La stagione è finita, è tempo di bilanci. L’analisi delle prestazioni dei giocatori della Müller dice che pressochè tutti hanno dato il massimo delle proprie possibilità. Pressochè tutti hanno migliorato le proprie statistiche. L’unico a non riuscirci è stato Camata, il cui potenziale resta nettamente superiore a quello che riesce a mostrare in campo. Rombaldoni e Carraretto sono sembrati, complessivamente, quelli che più sono andati oltre ogni aspettativa.
ROMBALDONI: alla sua prima vera stagione da play titolare, ha superato l’esame. Ha ovviato presto ai problemi d’inizio stagione, quando doveva ben capire quello che gli chiedeva Lardo e poi ha giocato un campionato al di sopra dei suoi livelli. Deve ancora imparare a selezionare meglio, in alcuni momenti, le scelte in attacco, se andare lui a concludere o far giocare la squadra. E’ stato uno dei leader positivi del gruppo ed ha avvertito la fiducia e la responsabilità che Lardo gli ha assegnato. Rientra nella normalità il calo delle ultime settimane: mai, in precedenza, aveva giocato, tra campionato e Coppa, 46 partite con un minutaggio vicino alla mezz’ora.
IVORY: è migliorato tantissimo dall’inizio della stagione; ha compiuto progressi in difesa, nella concentrazione, negli "uno contro uno"; prima si limitava a "rubare" palle, mentre adesso tiene meglio la posizione, ha maggiore senso della difesa di squadra; si sapeva delle sue buone potenzialità in attacco, dove è migliorato pur dovendo ancora lavorare principalmente sull’arresto e tiro e su alcune scelte di tiro; anche lui è stato sempre positivo, ha dato grinta e determinazione ed è da ringraziare per essere rimasto alla Müller nonostante, alla sua prima stagione da professionista, si sia trovato a zero lire per mesi. E’ stato tra i più continui nel rendimento.
CARRARETTO: si è rivelato come una delle sorprese del campionato; prima giocava pochi minuti e senza grandi responsabilità e proprio per questo non ha avuto molto spazio in gialloblù nella fase d’avvio; si è guadagnato poi diversi minuti ed è stato protagonista, soprattutto, nel periodo delle vittorie consecutive del girone di andata; ha dato minuti di sostanza quando ha sostituito Rombaldoni ed ha giocato anche da guardia a fianco di Rudy, dando punti importanti; è stato, sotto l’aspetto tecnico, il miglior difensore della squadra e si è sempre allenato con una determinazione ed un’applicazione incredibili.
ALBERTI: dei lunghi gialloblù era quello che si doveva "svegliare" dopo due anni di "sonno" e si è dimostrato giocatore in grado di fare la sua ottima parte in A1; si sapeva della sua buona mano in attacco, del suo essere giocatore preciso e ordinato, ma si è rivelato anche molto furbo e grintoso in difesa e quanto mai attaccato alla squadra; con la sua esperienza ha, indubbiamente, aiutato lo staff tecnico ed ha aiutato Camata nel "risvegliarlo" dai suoi torpori.
CAMATA: a volte ci si accontenta di quanto fa, vedi le ultime gare contro Fabriano e Udine nelle quali ha dato indubbiamente un buon contributo, ma poi ti ricordi che è un 2.15, che ha due mani morbidissime, che sa come muoversi in campo e allora ci si arrabbia perchè si capisce che potrebbe essere un giocatore sul quale costruire una squadra; a volte, invece, si perde in falli inutili (anche se, nel finale di stagione, si sono riscontrati miglioramenti sotto questo aspetto) ed è certo che potrebbe essere più continuo sia in partita che in allenamento; Henry Turner diceva che se Camata avesse la grinta e la determinazione di Fajardo potrebbe diventare miliardario nella Nba. Andrea è andato, sicuramente, meglio della scorsa stagione, perchè più responsabilizzato, ma è stato ancora molto alterno; sta a lui trovare le motivazioni per diventare più "cattivo".
CARROLL: atleticamente e fisicamente è da livelli superiori per cui ha grossi vantaggi sia in attacco che in difesa e, per questo, ha dato grossa spettacolarità alla pallacanestro della Müller; ha capito presto il suo ruolo, accettando il minutaggio, partendo dalla panchina; un pò discontinuo, ma da uno appena uscito dal college si sarebbe potuto attendere di peggio; deve migliorare nei particolari in attacco e in difesa, dove la poca concentrazione lo ha portato ad errori banali.
TURNER: poteva essere il leader silenzioso della squadra; si è rivelato molto attaccato alla maglia, nonostante la sua fama di globetrotter giramondo; ha dato sicurezza in attacco, ha continuato a parlare con i giovani americani spiegando loro le differenze tra la pallacanestro americana e italiana; in difesa è risultato migliore di quanto si potesse pensare; in allenamento, nonostante l’età, ci ha dato dentro, tanto che, a volte, sono stati i tecnici a frenarlo per averlo più "fresco" alla domenica; è stato positivo sin dall’inizio, cercando di capire subito come la quadra poteva giocare con lui e di far capire al play come voleva la palla; aveva compreso perfettamente il suo ruolo all’interno della squadra.
FAJARDO: era la grinta, la determinazione, la voglia di riuscire impersonificata; metteva questa qualità sin dalla prima gara di tiro in allenamento sino alla partitella cinque contro cinque, tanto che a volte era portato a strafare; forse è giocatore sottovalutato dagli squadroni; ha migliorato tutte le statistiche degli anni precedenti, è cresciuto nelle scelte di tiro e si è dimostrato ragazzo super per il gruppo, sempre disponibile e attaccato ai colori gialloblù anche dopo la sua partenza, tanto che non ha mai fatto mancare una telefonata per informarsi e per sostenere gli ex compagni.
HIGGS: entrato in un gruppo che lavorava assieme da sei mesi, non si è perso d’animo alle prime difficoltà, allenandosi sempre con uguale intensità per dimostrare di poter stare in un campionato italiano; ha dato una grossa mano nelle partite vinte contro Imola, Fabriano e Udine.
BURROUGH: qualità tecniche e intelligenza cestistica per giocare ad altissimo livello (non per niente ha vestito la maglia dei Celtics nell’Nba); è arrivato fuori forma, poi ha dimostrato di avere tanti punti nelle mani e di sapere passare bene la palla; potrebbe essere un punto di riferimento per squadre di medio livello; pochi lunghi, in serie A, hanno così tanti punti nelle mani; ha dato alla Müller quello di cui aveva bisogno.
IANES, ZANELLA, BOSCAGIN, NOBILE: Ianes ha avuto l’occasione di dare un buon contributo in alcune partite (a Biella in particolare), era al primo anno di A e in allenamento ha sempre dato molto; gli altri tre hanno dato il massimo in palestra, lavorando molto sotto l’aspetto fisico con il preparatore atletico Gambaretto; è auspicabile che, nella prossima stagione, possano fare esperienze in serie inferiori.
Renzo Puliero
ROMBALDONI: alla sua prima vera stagione da play titolare, ha superato l’esame. Ha ovviato presto ai problemi d’inizio stagione, quando doveva ben capire quello che gli chiedeva Lardo e poi ha giocato un campionato al di sopra dei suoi livelli. Deve ancora imparare a selezionare meglio, in alcuni momenti, le scelte in attacco, se andare lui a concludere o far giocare la squadra. E’ stato uno dei leader positivi del gruppo ed ha avvertito la fiducia e la responsabilità che Lardo gli ha assegnato. Rientra nella normalità il calo delle ultime settimane: mai, in precedenza, aveva giocato, tra campionato e Coppa, 46 partite con un minutaggio vicino alla mezz’ora.
IVORY: è migliorato tantissimo dall’inizio della stagione; ha compiuto progressi in difesa, nella concentrazione, negli "uno contro uno"; prima si limitava a "rubare" palle, mentre adesso tiene meglio la posizione, ha maggiore senso della difesa di squadra; si sapeva delle sue buone potenzialità in attacco, dove è migliorato pur dovendo ancora lavorare principalmente sull’arresto e tiro e su alcune scelte di tiro; anche lui è stato sempre positivo, ha dato grinta e determinazione ed è da ringraziare per essere rimasto alla Müller nonostante, alla sua prima stagione da professionista, si sia trovato a zero lire per mesi. E’ stato tra i più continui nel rendimento.
CARRARETTO: si è rivelato come una delle sorprese del campionato; prima giocava pochi minuti e senza grandi responsabilità e proprio per questo non ha avuto molto spazio in gialloblù nella fase d’avvio; si è guadagnato poi diversi minuti ed è stato protagonista, soprattutto, nel periodo delle vittorie consecutive del girone di andata; ha dato minuti di sostanza quando ha sostituito Rombaldoni ed ha giocato anche da guardia a fianco di Rudy, dando punti importanti; è stato, sotto l’aspetto tecnico, il miglior difensore della squadra e si è sempre allenato con una determinazione ed un’applicazione incredibili.
ALBERTI: dei lunghi gialloblù era quello che si doveva "svegliare" dopo due anni di "sonno" e si è dimostrato giocatore in grado di fare la sua ottima parte in A1; si sapeva della sua buona mano in attacco, del suo essere giocatore preciso e ordinato, ma si è rivelato anche molto furbo e grintoso in difesa e quanto mai attaccato alla squadra; con la sua esperienza ha, indubbiamente, aiutato lo staff tecnico ed ha aiutato Camata nel "risvegliarlo" dai suoi torpori.
CAMATA: a volte ci si accontenta di quanto fa, vedi le ultime gare contro Fabriano e Udine nelle quali ha dato indubbiamente un buon contributo, ma poi ti ricordi che è un 2.15, che ha due mani morbidissime, che sa come muoversi in campo e allora ci si arrabbia perchè si capisce che potrebbe essere un giocatore sul quale costruire una squadra; a volte, invece, si perde in falli inutili (anche se, nel finale di stagione, si sono riscontrati miglioramenti sotto questo aspetto) ed è certo che potrebbe essere più continuo sia in partita che in allenamento; Henry Turner diceva che se Camata avesse la grinta e la determinazione di Fajardo potrebbe diventare miliardario nella Nba. Andrea è andato, sicuramente, meglio della scorsa stagione, perchè più responsabilizzato, ma è stato ancora molto alterno; sta a lui trovare le motivazioni per diventare più "cattivo".
CARROLL: atleticamente e fisicamente è da livelli superiori per cui ha grossi vantaggi sia in attacco che in difesa e, per questo, ha dato grossa spettacolarità alla pallacanestro della Müller; ha capito presto il suo ruolo, accettando il minutaggio, partendo dalla panchina; un pò discontinuo, ma da uno appena uscito dal college si sarebbe potuto attendere di peggio; deve migliorare nei particolari in attacco e in difesa, dove la poca concentrazione lo ha portato ad errori banali.
TURNER: poteva essere il leader silenzioso della squadra; si è rivelato molto attaccato alla maglia, nonostante la sua fama di globetrotter giramondo; ha dato sicurezza in attacco, ha continuato a parlare con i giovani americani spiegando loro le differenze tra la pallacanestro americana e italiana; in difesa è risultato migliore di quanto si potesse pensare; in allenamento, nonostante l’età, ci ha dato dentro, tanto che, a volte, sono stati i tecnici a frenarlo per averlo più "fresco" alla domenica; è stato positivo sin dall’inizio, cercando di capire subito come la quadra poteva giocare con lui e di far capire al play come voleva la palla; aveva compreso perfettamente il suo ruolo all’interno della squadra.
FAJARDO: era la grinta, la determinazione, la voglia di riuscire impersonificata; metteva questa qualità sin dalla prima gara di tiro in allenamento sino alla partitella cinque contro cinque, tanto che a volte era portato a strafare; forse è giocatore sottovalutato dagli squadroni; ha migliorato tutte le statistiche degli anni precedenti, è cresciuto nelle scelte di tiro e si è dimostrato ragazzo super per il gruppo, sempre disponibile e attaccato ai colori gialloblù anche dopo la sua partenza, tanto che non ha mai fatto mancare una telefonata per informarsi e per sostenere gli ex compagni.
HIGGS: entrato in un gruppo che lavorava assieme da sei mesi, non si è perso d’animo alle prime difficoltà, allenandosi sempre con uguale intensità per dimostrare di poter stare in un campionato italiano; ha dato una grossa mano nelle partite vinte contro Imola, Fabriano e Udine.
BURROUGH: qualità tecniche e intelligenza cestistica per giocare ad altissimo livello (non per niente ha vestito la maglia dei Celtics nell’Nba); è arrivato fuori forma, poi ha dimostrato di avere tanti punti nelle mani e di sapere passare bene la palla; potrebbe essere un punto di riferimento per squadre di medio livello; pochi lunghi, in serie A, hanno così tanti punti nelle mani; ha dato alla Müller quello di cui aveva bisogno.
IANES, ZANELLA, BOSCAGIN, NOBILE: Ianes ha avuto l’occasione di dare un buon contributo in alcune partite (a Biella in particolare), era al primo anno di A e in allenamento ha sempre dato molto; gli altri tre hanno dato il massimo in palestra, lavorando molto sotto l’aspetto fisico con il preparatore atletico Gambaretto; è auspicabile che, nella prossima stagione, possano fare esperienze in serie inferiori.
Renzo Puliero