SIENA - General manager apprezzato, ma soprattutto senese. Ecco perché Ferdinando Minucci, alla festa in piazza del Campo di giovedì sera, ha avuto un tuffo al cuore più forte rispetto a quando ha baciato la Saporta a Lione. "E' difficile esprimere quello che ho provato - confessa, - le emozioni si fondono. Il risultato a cui punta ogni dirigente è la vittoria, ma la massima felicità l'ho raggiunta quando la gente è venuta con le lacrime agli occhi a ringraziare me, i giocatori, gli altri dirigenti. Per la prima volta, ho capito quanto sia forte per Siena il desiderio di vittoria, quanto faccia parte del suo dna. Superare gli altri è componente fondamentale dello sport, ma per il senese è ancora di più, vuol dire essere primo, con tutto quello che ciò comporta in una città come la nostra. Abbiamo fatto una grande cosa, che va al di là del lato sportivo".
Già, ma anche il livello sportivo ha la sua importanza...
"Sì, ma sotto quell'ottica i traguardi raggiunti non contano più. Sarà una visione cinica, ma fa parte del mio carattere guardare sempre avanti. Mentre tornavamo da Lione, io e miei collaboratori abbiamo cominciato ad organizzare la trasferta di Udine per i play off e il lavoro aveva già preso il sopravvento, ma appena abbiamo messo piede a Siena e siamo stati avvolti dall'entusiasmo dei tifosi, è tornato predominante il lato emotivo dell'impresa. La festa in piazza del Campo è stata davvero un'esperienza indimenticabile".
La scossa provata in questa occasione anche dai giocatori potrà dare una mano a convincere gli elementi migliori a rimanere per fare ancora più grande la Mens Sana?
"Uno come Ataman vuole sempre vincere e primeggiare, lo stesso desiderio dei tifosi, della dirigenza e dello sponsor. Quando però si tratta di mercato, la concorrenza è di altissimo livello e bisogna stare molto attenti. La nostra intenzione sarebbe quella di mantenere l'attuale struttura, ma non intendiamo certo avere lo stesso gruppo spendendo molto di più. Non ci sembra corretto. Lavoriamo per confermare l'ossatura, ma è necessario che anche i giocatori vogliano rimanere a Siena e sposare il nostro progetto, considerandone tutte le sfumature. Qui si vedrà la loro lungimiranza e se preferiranno militare in una squadra forte rifiutando contratti magari più ricchi, che però faranno loro cambiare maglia, cosa che non sempre porta risultati migliori. In questo mondo gli equilibri sono delicati, ma a Siena c'è la garanzia che tutte le componenti lavorano per un solo obiettivo".
Marco De Candia
Già, ma anche il livello sportivo ha la sua importanza...
"Sì, ma sotto quell'ottica i traguardi raggiunti non contano più. Sarà una visione cinica, ma fa parte del mio carattere guardare sempre avanti. Mentre tornavamo da Lione, io e miei collaboratori abbiamo cominciato ad organizzare la trasferta di Udine per i play off e il lavoro aveva già preso il sopravvento, ma appena abbiamo messo piede a Siena e siamo stati avvolti dall'entusiasmo dei tifosi, è tornato predominante il lato emotivo dell'impresa. La festa in piazza del Campo è stata davvero un'esperienza indimenticabile".
La scossa provata in questa occasione anche dai giocatori potrà dare una mano a convincere gli elementi migliori a rimanere per fare ancora più grande la Mens Sana?
"Uno come Ataman vuole sempre vincere e primeggiare, lo stesso desiderio dei tifosi, della dirigenza e dello sponsor. Quando però si tratta di mercato, la concorrenza è di altissimo livello e bisogna stare molto attenti. La nostra intenzione sarebbe quella di mantenere l'attuale struttura, ma non intendiamo certo avere lo stesso gruppo spendendo molto di più. Non ci sembra corretto. Lavoriamo per confermare l'ossatura, ma è necessario che anche i giocatori vogliano rimanere a Siena e sposare il nostro progetto, considerandone tutte le sfumature. Qui si vedrà la loro lungimiranza e se preferiranno militare in una squadra forte rifiutando contratti magari più ricchi, che però faranno loro cambiare maglia, cosa che non sempre porta risultati migliori. In questo mondo gli equilibri sono delicati, ma a Siena c'è la garanzia che tutte le componenti lavorano per un solo obiettivo".
Marco De Candia