Uscire dall'EuroLega alle Final Four è cosa poco gradita e farlo dinanzi a 1.200 sostenitori, giunti con un esodo di massa (dieci pullman e moltissimi mezzi privati) al PalaMalaguti di Casalecchio venerdì sera, ancor meno. Però non tutte le favole racchiudono un lieto fine, tanto più se si tratta di basket con sfide (derby) europee fratricide con protagoniste Benetton e Kinder.
Riccardo Pittis ritorna sulla gara persa contro i felsinei.
«È stato un match equilibrato per quasi tutta la sua durata. Però a cavallo fra la terza e la quarta frazione qualcosa non ha funzionato ed il break di 12-0 è risultato per noi fatale».
L'importante è capire e sapere cosa non ha girato per il verso giusto.
«Lapalissiano che non siamo stati in grado di coprire il gap che c'ha separato da loro sino al termine della contesa, più difficile rendersi conto del perché. Ma credo che non si debba sottovalutare il fattore campo, poiché aver la possibilità di disputare l'atto conclusivo di una competizione importante come l'EuroLega a casa propria certo facilita, piuttosto del contrario...»
In settimana, rispondendo ad una domanda, avevi auspicato che le amnesie di questa Benetton rimanessero a Treviso. Così poi non è stato...
«Direi che c'eravamo quasi. Profezia o meno, per trenta minuti s'è avverato quel che speravo. Poi è calato il buio, che ha lasciato margine d'azione ad una Kinder piuttosto cinica e fredda. Però - riflessione del giorno dopo - essere arrivati alle Final Four, seppur estromessi dopo la prima giornata, è certamente meglio che non averle disputate. Pertanto vedo il bicchiere mezzo pieno, non il contrario».
Cos'è stato fatale per Treviso?
«Episodi! Quando si tratta di partite così importanti, laddove la posta in palio è indubbiamente ghiotta per tutti, sbagliare un canestro può essere irrimediabilmente l'errore che costa carissimo. Abbiamo fallito alcune opportunità, loro altresì sono riusciti a non perdere la testa e rimanere concentrati sino alla fine».
Quindi, errore di concentrazione oppure calo fisico?
«Faccio solamente un plauso alla loro tenacia, perché sono riusciti ad imbrigliarci con estrema lucidità, anche quando avevamo quasi recuperato con Denis Marconato in lunetta per il -3 a 50 secondi dal termine».
Però i loro canestri facili, soprattutto negli ultimi minuti, sono stati siglati tutti da sotto le plance. Segno di distrazione?
«Chi della Kinder ha fatto la differenza in area? Griffith! Perché per noi risulta difficilmente marcabile in alcune circostanze, non fosse altro per la sua stazza fisica. Comunque la Virtus è stata pronta a servire assist al suo centro nel momento topico, senza pensare ad altro, con conseguenti canestri facili, punti preziosi ed il nostro commiato alle speranze di strappare il tagliando per la finale. Ribadisco: davvero bravi, perché non è semplice decidere il da farsi al momento giusto».
Ora nella Foxy Cup, in un ipotetica semifinale rappresentata dalla regular season, vedrebbe nuovamente in ballottaggio la sfida sull'asse Treviso-Bologna, stavolta però col fattore campo girato a favore della Benetton.
«Anzitutto bisogna arrivarci; poi ammesso che sia la Kinder la nostra avversaria sapremo render cara le nostra pelle, soprattutto perché l'aver terminato la stagione regolare al secondo posto ci dà fiducia e diritto ad una "bella" al Palaverde, dinnanzi al nostro pubblico. In tal caso credo proprio che qualcosa cambierebbe...»
Ad oggi c'è più delusione o voglia di riscatto?
«Il sostantivo giusto è amarezza, che però da domani si tradurrà in voglia di riscatto».
Francesco Maiano
Riccardo Pittis ritorna sulla gara persa contro i felsinei.
«È stato un match equilibrato per quasi tutta la sua durata. Però a cavallo fra la terza e la quarta frazione qualcosa non ha funzionato ed il break di 12-0 è risultato per noi fatale».
L'importante è capire e sapere cosa non ha girato per il verso giusto.
«Lapalissiano che non siamo stati in grado di coprire il gap che c'ha separato da loro sino al termine della contesa, più difficile rendersi conto del perché. Ma credo che non si debba sottovalutare il fattore campo, poiché aver la possibilità di disputare l'atto conclusivo di una competizione importante come l'EuroLega a casa propria certo facilita, piuttosto del contrario...»
In settimana, rispondendo ad una domanda, avevi auspicato che le amnesie di questa Benetton rimanessero a Treviso. Così poi non è stato...
«Direi che c'eravamo quasi. Profezia o meno, per trenta minuti s'è avverato quel che speravo. Poi è calato il buio, che ha lasciato margine d'azione ad una Kinder piuttosto cinica e fredda. Però - riflessione del giorno dopo - essere arrivati alle Final Four, seppur estromessi dopo la prima giornata, è certamente meglio che non averle disputate. Pertanto vedo il bicchiere mezzo pieno, non il contrario».
Cos'è stato fatale per Treviso?
«Episodi! Quando si tratta di partite così importanti, laddove la posta in palio è indubbiamente ghiotta per tutti, sbagliare un canestro può essere irrimediabilmente l'errore che costa carissimo. Abbiamo fallito alcune opportunità, loro altresì sono riusciti a non perdere la testa e rimanere concentrati sino alla fine».
Quindi, errore di concentrazione oppure calo fisico?
«Faccio solamente un plauso alla loro tenacia, perché sono riusciti ad imbrigliarci con estrema lucidità, anche quando avevamo quasi recuperato con Denis Marconato in lunetta per il -3 a 50 secondi dal termine».
Però i loro canestri facili, soprattutto negli ultimi minuti, sono stati siglati tutti da sotto le plance. Segno di distrazione?
«Chi della Kinder ha fatto la differenza in area? Griffith! Perché per noi risulta difficilmente marcabile in alcune circostanze, non fosse altro per la sua stazza fisica. Comunque la Virtus è stata pronta a servire assist al suo centro nel momento topico, senza pensare ad altro, con conseguenti canestri facili, punti preziosi ed il nostro commiato alle speranze di strappare il tagliando per la finale. Ribadisco: davvero bravi, perché non è semplice decidere il da farsi al momento giusto».
Ora nella Foxy Cup, in un ipotetica semifinale rappresentata dalla regular season, vedrebbe nuovamente in ballottaggio la sfida sull'asse Treviso-Bologna, stavolta però col fattore campo girato a favore della Benetton.
«Anzitutto bisogna arrivarci; poi ammesso che sia la Kinder la nostra avversaria sapremo render cara le nostra pelle, soprattutto perché l'aver terminato la stagione regolare al secondo posto ci dà fiducia e diritto ad una "bella" al Palaverde, dinnanzi al nostro pubblico. In tal caso credo proprio che qualcosa cambierebbe...»
Ad oggi c'è più delusione o voglia di riscatto?
«Il sostantivo giusto è amarezza, che però da domani si tradurrà in voglia di riscatto».
Francesco Maiano
Fonte: Il Gazzettino
