Da Lione con amore, e con una Coppa, la prima nella storia centenaria della Mens Sana. Il Monte Paschi Siena ha regalato all'Italia nei giorni scorsi il secondo trofeo europeo dopo la Coppa Ronchetti vinta dalla Famila Schio (per il secondo anno consecutivo). Una bella soddisfazione per il direttore generale, e vicepresidente, Ferdinando Minucci. "Sì, perchè abbiamo coronato un lavoro di nove anni. Siamo partiti dall'A2, abbiamo fatto scelte anche coraggiose e contro tendenza". Già, la Mens Sana "americana" della passata stagione ha cambiato completamente volto. "Merito di Gorenc. Mi ha impressionato la sua grinta, la sua voglia di vincere. E' stato lui a convincermi a provare una strada nuova, quella dell'Est. Gli americani amano giocare a basket, gli europei vogliono vincere. E così, a parità di classe, mi è sembrato più produttivo puntare su giocatori dell'Est. Un cambiamento radicale di filosofia che ha portato buoni risultati".
Merito anche di Ataman, il coach turco, il vero personaggio nuovo di questa stagione: accolto con simpatia ma anche con un pò di sufficienza per le sue "spacconate" di inizio stagione. Aveva annunciato di voler vincere Coppa Italia, Coppa Saporta, di giocarsi la finale scudetto: "La Coppa Italia l'abbiamo persa di un punto dopo un supplementare, la Saporta l'abbiamo vinta. Siamo in...media. Finale scudetto? Andiamoci piano. Ora abbiamo la Snaidero e non sarà facile. Poi, eventualmente l'Oregon. Quella sarà una bella sfida, equilibrata, contro la squadra rivelazione della stagione". Che ha seguito una strada completamente opposta alla vostra puntando sulla scuola americana. "Già. Entrambe le scelte finora sono state premiate. Dovessimo farcela, avremmo raggiunto pienamente i nostri obiettivi, che prevedevano anche un coinvolgimento pieno della città. A Lione ci hanno seguito duemila tifosi, anche di più ce ne erano davanti al maxischermo allestito al Palazzetto a Siena. Per una città di cinquantamila abitanti, sono davvero molti. Ora si tratta di andare avanti: sono convinto che nel giro di un paio di stagioni la Mens Sana possa occupare stabilmente un posto tra le grandi, grazie anche alla collaborazione con il Monte dei Paschi che, prima indirettamente con Fontanafredda e Ducato, e da due anni in modo diretto, sta supportando la nostra crescita".
La buona stagione di Siena porta la firma di Ataman, ma anche di Chiacig, forse il giocatore italiano che ha espresso il maggiore livello di rendimento. E poi i due macedoni: Stefanov una rivelazione, Naumoscki che ha faticato un pò ad inserirsi, ma già a Lione si è dimostrato determinante. "La scelta di Ataman si è rivelata giusta. Decisa la nuova impostazione della squadra, abbiamo cercato un allenatore che se ne facesse interprete. Avevamo tre alternative. Ataman è stato il coach che ci ha più convinto. Ha risposto in maniera importante, ha creato un ottimo feeling nella squadra, solida e capace di assumersi rischi. Una squadra che piace, che può anche perdere, ma che non fa mai mancare l'impegno. Roberto è uno degli italiani su cui avevamo puntato. L'altro era Scarone che purtroppo ci è venuto a mancare per un nuovo doloroso infortunio. Chiacig si è ulteriormente valorizzato con il gioco di Ataman e l'aiuto dei compagni. I macedoni? Bravo Stefanov, Naumoski ha preso il treno in corsa: ovvio che ci mettesse un pò di tempo ad inserirsi dopo essere stato fermo per sei mesi. Poi, trovata la condizione, ha trovato anche la fiducia".
La Mens Sana è società atipica, ha un presidente, Roberto Morocchi, ma non un proprietario: "Proprietari sono i duemila soci della Polisportiva: una specie di public company. Noi operiamo nell'ottica di valorizzare l'impegno della città e dello sponsor, cerchiamo di mettere insieme la miglior squadra possibile nel rispetto delle regole e con un budget che non possiamo sforare non avendo la possibilità di ricapitalizzare".
