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Alibegovic carica la Snaidero

"Voglio la terza gara, giocheremo a Siena ma la pressione sarà sui nostri avversari"

Chi pensa che la Snaidero abbia già gettato spugna ed asciugamani dopo la sciagurata Verona non ha ancora conosciuto Teo Alibegovic. Ed il suo pensiero di uomo e giocatore vincente. Il capitano, che potrebbe anche chiudere, a fine anno, la sua storia arancione, vuol comunque rappresentare, sino al capolinea, l'elemento coagulante di un gruppo compattatosi alla distanza dopo gli imbarazzi dei mesi dell'incomprensione.«Il campionato è una cosa, i play - off un'altra - apre il libro Alibegovic - tutto ciò che è successo viene cancellato completamente, Siena e Udine sono sullo zero a zero: starà a noi, che comunque dobbiamo riconoscere la bontà del nostro avversario e del suo allenatore, allungare questa serie il più a lungo possibile».
- OItre le tattiche, c'è una strategia "operativa" per allungare questo ottavo di finale?
«Sarei curioso di arrivare alla terza partita. Sia pure giocando noi fuori casa, la pressione sarebbe scaricata completamente addosso al Montepaschi e ogni cosa potrebbe accadere».
- Quasi come l'anno scorso con la Scavolini...
«Proprio così. Se avessimo affrontato, credendoci, gara cinque, saremmo arrivati noi in semifinale. Invece non c'eravamo e loro presero subito venti punti: decisivi per chiudere il discorso».
- E provare a sorprendere la banda Ataman già giovedi sera?
«Il progetto potrebbe essere quello di rimanere attaccati, senza farsi mai seminare. Arrivando agli ultimi tre - quattro minuti, anche sotto nel punteggio, ma a non più di cinque lunghezze. Così anche un solo episodio potrebbe risultare decisivo».
- Avete resettato l'ultima, disastrosa recita veronese?
«Non facciamone un dramma. E' stato un episodio, lo sfogo di una stagione. Siamo stati tutto l'anno sotto pressione, quella sera la mente non era in sintonia con il corpo. Avevamo speso tutto con Reggio Calabria ed eravamo pressochè certi di entrare nelle prime dodici. Avessimo potuto godere di un'ulteriore settimana di riposo, le cose sarebbero andate in maniera diversa».
A tre giorni dal match, Frates non ha ancora capito se ci siete davvero...
«Sta per chiudersi un'annata pesante, in tanti sensi. Annata che abbiamo rimediato proprio alla fine: e io sono orgoglioso di essere il capitano di questa, che è tornata ad essere una squadra vera. E' normale che qualcuno si alleni bene e qualcun'altro meno. Importante sarà essere pronti quanto si giocherà per davvero».
- Due anni di incroci tra Udine e Siena e fattore campo sempre rispettato.
«Sì, anche se la stagione passata loro buttarono via la gara del Carnera e noi quella sul parquet nemico. Rispetto alla vigilia di Pasqua, intanto, la Snaidero avrà in più Mian e il sottoscritto: speriamo di essere "sfruttati" bene. Così come tornerà Scott uno che, nonostante i due mesi di inattività, non può aver disimparato il mestiere: dovesse giocare uno o trenta minuti, dovremo appoggiarlo senza reticenze».
- Bando agli egoismi, dunque, anche se, talvolta, il finale di torneo è una vetrina...
«Manager e proprietari non possono certo decidere in base a questo pugno di gare: se sono seri, almeno così la penso io, certe decisioni le hanno già adottate. Nei play - off non si firmano contratti, si gioca. Per quanto ci riguarda, dovremo essere un blocco unico. Noi e Siena, quanto a roster, ci assomigliamo discretamente: sarà l'atteggiamento a fare la differenza».
Roberto Zanitti
Fonte: Il Gazzettino
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