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Snaidero, sopravvivere o morire

Oggi può essere sfida senza domani per gli arancione negli ottavi dei play-off contro Siena

Ripartire da -30 nel giro di 48 ore, o poco più. Non è facile, ma la Snaidero ci deve provare. Ne va dell’onore di una squadra che, corretta in corsa la rotta disegnata in estate e fatto fronte a due falle impreviste, ha raggiunto sì l’obiettivo della salvezza, ma anche i play - off. Uscirne contro la Monte Paschi Siena, che punta alla finale scudetto per coronare il tris stagionale, non sarebbe un disonore. Dipende da come, caso mai, gli arancione usciranno dalla lotteria tricolore. Si meritano, lo zoccolo duro in testa, l’applauso del Carnera: facciano in modo di strapparglielo anche oggi, pur se alla fine dovesse essere un arrivederci al prossimo campionato. La sfida odierna, infatti, è senza domani per Udine in caso di sconfitta contro Siena.
Il gm Giancarlo Sarti si fa portavoce dell’ambiente mentre coach Fabrizio Frates dirige la seduta di rifinitura, ieri mattina al Carnera: «Approvo gli allenamenti autoresponsabilizzanti fatti fare in questi due giorni dal tecnico. Ho dato l’input e speravo che avvenissero. Una squadra di professionisti seri deve lasciare un bel ricordo o una bella immagine, anche se contro la Monte Paschi dovesse andare male. Professionalità, del resto, ai nostri giocatori non è mai mancata».
A Siena, però, la Snaidero non si è presa alcuna rivincita sull’agognata finale Saporta.
«Le motivazioni erano diverse. Loro erano esaltati dalla squillante e storica vittoria in coppa, la prima per Siena. A noi, dopo un po’, è mancata la convinzione. Abbiamo lasciato andare la partita, ma non deve accadere un’altra volta e non accadrà».
Coach Frates, come avete responsabilizzato la squadra?
«Abbiamo cercato di fare capire, venerdì con una riunione più lunga del solito, che abbiamo lavorato tanto e che dobbiamo avere un approccio diverso rispetto a giovedì sera. Ci sta di perdere contro una squadra di alto livello, ma c’è modo e modo. Non abbiamo più alibi o giustificazioni. A Verona era ammissibile che fossimo svuotati due giorni dopo la vittoria - salvezza contro Reggio Calabria. Ora, basta. Sono passati quindici giorni. Abbiamo avuto tempo di riposare, ricaricarci e lavorare: ora non resta che giocarcela. Sembra recepito il messaggio a tenere un altro atteggiamento. Per rispetto della società e del pubblico, se proprio sarà l’ultima di campionato a Udine dobbiamo finire in bellezza. Voglia di reagire questa squadra l’ha sempre avuta in una stagione lunga, dura e travagliata. Vediamo di lasciare un ricordo soddisfacente».
Atteggiamento a parte, sul piano tecnico come si può ribaltare la situazione contro lo strapotere della Monte Paschi?
«La base è tutta nell’approccio mentale, quello che ci ha consentito di fare le imprese contro Treviso e Cantù perché avevamo l’obiettivo salvezza in testa. Poi, dovremo fare bene tutte le cose che abbiamo fatto male all’andata. Dovremo difendere meglio negli 1 contro 1, sui giochi a due e sulle penetrazioni di Topic. In attacco dovremo distribuire meglio i tiri ed eseguire bene i giochi. Dovremo farli sino in fondo per coinvolgere di più i lunghi, contro una difesa forte in area, e non ritrovarci sempre a tirare da fuori».
Valerio Morelli
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