ROMA Giovedì sera Carlton Myers ne ha fatta una delle sue. No, niente annunci clamorosi, tipo il no agli Europei dello scorso anno in Turchia, dopo essere stato scelto come portabandiera a Sydney, lasciando così l'Italia sola al suo destino, amaro tra l'altro. No, Myers ha fatto semplicemente il Myers eccelso campione. Una strepitosa partita con la sua Wurth che ha steso con grande sofferenza l'Euro Roseto in gara-1 degli ottavi dei playoff. Carlton a un certo punto, praticamente dal terzo quarto, ha preso in mano da solo la squadra, ha giocato come gli suggeriva il cuore e soprattutto la sua straordinaria intelligenza tattica. Ha letto la partita e agito di conseguenza. Roma era a un passo dal baratro, senza le invenzioni di Allen e i canestri e la difesa di Righetti. E poi dall'altra parte c'era un caro vecchietto, Mario Boni, che a 39 anni non ha dimenticato come si fa canestro e a Roma ne stava facendo, eccome. Myers era già a 3 falli e una sua uscita prematura avrebbe significato per la Wurth la sconfitta certa, matematica. Non se n'è preoccupato. Canestri impossibili dalla linea dei 6,25, assist, difesa, penetrazioni, palle rubate, rimbalzi. Tutto quello che c'è nel manuale del basket, Myers lo ha messo in pratica e in maniera straordinaria. Non ha più sbagliato una palla. E la perla è arrivata a 3" dalla sirena dei 40', con la Wurth sotto di 3 (82-85). Rimessa, palla a Myers che ha tirato, senza paura. Canestro, tre punti e il supplementare. E qui Myers ha continuato il suo show. Una partita come quella giocata da Carlton riconcilia i tifosi con il grande basket. Carlton sa che per lui vincere lo scudetto quest'anno sarebbe un'impresa titanica. Azzardiamo impossibile? Azzardiamo. Ma lui si è calato nella nuova realtà che lo vuole leader di una squadra che forse un domani lotterà per il titolo. Domani, però, e forse. Ma Myers non aspetta. Lui è già dentro i playoff, dentro il cuore della fase decisiva del campionato. Sarebbe bello poter vedere Myers in campo anche quando la lotta per il titolo si farà dura e spietata. Sarebbe bello, per la Wurth certamente, ma anche per tutto il basket.
Erminio Marcucci
Erminio Marcucci