FABRIANO — «Sono cominciati i play off…». Si ferma qui e non va oltre coach Maurizio Lasi ma le sue primissime parole in sala stampa fanno capire che era scritto da qualche parte come Fabriano avrebbe dovuto pagare a caro prezzo il dazio del neofita, di fronte a uno dei giganti storici della palacanestro nazionale. «Noi siamo alla prima esperienza in queste gare, Pesaro è una formazione costruita per vincere lo scudetto. Non credo si possa parlare di differenza di impegno. La 'forbice' è nella cifra tecnica con una compagine che se andrà avanti nel suo cammino potrebbe fornire parecchi grattacapi anche alle più forti».
Ma Lasi non parla con rassegnazione e, seppur timidamente, prova a rilanciare la sfida sgombrando il campo dai «sospetti» di un gruppo mentalmente già intento a pregustare spiagge ed ombrelloni. «A Fabriano vogliamo rendere dura la vita alla Scavolini e, se possibile, tornare qui martedì per giocarci la 'bella'. Purtroppo abbiamo qualche giocatore che ha tirato la carretta tutto l'anno ed ora non può essere al massimo della condizione, ma spero ugualmente in una buona partita domenica davanti alle telecamere di Raisat».
Eppure «garauno» ha detto che la serie ha già un padrone, non foss'altro perché Fabriano ha subìto il tremendo impatto dei lunghi di casa, non riuscendo a contenere il trio Johnson-Blair-Tusek, capace di realizzarre la bellezza di 63 punti, quasi tutti in area colorata. «Avevo detto che per 'imbavagliare' la Scavoilini, c'era bisogno di una gran difesa per 40 minuti. Alla fine abbiamo opposto una discreta resistenza, ma nei primi due quarti la nostra fase di contenimento ha latitato non poco. Purtroppo avevamo preparato la gara per tenere a bada i loro esterni, invece sono stati i centri a deciderla».
Dunque, una Banca Marche da rivedere, chiamata se non altro ad onorare l'impegno per ricambiare la fiducia del solito «esercito» di sostenitori anche ieri presenti sugli spalti dell'«Astronave». «Non ci aspettavamo di vincere, ma forse si poteva lottare un po' di più», sottolineavano all'uscita a capo chino dal Bpa. Ma, appunto, rialzarsi sarà dura con una squadra giunta alla sua settima sconfitta consecutiva e per giunta di fronte a un rivale pronto a «esplodere» nella fase della stagione che più conta…
Alessandro Di Marco
Ma Lasi non parla con rassegnazione e, seppur timidamente, prova a rilanciare la sfida sgombrando il campo dai «sospetti» di un gruppo mentalmente già intento a pregustare spiagge ed ombrelloni. «A Fabriano vogliamo rendere dura la vita alla Scavolini e, se possibile, tornare qui martedì per giocarci la 'bella'. Purtroppo abbiamo qualche giocatore che ha tirato la carretta tutto l'anno ed ora non può essere al massimo della condizione, ma spero ugualmente in una buona partita domenica davanti alle telecamere di Raisat».
Eppure «garauno» ha detto che la serie ha già un padrone, non foss'altro perché Fabriano ha subìto il tremendo impatto dei lunghi di casa, non riuscendo a contenere il trio Johnson-Blair-Tusek, capace di realizzarre la bellezza di 63 punti, quasi tutti in area colorata. «Avevo detto che per 'imbavagliare' la Scavoilini, c'era bisogno di una gran difesa per 40 minuti. Alla fine abbiamo opposto una discreta resistenza, ma nei primi due quarti la nostra fase di contenimento ha latitato non poco. Purtroppo avevamo preparato la gara per tenere a bada i loro esterni, invece sono stati i centri a deciderla».
Dunque, una Banca Marche da rivedere, chiamata se non altro ad onorare l'impegno per ricambiare la fiducia del solito «esercito» di sostenitori anche ieri presenti sugli spalti dell'«Astronave». «Non ci aspettavamo di vincere, ma forse si poteva lottare un po' di più», sottolineavano all'uscita a capo chino dal Bpa. Ma, appunto, rialzarsi sarà dura con una squadra giunta alla sua settima sconfitta consecutiva e per giunta di fronte a un rivale pronto a «esplodere» nella fase della stagione che più conta…
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino