ROSETO - Appellarsi alla cattiva sorte per provare a giustificare la disgraziata sconfitta che l'Euro Roseto ha patito sul campo della Wurth Roma non serve a nulla. Gli squali di Coach Impaloni hanno condotto per la maggior parte della gara, dando una impressionante prova di solidità. Chi ricorda i playoff dello scorso anno e le desolanti prove di una Cordivari in disarmo contro la Kinder può stare tranquillo, anzi tranquillissimo: il Roseto visto duellare a Roma è tutto fuorché la vittima sacrificale dei capitolini e venderà cara la pelle fino all'ultimo secondo dell'ultima gara che cervello e cuore di Boni e compagni riusciranno a guadagnare. Soffermarsi a radiografare gli ultimi secondi dei tempi regolamentare di gara 1, riflettere su cosa poteva essere e non è stato non solo non cambia il risultato, ma produce un effetto devastante nella testa della squadra. I playoff sono così: belli perché maledetti. Coach Bruno Impaloni sarà già con il pensiero alla gara di rivincita di domenica a Roseto, dove magari proverà a recuperare Joshua Grant, bloccato da noie alla schiena e riavere il miglior Boni, che sull'altare di questi playoff ha sacrificato un po' della tua testa. Roseto ha dimostrato non solo di non avere timori reverenziali nei confronti di una Roma che ha avuto dalla sua un Myers formato gigante, ma ha detto a chiare lettere che può essere lei la candidata ad affrontare, nei quarti di finale, la Skipper di Fucka e compagni. Forte di questa convinzione, che ha avuto l'imprimatur del campo, il gruppo riprende gli allenamenti. Il piano è molto faticoso, ma di una semplicità disarmante: vincere gara 2 a Roseto per poi dare l'attacco finale in gara 3, martedì prossimo, portando ancora avanti la storia biancoblù in questo playoff scudetto, che per la società di Via Salara rappresenta, oltre ad una questione sportiva, anche la miglior pubblicità possibile nei confronti di un movimento che più volte, sempre prematuramente, ne ha cantato la scomparsa. Vincere, dunque. Vincere per tenere accesa la fiamma del basket nel Lido delle Rose.
Luca Maggitti
Luca Maggitti