Ora i playoff, ripartendo dalla Coppa Saporta: "Lione è stato il coronamento di un progetto e di un grande lavoro. Visto il palmares della Coppa, ci accorgiamo di essere in compagnia di grandi squadre. E poi questa era l'ultima edizione. Quanto ai playoff, l'ho già detto: dovessimo arrivare in semifinale, a quel punto entreremmo nel sogno".
Mario Arceri
Merito anche di Ataman, il coach turco, il vero personaggio nuovo di questa stagione: accolto con simpatia ma anche con un pò di sufficienza per le sue "spacconate" di inizio stagione. Aveva annunciato di voler vincere Coppa Italia, Coppa Saporta, di giocarsi la finale scudetto: "La Coppa Italia l'abbiamo persa di un punto dopo un supplementare, la Saporta l'abbiamo vinta. Siamo in...media. Finale scudetto? Andiamoci piano. Ora abbiamo la Snaidero e non sarà facile. Poi, eventualmente l'Oregon. Quella sarà una bella sfida, equilibrata, contro la squadra rivelazione della stagione". Che ha seguito una strada completamente opposta alla vostra puntando sulla scuola americana. "Già. Entrambe le scelte finora sono state premiate. Dovessimo farcela, avremmo raggiunto pienamente i nostri obiettivi, che prevedevano anche un coinvolgimento pieno della città. A Lione ci hanno seguito duemila tifosi, anche di più ce ne erano davanti al maxischermo allestito al Palazzetto a Siena. Per una città di cinquantamila abitanti, sono davvero molti. Ora si tratta di andare avanti: sono convinto che nel giro di un paio di stagioni la Mens Sana possa occupare stabilmente un posto tra le grandi, grazie anche alla collaborazione con il Monte dei Paschi che, prima indirettamente con Fontanafredda e Ducato, e da due anni in modo diretto, sta supportando la nostra crescita".
La buona stagione di Siena porta la firma di Ataman, ma anche di Chiacig, forse il giocatore italiano che ha espresso il maggiore livello di rendimento. E poi i due macedoni: Stefanov una rivelazione, Naumoscki che ha faticato un pò ad inserirsi, ma già a Lione si è dimostrato determinante. "La scelta di Ataman si è rivelata giusta. Decisa la nuova impostazione della squadra, abbiamo cercato un allenatore che se ne facesse interprete. Avevamo tre alternative. Ataman è stato il coach che ci ha più convinto. Ha risposto in maniera importante, ha creato un ottimo feeling nella squadra, solida e capace di assumersi rischi. Una squadra che piace, che può anche perdere, ma che non fa mai mancare l'impegno. Roberto è uno degli italiani su cui avevamo puntato. L'altro era Scarone che purtroppo ci è venuto a mancare per un nuovo doloroso infortunio. Chiacig si è ulteriormente valorizzato con il gioco di Ataman e l'aiuto dei compagni. I macedoni? Bravo Stefanov, Naumoski ha preso il treno in corsa: ovvio che ci mettesse un pò di tempo ad inserirsi dopo essere stato fermo per sei mesi. Poi, trovata la condizione, ha trovato anche la fiducia".
La Mens Sana è società atipica, ha un presidente, Roberto Morocchi, ma non un proprietario: "Proprietari sono i duemila soci della Polisportiva: una specie di public company. Noi operiamo nell'ottica di valorizzare l'impegno della città e dello sponsor, cerchiamo di mettere insieme la miglior squadra possibile nel rispetto delle regole e con un budget che non possiamo sforare non avendo la possibilità di ricapitalizzare".
Ora i playoff, ripartendo dalla Coppa Saporta: "Lione è stato il coronamento di un progetto e di un grande lavoro. Visto il palmares della Coppa, ci accorgiamo di essere in compagnia di grandi squadre. E poi questa era l'ultima edizione. Quanto ai playoff, l'ho già detto: dovessimo arrivare in semifinale, a quel punto entreremmo nel sogno".
Mario Arceri