BONICIOLLI, immaginiamo che la partitaccia contro Pesaro l´abbia pure rivista, vero?
«Sì, come sempre. Pessima, non c´è dubbio».
Il massimo che la squadra potesse dare, ha detto a caldo. Conferma?
«Confermo. Di questi tempi non faccio la squadra io, ma i medici. Contro Pesaro eravamo senza play e pivot titolare, Basile e Kovacic, ma in più dovevamo fare i conti con vari problemi fisici di Meneghin, Pilutti, Milic e Fucka. In queste condizioni scegliere, e ancor più allenare, è davvero difficile, se non impossibile».
Servì vincere «quattro finali» per passare il turno in Europa, servirebbe vincerne tre adesso per sperare di arrivare alle final four di Casalecchio. Messa così la Skipper può farcela?
«No, in queste condizioni non credo proprio. Però spero che la situazione migliori, che qualcuno si riprenda, che Basile e Kovacic tornino ad allenarsi e quindi a disposizione».
Al momento la situazione qual è?
«Che forse a Barcellona Kovacic qualcosa potrà darcelo (ieri la Tac ha escluso l´ernia del disco, ndr), Basile invece ancora non si sa».
Intanto, magari si aspettava qualcosa di più da Goldwire e Meneghin.
«Certo, più di 0 punti in due me li aspettavo, ma so che Meneghin è stato costretto a giocare con un dolore non lieve all´anca e fuori ruolo. Lui può fare il play nell´emergenza, non come regola. E´ un esterno e da tale deve, dovrebbe, giocare».
Il suo maestro Tanjevic non la pensa così: ne avete parlato?
«Anche l´altro giorno. Il fatto che io debba dire grazie a Tanjevic se sono diventato un allenatore, non significa che debba sempre essere d´accordo con lui. Per me Meneghin era e resta un esterno, che anche per problemi di passo non è adatto a fare il play, se non appunto all´occorrenza».
Nessun punto in una gara delicata, i fischi di parte del pubblico, quel calcio al pallone che a momenti stende Magnifico: la serataccia di Meneghin la preoccupa?
«No, la sua voglia di lavorare per il gruppo resta intatta, e io la vedo e la apprezzo anche quando è in difficoltà».
Parliamo del derby?
«Preferirei di no».
Perché?
«Perché non so che squadra potrò giocarmelo. Al momento, di sicuro senza Basile e Kovacic, ma i conti li farò bene alla vigilia. So che per la città la partita ha un peso straordinario, ma per la nostra attuale classifica non è così. Quindi, non forzerò il rientro di nessuno».
Ci dica solo la sua prospettiva.
«Le prospettive qui cambiano in fretta. Dopo aver visto la Kinder a Madrid e noi con Pesaro, sembra ci sia poco da discutere. Ma due giorni prima, dopo la nostra vittoria con Milano e la loro sconfitta a Fabriano, era quasi l´opposto».
Giovanni Egidio
«Sì, come sempre. Pessima, non c´è dubbio».
Il massimo che la squadra potesse dare, ha detto a caldo. Conferma?
«Confermo. Di questi tempi non faccio la squadra io, ma i medici. Contro Pesaro eravamo senza play e pivot titolare, Basile e Kovacic, ma in più dovevamo fare i conti con vari problemi fisici di Meneghin, Pilutti, Milic e Fucka. In queste condizioni scegliere, e ancor più allenare, è davvero difficile, se non impossibile».
Servì vincere «quattro finali» per passare il turno in Europa, servirebbe vincerne tre adesso per sperare di arrivare alle final four di Casalecchio. Messa così la Skipper può farcela?
«No, in queste condizioni non credo proprio. Però spero che la situazione migliori, che qualcuno si riprenda, che Basile e Kovacic tornino ad allenarsi e quindi a disposizione».
Al momento la situazione qual è?
«Che forse a Barcellona Kovacic qualcosa potrà darcelo (ieri la Tac ha escluso l´ernia del disco, ndr), Basile invece ancora non si sa».
Intanto, magari si aspettava qualcosa di più da Goldwire e Meneghin.
«Certo, più di 0 punti in due me li aspettavo, ma so che Meneghin è stato costretto a giocare con un dolore non lieve all´anca e fuori ruolo. Lui può fare il play nell´emergenza, non come regola. E´ un esterno e da tale deve, dovrebbe, giocare».
Il suo maestro Tanjevic non la pensa così: ne avete parlato?
«Anche l´altro giorno. Il fatto che io debba dire grazie a Tanjevic se sono diventato un allenatore, non significa che debba sempre essere d´accordo con lui. Per me Meneghin era e resta un esterno, che anche per problemi di passo non è adatto a fare il play, se non appunto all´occorrenza».
Nessun punto in una gara delicata, i fischi di parte del pubblico, quel calcio al pallone che a momenti stende Magnifico: la serataccia di Meneghin la preoccupa?
«No, la sua voglia di lavorare per il gruppo resta intatta, e io la vedo e la apprezzo anche quando è in difficoltà».
Parliamo del derby?
«Preferirei di no».
Perché?
«Perché non so che squadra potrò giocarmelo. Al momento, di sicuro senza Basile e Kovacic, ma i conti li farò bene alla vigilia. So che per la città la partita ha un peso straordinario, ma per la nostra attuale classifica non è così. Quindi, non forzerò il rientro di nessuno».
Ci dica solo la sua prospettiva.
«Le prospettive qui cambiano in fretta. Dopo aver visto la Kinder a Madrid e noi con Pesaro, sembra ci sia poco da discutere. Ma due giorni prima, dopo la nostra vittoria con Milano e la loro sconfitta a Fabriano, era quasi l´opposto».
Giovanni Egidio
Fonte: La Repubblica