Pancotto: "Trieste-Varese, una sfida aperta"
"Grande esperienza per gli avversari, grandi motivazioni per noi. Il leit motiv della nostra stagione si ripeterà anche contro Varese". Così Cesare Pancotto sintetizza la sfida tra Coop Nordest e Metis. E così introduce il confronto: "Sul piatto della bilancia per loro: la tradizione della grande squadra, l'abitudine ai playoff, il fatto che l'anno scorso hanno fatto meglio di noi e quest'anno sono partiti con grandi ambizioni e potenzialità. E probabilmente, tecnicamente ci sono superiori. Sul piatto della bilancia per noi: una stagione migliore della loro, un piazzamento conquistato giocando meglio, con più continuità e più cuore. Un grandissimo entusiasmo e la consapevolezza di giocare per una città intera". Trieste ha tanti giocatori che affronteranno i playoff per la prima volta: solo alla fine si capirà se in loro avranno prevalso gli stimoli e la giusta tensione dell'evento o l'emozione. Quello che è sicuro è invece che si riparte da zero: "I precedenti della stagione regolare non contano", spiega Pancotto, "i verdetti della prima parte sono già stati emessi e restano lì. Eccezionali per noi, ma in questi giorni ho lavorato per far dimenticare ai giocatori quello che hanno fatto per trovare la concentrazione mentale e fisica per quello che dobbiamo ancora fare. Ogni match dei playoff è senza ritorno, conta ogni minimo dettaglio, anche uno spostamento difensivo può risultare determinante. Ogni momento è decisivo in queste partite: per questo sul campo non dovremo inventarci niente di strano, e dare invece massima esaltazione ai nostri valori". I punti fondamentali per il coach sono quattro: 1) mettere in campo l'orgoglio di appartenenza che ha permesso a Trieste di superare il gap tecnico contro le più attrezzate durante la regular season; 2) avere più fame di vittoria di Varese; 3) non risparmiare nulla sul parquet; 4) evitare di fare calcoli giocando sul fattore-campo a favore. "Gli osservatori hanno indicato la sfida tra noi e Varese come la più aperta. Mi va bene, perché, ripeto, la Metis ha forse qualcosa in più sul piano tecnico. Ma come siamo stati capaci di sovvertire i pronostici nella stagione regolare, così dobbiamo riuscire a spostare gli equilibri tecnici in questi ottavi".
Pancotto/2: "playoff, risultato straordinario per noi"
A volte, sull'onda del momento, ti possono sfuggire i particolari. Ma se ti fermi un attimo e fai mente locale, ritorni al centro della situazione e capisci meglio le cose. E chi tifa Pallacanestro Trieste, se si guarda indietro, si accorge che i playoff Trieste li ha fatti solo sei volte nella sua storia. Cinque durante l'età dell'oro di Stefanel, quando si poteva anche dire "normalmente scudetto" senza paura di essere presi a pomodorate. Una due anni fa, dopo un oblio di cinque lunghi anni. Non è che si possa dire quindi che Trieste sia una frequentatrice abituale delle stanze nobili del basket nazionale.
E' per questo che i playoff centrati quest'anno dall'alto del settimo posto sono un risultato eccezionale, degno di essere celebrato, sul parquet e sugli spalti, con grande orgoglio. Cesare Pancotto ne è perfettamente consapevole, e non vuole lasciare nulla al caso per far sì che l'evento diventi una festa con il passaggio del turno. "I playoff sono l'espressione di una cultura del premio dice il coach biancorosso - per le città e le squadre coinvolte prendervi parte è il riconoscimento per quanto fatto nella stagione. Per Trieste è qualcosa di molto più grande: è un avvenimento assoluto, l'esaltazione di un'annata eccezionale per i risultati ottenuti. E' con questo spirito che tutta la città deve vivere questa sfida con Varese, perché i playoff non sono solo nostri, della società e della squadra, ma di tutti quelli che hanno partecipato all'impresa, in primo luogo i tifosi. Noi dobbiamo essere i paladini di questo spirito, portando in campo ancora una volta la nostra arma migliore, lo spirito di appartenenza a questi colori".
Pancotto e i giocatori sentono il clima di attesa che si è creato in città per la sfida con la Metis. Trieste dovrà misurare i suoi progressi e la sua crescita contro un avversario importante, che ha vinto l'ultimo dei suoi sette scudetti solo tre anni fa, e consolidare il suo posto al sole nell'ambito di un movimento che in questa stagione ha dimostrato grande considerazione e simpatia verso la piazza giuliana. In un palazzetto che si augura tutto biancorosso, Cesare vuole vincere soprattutto per la gente di Trieste: "Ci terremmo moltissimo a passare il turno per rendere ancora più orgogliosi i nostri tifosi. La generosità che hanno sempre dimostrato nei nostri confronti ci impone di dare, non di chiedere. Ogni volta che entriamo in campo in casa sappiamo di poter contare su un fedele compagno di viaggio: succederà anche domani, e questo deve essere un valore in più per aumentare la nostra carica".
Il sostegno di calcio e pallamano
Domani sera al PalaTrieste, tra le migliaia di tifosi biancorossi, ci saranno anche giocatori e tecnici della Triestina e della Coop Essepiù, le società di vertice dello sport giuliano che con la Pallacanestro Trieste si stanno giocando traguardi importanti nei rispettivi campionati. Questa sera infatti la squadra di Lo Duca e Sibila gioca la prima finale-scudetto a Prato, mentre l'Unione si sta preparando alla sfida con lo Spezia nei playoff-promozione di C1. Uno scambio di cortesie nell'ambito delle buone relazioni che contraddistinguono le tre società, ma soprattutto un sostegno reciproco per far crescere ancora lo sport cittadino.
