
A Siena guiderà Udine in panchina coach Fabrizio Frates, che c’è appena ripassato da ex nella gara di ritorno in campionato. Contradaiolo ad honorem fra gli arancione è mitraglia Mauro Sartori, che nella città del Palio ha giocato per tre stagioni dal 1993 al 1996 ottenendo promozione in A1, play - off appunto e salvezza.
«Siena – spiega Sartori – è una piazza molto esigente, con una grande tradizione e parecchio attaccata alla squadra. È una città piccola, ma meravigliosa dove tutti sanno tutto di tutti. Se la squadra va bene, c’è molto calore attorno; altrimenti l’ambiente può farsi pesante. La squadra di basket, comunque, è la contrada in più: quella in cui s’identifica tutta la città».
Conosci l’ambiente, conosci la Monte Paschi: quante possibilità avete di farcela?
«Delle cosiddette grandi Siena è una delle squadre che possiamo battere, contro cui possiamo giocarcela. Anche quando ci siamo andati nel ritorno ero fiducioso. Poi, io ho sparacchiato e Mian si è fatto male. La Mens Sana, però, non ha lo stesso istinto da killer della Kinder, della Skipper o della Benetton. Possiamo papparcela, non è imbattibile. Per farcela dovremo giocare tosti sin dall’inizio, chiudere bene in difesa e avere idee chiare in attacco».
Con Siena e Udine inviolate, in effetti, il conto tra di voi è di 2 a 2 in due anni.
«Sì, e ero rientra Scott che ci dà più soluzioni tattiche per affrontarli. Se loro giocheranno con due lunghi veri, Brent ci darà una mano adeguata. Se giocheranno invece con Topic secondo lungo, ci servirà più un 4 come Alibegovic».
Ci siete di nuovo con la testa dopo le ferie a Verona?
«Dopo la vittoria con Reggio Calabria avevamo raggiunto la salvezza e, in pratica, i play - off. Ci siamo adagiati, ma è comprensibile dopo avere tirato tanto per raggiungere i due obiettivi. Non siamo andati a Verona in gita, ma per vincere: eravamo scarichi, però. Dopo una pausa, ora ricominciamo a lavorare sui play - off e a ricaricare le pile».
Impressione confermata da coach Frates che, dopo un primo pomeriggio di ordinaria passione milanista vissuto allo stadio Friuli («scudetto non all’Inter, ma alla Juve e Verona in B: alla fine i conti tornano»), ha diretto ieri la squadra per l’ultima volta al Marinoni.
Da oggi, infatti, si torna al Carnera dove non ci sono più danze tricolori. Sempre oggi, invece, il presidente Edi Snaidero e il gm Giancarlo Sarti a Bologna nell’assemblea di Lega assicureranno un futuro all’Asso-basket con la presidenza Prandi.
Valerio Morelli
A Siena guiderà Udine in panchina coach Fabrizio Frates, che c’è appena ripassato da ex nella gara di ritorno in campionato. Contradaiolo ad honorem fra gli arancione è mitraglia Mauro Sartori, che nella città del Palio ha giocato per tre stagioni dal 1993 al 1996 ottenendo promozione in A1, play - off appunto e salvezza.
«Siena – spiega Sartori – è una piazza molto esigente, con una grande tradizione e parecchio attaccata alla squadra. È una città piccola, ma meravigliosa dove tutti sanno tutto di tutti. Se la squadra va bene, c’è molto calore attorno; altrimenti l’ambiente può farsi pesante. La squadra di basket, comunque, è la contrada in più: quella in cui s’identifica tutta la città».
Conosci l’ambiente, conosci la Monte Paschi: quante possibilità avete di farcela?
«Delle cosiddette grandi Siena è una delle squadre che possiamo battere, contro cui possiamo giocarcela. Anche quando ci siamo andati nel ritorno ero fiducioso. Poi, io ho sparacchiato e Mian si è fatto male. La Mens Sana, però, non ha lo stesso istinto da killer della Kinder, della Skipper o della Benetton. Possiamo papparcela, non è imbattibile. Per farcela dovremo giocare tosti sin dall’inizio, chiudere bene in difesa e avere idee chiare in attacco».
Con Siena e Udine inviolate, in effetti, il conto tra di voi è di 2 a 2 in due anni.
«Sì, e ero rientra Scott che ci dà più soluzioni tattiche per affrontarli. Se loro giocheranno con due lunghi veri, Brent ci darà una mano adeguata. Se giocheranno invece con Topic secondo lungo, ci servirà più un 4 come Alibegovic».
Ci siete di nuovo con la testa dopo le ferie a Verona?
«Dopo la vittoria con Reggio Calabria avevamo raggiunto la salvezza e, in pratica, i play - off. Ci siamo adagiati, ma è comprensibile dopo avere tirato tanto per raggiungere i due obiettivi. Non siamo andati a Verona in gita, ma per vincere: eravamo scarichi, però. Dopo una pausa, ora ricominciamo a lavorare sui play - off e a ricaricare le pile».
Impressione confermata da coach Frates che, dopo un primo pomeriggio di ordinaria passione milanista vissuto allo stadio Friuli («scudetto non all’Inter, ma alla Juve e Verona in B: alla fine i conti tornano»), ha diretto ieri la squadra per l’ultima volta al Marinoni.
Da oggi, infatti, si torna al Carnera dove non ci sono più danze tricolori. Sempre oggi, invece, il presidente Edi Snaidero e il gm Giancarlo Sarti a Bologna nell’assemblea di Lega assicureranno un futuro all’Asso-basket con la presidenza Prandi.
Valerio Morelli