Giorgio Pomponi
ROSETO. «Se guardiamo alle religioni come alle mille foglie di un albero, ci sembrano tutte differenti, ma riconducono tutte allo stesso tronco».
Sono parole pronunciate da Mohandas Karamchand Gandhi detto il Mahatma (grande anima) che contengono forse il più alto messaggio di pace, tolleranza, e invitano alla comprensione ed alla ricerca della verità.
Parole che, in qualche modo, possono essere d'aiuto per riportare un po' di calma in casa dell'Euro Roseto.
Allo stato attuale la cosa più facile da fare è contestare, anche perché il popolo è sovrano, ma contestare chi? La squadra, colpevole di non riuscire a rispondere alle aspettative della società? Oppure la società, colpevole di aver costruito una squadra troppo debole per le sue aspettative o di avere aspettative esagerate per giunta troppo spavaldamente sbandierate ai quattro venti?
O magari la colpa è di tutte le altre componenti del mosaico: l'ambiente? Lo staff tecnico? La verità è che bisognerebbe che ognuno facesse proprie le parole contenute nel messaggio di Gandhi.
Non bisogna guardare alle divisioni etniche o sociali all'interno della squadra, anche perché non è possibile che gli italiani giochino per vincere, mentre gli americani no.
E neppure il contrario, ma è vero, piuttosto, che tutti riconducono allo stesso ramo: il Roseto Basket.
«Questo è il momento di dimostrare la grandezza di Roseto», incita il capitano dell'Euro, Mario Boni. «Tutti noi siamo responsabili di questa situazione che, tuttavia, non mi sembra drammatica né irreversibile, perché siamo pur sempre nel lotto delle squadre che con 20 punti lottano per i play off. Premesso che io sono il capitano e, come tale, sono il primo responsabile quando le cose non vanno bene, chiedo ai rosetani di essere uniti e di stare vicini soprattutto a chi è in difficoltà. Io ho giocato all'estero e vi assicuro che non è facile per uno straniero inserirsi in una situazione così diversa dalla sua».
Dalla residenza aquilana il patron Michele Martinelli fa sapere che non cambierà nulla, almeno fino a domani sera. «L'idea che mi sono fatto è che nella squadra non ci sono ruoli ben definiti, e non dal punto di vista tecnico. Ho espresso le mie perplessità al tecnico Impaloni e allo staff. Questa serie ravvicinata di partite non consente ulteriori riflessioni e non bisogna cadere nell'errore di fare scelte affrettate».
Intanto da ieri sera la squadra è in ritiro in un albergo di Roseto dove resterà fino a domenica mattina prima della partenza.
ROSETO. «Se guardiamo alle religioni come alle mille foglie di un albero, ci sembrano tutte differenti, ma riconducono tutte allo stesso tronco».
Sono parole pronunciate da Mohandas Karamchand Gandhi detto il Mahatma (grande anima) che contengono forse il più alto messaggio di pace, tolleranza, e invitano alla comprensione ed alla ricerca della verità.
Parole che, in qualche modo, possono essere d'aiuto per riportare un po' di calma in casa dell'Euro Roseto.
Allo stato attuale la cosa più facile da fare è contestare, anche perché il popolo è sovrano, ma contestare chi? La squadra, colpevole di non riuscire a rispondere alle aspettative della società? Oppure la società, colpevole di aver costruito una squadra troppo debole per le sue aspettative o di avere aspettative esagerate per giunta troppo spavaldamente sbandierate ai quattro venti?
O magari la colpa è di tutte le altre componenti del mosaico: l'ambiente? Lo staff tecnico? La verità è che bisognerebbe che ognuno facesse proprie le parole contenute nel messaggio di Gandhi.
Non bisogna guardare alle divisioni etniche o sociali all'interno della squadra, anche perché non è possibile che gli italiani giochino per vincere, mentre gli americani no.
E neppure il contrario, ma è vero, piuttosto, che tutti riconducono allo stesso ramo: il Roseto Basket.
«Questo è il momento di dimostrare la grandezza di Roseto», incita il capitano dell'Euro, Mario Boni. «Tutti noi siamo responsabili di questa situazione che, tuttavia, non mi sembra drammatica né irreversibile, perché siamo pur sempre nel lotto delle squadre che con 20 punti lottano per i play off. Premesso che io sono il capitano e, come tale, sono il primo responsabile quando le cose non vanno bene, chiedo ai rosetani di essere uniti e di stare vicini soprattutto a chi è in difficoltà. Io ho giocato all'estero e vi assicuro che non è facile per uno straniero inserirsi in una situazione così diversa dalla sua».
Dalla residenza aquilana il patron Michele Martinelli fa sapere che non cambierà nulla, almeno fino a domani sera. «L'idea che mi sono fatto è che nella squadra non ci sono ruoli ben definiti, e non dal punto di vista tecnico. Ho espresso le mie perplessità al tecnico Impaloni e allo staff. Questa serie ravvicinata di partite non consente ulteriori riflessioni e non bisogna cadere nell'errore di fare scelte affrettate».
Intanto da ieri sera la squadra è in ritiro in un albergo di Roseto dove resterà fino a domenica mattina prima della partenza.
Fonte: Basketball Champions League