"Grande esperienza per gli avversari, grandi motivazioni per noi. Il leit motiv della nostra stagione si ripeterà anche contro Varese". Così Cesare Pancotto sintetizza la sfida tra Coop Nordest e Metis. E così introduce il confronto: "Sul piatto della bilancia per loro: la tradizione della grande squadra, l'abitudine ai playoff, il fatto che l'anno scorso hanno fatto meglio di noi e quest'anno sono partiti con grandi ambizioni e potenzialità. E probabilmente, tecnicamente ci sono superiori. Sul piatto della bilancia per noi: una stagione migliore della loro, un piazzamento conquistato giocando meglio, con più continuità e più cuore. Un grandissimo entusiasmo e la consapevolezza di giocare per una città intera". Trieste ha tanti giocatori che affronteranno i playoff per la prima volta: solo alla fine si capirà se in loro avranno prevalso gli stimoli e la giusta tensione dell'evento o l'emozione. Quello che è sicuro è invece che si riparte da zero: "I precedenti della stagione regolare non contano", spiega Pancotto, "i verdetti della prima parte sono già stati emessi e restano lì. Eccezionali per noi, ma in questi giorni ho lavorato per far dimenticare ai giocatori quello che hanno fatto per trovare la concentrazione mentale e fisica per quello che dobbiamo ancora fare. Ogni match dei playoff è senza ritorno, conta ogni minimo dettaglio, anche uno spostamento difensivo può risultare determinante. Ogni momento è decisivo in queste partite: per questo sul campo non dovremo inventarci niente di strano, e dare invece massima esaltazione ai nostri valori". I punti fondamentali per il coach sono quattro: 1) mettere in campo l'orgoglio di appartenenza che ha permesso a Trieste di superare il gap tecnico contro le più attrezzate durante la regular season; 2) avere più fame di vittoria di Varese; 3) non risparmiare nulla sul parquet; 4) evitare di fare calcoli giocando sul fattore-campo a favore. "Gli osservatori hanno indicato la sfida tra noi e Varese come la più aperta. Mi va bene, perché, ripeto, la Metis ha forse qualcosa in più sul piano tecnico. Ma come siamo stati capaci di sovvertire i pronostici nella stagione regolare, così dobbiamo riuscire a spostare gli equilibri tecnici in questi ottavi".
Pancotto/2: "playoff, risultato straordinario per noi"
A volte, sull'onda del momento, ti possono sfuggire i particolari. Ma se ti fermi un attimo e fai mente locale, ritorni al centro della situazione e capisci meglio le cose. E chi tifa Pallacanestro Trieste, se si guarda indietro, si accorge che i playoff Trieste li ha fatti solo sei volte nella sua storia. Cinque durante l'età dell'oro di Stefanel, quando si poteva anche dire "normalmente scudetto" senza paura di essere presi a pomodorate. Una due anni fa, dopo un oblio di cinque lunghi anni. Non è che si possa dire quindi che Trieste sia una frequentatrice abituale delle stanze nobili del basket nazionale.
E' per questo che i playoff centrati quest'anno dall'alto del settimo posto sono un risultato eccezionale, degno di essere celebrato, sul parquet e sugli spalti, con grande orgoglio. Cesare Pancotto ne è perfettamente consapevole, e non vuole lasciare nulla al caso per far sì che l'evento diventi una festa con il passaggio del turno. "I playoff sono l'espressione di una cultura del premio dice il coach biancorosso - per le città e le squadre coinvolte prendervi parte è il riconoscimento per quanto fatto nella stagione. Per Trieste è qualcosa di molto più grande: è un avvenimento assoluto, l'esaltazione di un'annata eccezionale per i risultati ottenuti. E' con questo spirito che tutta la città deve vivere questa sfida con Varese, perché i playoff non sono solo nostri, della società e della squadra, ma di tutti quelli che hanno partecipato all'impresa, in primo luogo i tifosi. Noi dobbiamo essere i paladini di questo spirito, portando in campo ancora una volta la nostra arma migliore, lo spirito di appartenenza a questi colori".
Pancotto e i giocatori sentono il clima di attesa che si è creato in città per la sfida con la Metis. Trieste dovrà misurare i suoi progressi e la sua crescita contro un avversario importante, che ha vinto l'ultimo dei suoi sette scudetti solo tre anni fa, e consolidare il suo posto al sole nell'ambito di un movimento che in questa stagione ha dimostrato grande considerazione e simpatia verso la piazza giuliana. In un palazzetto che si augura tutto biancorosso, Cesare vuole vincere soprattutto per la gente di Trieste: "Ci terremmo moltissimo a passare il turno per rendere ancora più orgogliosi i nostri tifosi. La generosità che hanno sempre dimostrato nei nostri confronti ci impone di dare, non di chiedere. Ogni volta che entriamo in campo in casa sappiamo di poter contare su un fedele compagno di viaggio: succederà anche domani, e questo deve essere un valore in più per aumentare la nostra carica".
Il sostegno di calcio e pallamano
Domani sera al PalaTrieste, tra le migliaia di tifosi biancorossi, ci saranno anche giocatori e tecnici della Triestina e della Coop Essepiù, le società di vertice dello sport giuliano che con la Pallacanestro Trieste si stanno giocando traguardi importanti nei rispettivi campionati. Questa sera infatti la squadra di Lo Duca e Sibila gioca la prima finale-scudetto a Prato, mentre l'Unione si sta preparando alla sfida con lo Spezia nei playoff-promozione di C1. Uno scambio di cortesie nell'ambito delle buone relazioni che contraddistinguono le tre società, ma soprattutto un sostegno reciproco per far crescere ancora lo sport cittadino.