Più che uno scrimmage una sorta di convegno… Prima che Kinder e Oregon si incrocino sulle tavole dell'Arcoveggio si consuma, nell'impianto bianconero, una piccola rimpatriata tra personaggi che hanno fatto la storia della pallacanestro italiana degli ultimi due decenni. E se Brunamonti ha chiuso, con il basket giocato, da quasi sei anni, Riva e Gay (ottant'anni in due), continuano a mettere la loro esperienza al servizio di Cantù. Antonello – non dimentichiamo che si tratta del miglior realizzatore di tutti i tempi del campionato italiano - con qualche tripla delle sue, Dan con qualche rimbalzo e con il ruolo che occupa all'interno di uno spogliatoio dove la maggioranza dei giocatori risulta di lingua inglese. Kinder e Oregon si incrociano all'Arcoveggio perché sanno che, nei playoff, eventualmente, potrebbero rivedersi solo in finale. Quindi in campo senza tanti segreti l'una per l'altra. Solo il punteggio resta top secret, così come l'accesso al campo (vietato). Sul parquet anche l'uomo mascherato: Frosini prova una mascherina protettiva per evitare ulteriori problemi al suo naso, colpito duro, ma in modo del tutto fortuito, il giorno prima. E con “Fro” mascherato e Smodis pronto per essere operato, le maggiori attenzioni finiscono per ricadere sulle spalle di David Andersen, che in questo finale di stagione potrà contare su un minutaggio più corposo, perché il numero dei lunghi (effettivi) si è ridotto.
“Senza Matjaz – commenta David – dovrà giocare più da numero quattro.
Ma questo non credo che mi creerà particolari problemi, tantopiù che quel ruolo coincide con la mia posizione preferita”.
Messina ha già informato David sul nuovo ruolo e sul maggior spazio.
Andersen è pronto. “Ci saranno maggiori opportunità – commenta – anche se, sinceramente, mi dispiace. Mi dispiace per Matjaz perché era uno dei giocatori più in forma. Il nostro obiettivo, ora, è il campionato, dobbiamo regolarci di conseguenza. Per noi è un momento particolare perché, ripeto, Smodis stava giocando molto bene. L'ha fatto con il Panathinaikos, recentemente, ma l'aveva fatto in tante altre gare. La sconfitta in Eurolega può anche averci fatto male, ma ora quel che conta è guardare al futuro. Io lo faccio per abitudine, mi ripeto, a maggior ragione, in questa occasione, perché il campionato resta alla nostra portata”.
Contro i greci, così come i compagni di reparto (con l'eccezione di Smodis), David ha concluso poco. La sua spiegazione, in merito, non fa una grinza. «Ci hanno anticipato sistematicamente – racconta – soprattutto nella posizione di post-basso. A quel punto sono arrivati meno palloni. Dovevamo invece giocare con maggiore pazienza. Tentare un passaggio in più, ma provarci. Non voglio però addossare la responsabilità agli esterni, perché la colpa è di tutti. Anche di noi lunghi che non abbiamo lavorato come avremmo dovuto per prendere posizione. Come abbiamo fatto Treviso, sfruttando nel migliore dei modi il gioco dentro e fuori dall'area. Dobbiamo allenarci in questa direzione. Per ritrovare il miglior equilibrio possibile in vista di questo finale di stagione».
Alessandro Gallo
“Senza Matjaz – commenta David – dovrà giocare più da numero quattro.
Ma questo non credo che mi creerà particolari problemi, tantopiù che quel ruolo coincide con la mia posizione preferita”.
Messina ha già informato David sul nuovo ruolo e sul maggior spazio.
Andersen è pronto. “Ci saranno maggiori opportunità – commenta – anche se, sinceramente, mi dispiace. Mi dispiace per Matjaz perché era uno dei giocatori più in forma. Il nostro obiettivo, ora, è il campionato, dobbiamo regolarci di conseguenza. Per noi è un momento particolare perché, ripeto, Smodis stava giocando molto bene. L'ha fatto con il Panathinaikos, recentemente, ma l'aveva fatto in tante altre gare. La sconfitta in Eurolega può anche averci fatto male, ma ora quel che conta è guardare al futuro. Io lo faccio per abitudine, mi ripeto, a maggior ragione, in questa occasione, perché il campionato resta alla nostra portata”.
Contro i greci, così come i compagni di reparto (con l'eccezione di Smodis), David ha concluso poco. La sua spiegazione, in merito, non fa una grinza. «Ci hanno anticipato sistematicamente – racconta – soprattutto nella posizione di post-basso. A quel punto sono arrivati meno palloni. Dovevamo invece giocare con maggiore pazienza. Tentare un passaggio in più, ma provarci. Non voglio però addossare la responsabilità agli esterni, perché la colpa è di tutti. Anche di noi lunghi che non abbiamo lavorato come avremmo dovuto per prendere posizione. Come abbiamo fatto Treviso, sfruttando nel migliore dei modi il gioco dentro e fuori dall'area. Dobbiamo allenarci in questa direzione. Per ritrovare il miglior equilibrio possibile in vista di questo finale di stagione».
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino