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Kinder, Smodis non si esalta

Lo sloveno: "Grande difesa, grande Virtus, ma niente cali contro l'Efes"

MADRID _ Il ritorno della Virtus dentro se stessa ha la faccia giovane di Matias Smodis, il tuttofare. Jaric era disposto a dettare i tempi e i modi per stendere il Real. Ma a chi? Il play non trovava nessuno disposto a condividere fino in fondo il suo progetto basato sulla continuità e sulla forza. Messina gli ha cercato a lungo il partner ideale: prima Griffith, poi Andersen e Frosini. Da tutti ha avuto qualcosa, ma non granchè. Fino al terzo quarto quando è entrato Smodis che di una domanda non ne può più. Questa: ma tu sei un tre, un quattro o un cinque? Per il profano: sei un'ala, un secondo lungo o quello che sta in mezzo all'area a smazzolare? La risposta: «Sono tutto», che sott'intende sono un giocatore di basket. Chiarito questo: «Preferisco giocare da quattro». Anche perché il pivot c'è e si chiama Rashard.
Smodis, sloveno, ventidue anni, un figlio di tre che crescerà sapendo bene che cosa sono i videogiochi, la passione di papà. Un giorno saprà anche che papà ha messo la sua firma sotto una delle vittorie più prestigiose (la seconda della sua storia) in casa del Real Madrid. Come e perché, Matias? «Perché la squadra ha ricominciato a dare il suo meglio in difesa, ecco perché». Ragiona con il noi, prima che con l'io: «Non so se è stata la mia miglior partita nella Virtus, ma siamo lì». Uno dopo l'altro, ha spazzato Tabak, Tarlac e Struelens: vabbè che erano acciaccati, ma non ha mica fatto poco. Lui racconta con l'aria di chi lo sa ma non ci crede: «Rispetto all'anno scorso sono entrato meglio nei meccanismi di squadra. Tiro anche un po' meglio da fuori, giocando da quattro ovviamente. E così è venuta fuori questa buona partita. Ci speravo, ma non capita tutte le volte che ci speri».
Quando capita? «Quando la squadra pensa a vincere».
Ha vinto la Kinder e non ha pensato ad altro che alla Final Four di Bologna: né alle suonate prese da Pesaro e da Fabriano né al caso casino Ettore Messina. «Ma non è stato difficile rimuovere tutto. Vai a giocare in casa del Real e non hai nessun bisogno di aggiungere pressioni a quelle che già ci sono naturalmente». Il giovane Smodis ha altra saggezza da dispensare: «Basta non avere un nuovo calo con l'Efes, altrimenti questa vittoria non sarà servita a nulla». La Virtus ha il numero della cassaforte che contiene il primo posto del suo girone e sta cercando anche quello per aprire il campionato: «Due partite decisive, le prossime». Chissà se lo sloveno lo sente il derby: «Non tanto, ma se me lo dimentico basta guardare le facce degli altri. Il derby è dappertutto nei giorni che lo precedono. Poi ci sarà la Benetton a Treviso. Se le vinciamo tutte e due, riparliamo anche di primo posto nella stagione regolare».
Stefano Biondi
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