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Dan Gay fa le carte al campionato

«Fortitudo con l'arma in più»

Viene spesso volentieri da queste parti. E forse è per questo che, in attesa che Cantù gli proponga un altro biennale — potrebbe battere il record di longevità stabilito da Dino Meneghin —, Dan Gay sta pensando di metter su casa qua. Intanto non riesce a resistere al richiamo delle crescentine e delle tigelle che divora a Ponte Rivabella, dal suo amico Ugo. E prova a fare le carte al campionato con il suo modo scanzonato.
Dando risposte forse scontate, forse no.
Dan, chi vince lo scudetto? «Chi giocherà meglio».
Il modo migliore per non sbilanciarsi, vero?
«Forse sì. Ma la realtà è che si tratta del campionato più equilibrato degli ultimi anni. Con tante squadre allo stesso livello e ugualmente attrezzate. Non c'è nessuno, per ora, che abbia dominato».
E della sua ex Fortitudo che impressione s'è fatto?
«La vedo abbastanza bene. Al termine della stagione regolare ha alzato livello per difendere con i denti il primo posto. Alla Fortitudo sono sfuggiti un paio di obiettivi, ma adesso ha la possibilità di arrivare fino in fondo. Giocando sempre in casa».
E Savic con la canotta biancoblù che effetto le fa?
«Un grande effetto. Ma soprattutto lo fa alla squadra. E' uno che dà l'anima, che si butta a terra senza paura di sbucciarsi le ginocchia. Ha lo spirito giusto. Da trasmettere ai compagni».
La Virtus, invece…
«Pensavo, sinceramente, che la Kinder avrebbe portato a casa l'Eurolega. Aveva battuto bene la Benetton, aveva la gara in mano con il Panathinaikos. Invece hanno vinto i greci. Significa che non puoi mai distrarti. Che non puoi mai dare nulla di scontato».
Quarto di finale tra Cantù e Siena, chi passa?
«Non si discute».
Quindi il Montepaschi.
«Non scherziamo. Noi vogliamo arrivare in semifinale. Per battere la Skipper e poi giocarci lo scudetto».
Il 20 luglio lei compirà 41 anni, non si sente vecchio? «Nemmeno un po'. Finché mi diverto tiro dritto. E vorrei aggiungere che in questo momento mi diverto un sacco».
Così metterà in discussione il primato di longevità di Dino Meneghin?
«Davvero? Io faccio la corsa su Sugar. Richardson ha 47 anni ma se non sbaglio gioca ancora».
Amichevole contro la Virtus, ancora una volta contro Griffith.
«Quest'anno ci siamo incrociati di rado».
Pensa sempre di poter mettere in crisi Rashard?
«Nello scrimmage mi lascio asfaltare. Ma in campionato non se ne parla. Si lotta fino alla fine. Senza esclusione di colpi».
Il miracolo di Cantù come lo spiega?
«Siamo un buon gruppo e fisicamente stiamo bene».
Nonostante lei e Riva mettiate insieme, in due, qualcosa come 80 anni.
«L'età non conta».
Ma il suo segreto, anche se spesso Sacripanti la lascia in panchina, qual è?
«Mi diverto, come dicevo prima. Poi tanto lavoro, anche individuale, in palestra. La giusta dose di birra e tanto riposo. Andare a letto presto giova».
Alessandro Gallo
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