FABRIANO — «Non solo la città, ma anche l'imprenditoria sarà lì a guardarci. Lasciatemi, quindi, chiedere alla squadra un aiuto, perché quella che potrebbe essere l'ultima partita casalinga della stagione varrà non solo per il risultato. Ma in gioco c'è anche la solidità economica futura della società: non nascondo, quindi, che un eventuale risultato positivo potrebbe essere determinante per garantirci nuove consistenti entrate finanziare». Ci pensa il presidente Claudio Biondi a scaldare la vigilia di «garadue» e a rilanciare un Fabriano Banca Marca tremendamente dimesso nella sua prova d'ingresso nei play-off. Un play-off che potrà concludersi già domani sera (PalaIndesit, ore 20,30, diretta su Raisat) se i biancoblù non troveranno un sussulto d'orgoglio contro una Scavolini peraltro presentatasi all'avvio degli spareggi scudetto con piglio più che autoritario.
«Voglio vincere». Dunque, ecco che la partita di domani assume un valore speciale per accattivarsi ancor di più le simpatie della famiglia Merloni, ultimamente molto avvicinatasi alle vicende della palla a spicchi. «Ma è chiaro — incalza Biondi — che per sensibilizzare e 'invogliare' a sostenerci i più importanti industriali locali e magari anche gli sponsor, bisogna dimostrare sul campo la competitività e la capacità di 'accendere' una tifoseria sempre magnifica. A proposito, a Pesaro ero in mezzo ai tantissimi sostenitori fabrianesi e non è stato certo piacevole ascoltare tutta l'amarezza e il comprensibile disappunto per la scialba prestazione della squadra. Ormai, dopo sette sconfitte consecutive, è tempo di tornare a vincere e ritrovare quella formazione che tante soddisfazioni ci ha regalato fino a poche settimane addietro».
Fattore lunghi. Ma tecnicamente i problemi cui andrà incontro Lasi saranno enormi anche nel confronto casalingo. «Avevamo preparato la gara per contenere gli esterni, invece i pivot si sono rivelati decisivi», chiosava il tecnico dopo una sfida in cui Blair, Tusek e l'inarrestabile Johnson (63 punti, 23/26 complessivo dal campo e 20 rimbalzi in tre nella sfida del Bpa Palas…) hanno preso totale possesso dell'area colorata. E' la legge dei play-off, dove una formazione come quella biancoblù costruita su un'identità fortemente perimetrale deve fermarsi al casello del pedaggio per la fisicità dei confronti scudetto e il valore raddoppiato dell'impatto del gioco interno. In altre parole, la partite che contano ancora oggi si vincono vicino al vetro, vuoi con i penetra-e-scarica dei piccoli, vuoi con i post bassi dei giganti d'ebano. Una lezione da imparare in fretta per cercare le doverose contromisure (magari la zona da provare un po' prima rispetto a quella attuata a Pesaro a giochi fatti) e conferire un minimo di incertezza ad una serie per molti già fortemente segnata.
Stesse scelte? Salvo sorprese dell'ultim'ora, dovrebbero essere confermate le convocazioni di garauno con Mclinton e Semprini fuori dai dieci. Tra oggi e domani il coach si pronuncerà in via definitiva, nella speranza che i principali riferimenti offensivi dimostrino di non essere svuotati fisicamente (leggi, benzina in totale riserva) o mentalmente (testa, cioè, già in vacanza). E' il caso di Monroe, fantastico uomo derby meno di due mesi or sono, ma irriconoscibile a Pesaro, fermandosi alla singola cifra di realizzazione come gli era capitato appena in due occasioni su ben 38 partite durante la fase regolare. Ma anche di Meeks, che più di tutti ha sofferto il gioco da uomini duri dei play-off, finendo con il concedere varchi e inserimenti a centro aerea ad avversari divenuti dominatori degli ultimi tre metri.
Alessandro Di Marco
«Voglio vincere». Dunque, ecco che la partita di domani assume un valore speciale per accattivarsi ancor di più le simpatie della famiglia Merloni, ultimamente molto avvicinatasi alle vicende della palla a spicchi. «Ma è chiaro — incalza Biondi — che per sensibilizzare e 'invogliare' a sostenerci i più importanti industriali locali e magari anche gli sponsor, bisogna dimostrare sul campo la competitività e la capacità di 'accendere' una tifoseria sempre magnifica. A proposito, a Pesaro ero in mezzo ai tantissimi sostenitori fabrianesi e non è stato certo piacevole ascoltare tutta l'amarezza e il comprensibile disappunto per la scialba prestazione della squadra. Ormai, dopo sette sconfitte consecutive, è tempo di tornare a vincere e ritrovare quella formazione che tante soddisfazioni ci ha regalato fino a poche settimane addietro».
Fattore lunghi. Ma tecnicamente i problemi cui andrà incontro Lasi saranno enormi anche nel confronto casalingo. «Avevamo preparato la gara per contenere gli esterni, invece i pivot si sono rivelati decisivi», chiosava il tecnico dopo una sfida in cui Blair, Tusek e l'inarrestabile Johnson (63 punti, 23/26 complessivo dal campo e 20 rimbalzi in tre nella sfida del Bpa Palas…) hanno preso totale possesso dell'area colorata. E' la legge dei play-off, dove una formazione come quella biancoblù costruita su un'identità fortemente perimetrale deve fermarsi al casello del pedaggio per la fisicità dei confronti scudetto e il valore raddoppiato dell'impatto del gioco interno. In altre parole, la partite che contano ancora oggi si vincono vicino al vetro, vuoi con i penetra-e-scarica dei piccoli, vuoi con i post bassi dei giganti d'ebano. Una lezione da imparare in fretta per cercare le doverose contromisure (magari la zona da provare un po' prima rispetto a quella attuata a Pesaro a giochi fatti) e conferire un minimo di incertezza ad una serie per molti già fortemente segnata.
Stesse scelte? Salvo sorprese dell'ultim'ora, dovrebbero essere confermate le convocazioni di garauno con Mclinton e Semprini fuori dai dieci. Tra oggi e domani il coach si pronuncerà in via definitiva, nella speranza che i principali riferimenti offensivi dimostrino di non essere svuotati fisicamente (leggi, benzina in totale riserva) o mentalmente (testa, cioè, già in vacanza). E' il caso di Monroe, fantastico uomo derby meno di due mesi or sono, ma irriconoscibile a Pesaro, fermandosi alla singola cifra di realizzazione come gli era capitato appena in due occasioni su ben 38 partite durante la fase regolare. Ma anche di Meeks, che più di tutti ha sofferto il gioco da uomini duri dei play-off, finendo con il concedere varchi e inserimenti a centro aerea ad avversari divenuti dominatori degli ultimi tre metri.
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino