ROMA - A quattro passi dall’Adriatico, al Palasalara, davanti a 1600 persone e con molti vuoti sulle gradinate, la Wurth ha eliminato l’Euro Roseto dai playoff. La qualificazione ai quarti è stata più facile del previsto. I romani hanno battuto nettamente gli abruzzesi, più di quanto dica il punteggio (70-82).
Tutti si aspettavano una partita al calor bianco. Lo è stata solo fino a metà gara, chiusa da Roma con 7 punti di vantaggio (36-43). Da quel momento l’incontro ha avuto una sola protagonista, la Virtus, che ha imbrigliato i tiratori avversari, con la difesa a zona, per tutto il terzo quarto. Risultato solo 12 punti rosetani in 10 minuti. La squadra di Caja, invece, ne ha segnati 20 portandosi ad una distanza di sicurezza assoluta (48-63). La parte finale della gara non ha avuto storia. La Wurth, dopo essere arrivata anche a più 18 (60/78), ha gestito il gioco con attenzione, oculatezza e raziocinio, ed anche con una certa tranquillità, impedendo il tentativo di rimonta di Roseto. Roma ha risposto colpo su colpo difendendo e contrattaccando. 12 punti di vantaggio alla fine dei 40’e la pratica è stata chiusa.
I protagonisti della vittoria sono stati la difesa a zona; poi, come al solito, Carlton Myers, applaudito a scena aperta dai tifosi rosetani alla sua uscita dal campo (28 punti); poi Jerome Allen, 15 punti e una regia sempre viva, veloce, produttiva e vincente. L’uomo dei momenti topici è stato Marcaccini, anche oggi decisivo nei momenti di svolta della gara. Ogni qualvolta ha segnato i canestri dei suoi 12 punti, è stato determinante per tenere lontano Roseto nel punteggio e per frustrare qualsiasi iniziativa di rimonta degli uomini di Bruno Impaloni. Ancora una volta tra i difensori romani da preferire Tonolli e l’irlandese Callahan a Handlogten, sia come realizzatore sia come rimbalzista. Benjamin stenta a recuperare dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo più di un mese, ma fortunatamente Callahan ha sempre risposto in maniera egregia alle chiamate dello staff tecnico romano.
A rendere più accessibile la gara per la Wurth sono stati il crollo fisico dell’Euro nella seconda parte dell’incontro; l’inconsistenza in attacco dei 7 americani 7 di Roseto (Swinson e Sims i migliori) e la scarsa vena di Mario Boni, l’unico italiano di un certo peso (solo 10 punti). Numerosi sono stati i segnali del cedimento (anche) psicologico di Roseto: il fallo tecnico fischiato a Boni che ha fruttato 4 punti alla Wurth, e, in precedenza anche l’incapacità ad inquadrare il canestro romano nel terzo quarto, quello della difesa a zona (solo il 22% nei tiri da tre punti).
Eppure Roseto aveva iniziato alla grande conquistando 7 punti di vantaggio su una Wurth che stentava ad ingranare la marcia giusta. Poi però la staffetta Handlogten-Callahan (4 punti), restituisce grinta e decisione alla difesa romana sotto i canestri e rende la difesa più intensa. Nel frattempo ci pensano Myers ed Allen a tenere a galla Roma. Il primo con le decisione e la sicurezza di chi è abituato alle partite determinanti e decisive, il secondo con la regia del gioco, ma anche con le realizzazioni, mancate al Palazzetto. L’equilibrio dura fino a 3’23’ del secondo quarto, quando la Wurth con segnature in sequenza del quintetto base porta a 7 punti il vantaggio a metà gara.
Il resto è già stato raccontato. Il pubblico rosetano, mentre lo speaker dà l’arrivederci al prossimo campionato, applaude la sua squadra e si augura che sia vero. La situazione societaria della squadra abruzzese è difficile. Esiste la probabilità che il basket di A/1 scompaia dai parquets abruzzesi. Ci auguriamo che non sia così. La prossima avversaria della Wurth sarà la Skipper Bologna, capoclassifica della stagione regolare. Appuntamento giovedì alle 20,30 al Paladozza per il primo scontro dei cinque eventuali.
Pasquale Melchiorre
WURTH ROMA: Handlogten 5, Allen 15, Tonolli 10, Righetti 5, Myers 28, Marcaccini 12, Zanelli, Callahan 7, Santolamazza, Masper. Allenatore: Caja
EURO ROSETO: Sims 18, Hicks 12, Gilmore 7, Ruggiero, Colson 3, Grant, Swinson 15, Boni 10, Lockhart 3, Monti 2. Allenatore: Impaloni
Usciti per 5 falli: Allen (7’ del 4°t) e Gilmore (9’ del 4°t)
Tutti si aspettavano una partita al calor bianco. Lo è stata solo fino a metà gara, chiusa da Roma con 7 punti di vantaggio (36-43). Da quel momento l’incontro ha avuto una sola protagonista, la Virtus, che ha imbrigliato i tiratori avversari, con la difesa a zona, per tutto il terzo quarto. Risultato solo 12 punti rosetani in 10 minuti. La squadra di Caja, invece, ne ha segnati 20 portandosi ad una distanza di sicurezza assoluta (48-63). La parte finale della gara non ha avuto storia. La Wurth, dopo essere arrivata anche a più 18 (60/78), ha gestito il gioco con attenzione, oculatezza e raziocinio, ed anche con una certa tranquillità, impedendo il tentativo di rimonta di Roseto. Roma ha risposto colpo su colpo difendendo e contrattaccando. 12 punti di vantaggio alla fine dei 40’e la pratica è stata chiusa.
I protagonisti della vittoria sono stati la difesa a zona; poi, come al solito, Carlton Myers, applaudito a scena aperta dai tifosi rosetani alla sua uscita dal campo (28 punti); poi Jerome Allen, 15 punti e una regia sempre viva, veloce, produttiva e vincente. L’uomo dei momenti topici è stato Marcaccini, anche oggi decisivo nei momenti di svolta della gara. Ogni qualvolta ha segnato i canestri dei suoi 12 punti, è stato determinante per tenere lontano Roseto nel punteggio e per frustrare qualsiasi iniziativa di rimonta degli uomini di Bruno Impaloni. Ancora una volta tra i difensori romani da preferire Tonolli e l’irlandese Callahan a Handlogten, sia come realizzatore sia come rimbalzista. Benjamin stenta a recuperare dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo più di un mese, ma fortunatamente Callahan ha sempre risposto in maniera egregia alle chiamate dello staff tecnico romano.
A rendere più accessibile la gara per la Wurth sono stati il crollo fisico dell’Euro nella seconda parte dell’incontro; l’inconsistenza in attacco dei 7 americani 7 di Roseto (Swinson e Sims i migliori) e la scarsa vena di Mario Boni, l’unico italiano di un certo peso (solo 10 punti). Numerosi sono stati i segnali del cedimento (anche) psicologico di Roseto: il fallo tecnico fischiato a Boni che ha fruttato 4 punti alla Wurth, e, in precedenza anche l’incapacità ad inquadrare il canestro romano nel terzo quarto, quello della difesa a zona (solo il 22% nei tiri da tre punti).
Eppure Roseto aveva iniziato alla grande conquistando 7 punti di vantaggio su una Wurth che stentava ad ingranare la marcia giusta. Poi però la staffetta Handlogten-Callahan (4 punti), restituisce grinta e decisione alla difesa romana sotto i canestri e rende la difesa più intensa. Nel frattempo ci pensano Myers ed Allen a tenere a galla Roma. Il primo con le decisione e la sicurezza di chi è abituato alle partite determinanti e decisive, il secondo con la regia del gioco, ma anche con le realizzazioni, mancate al Palazzetto. L’equilibrio dura fino a 3’23’ del secondo quarto, quando la Wurth con segnature in sequenza del quintetto base porta a 7 punti il vantaggio a metà gara.
Il resto è già stato raccontato. Il pubblico rosetano, mentre lo speaker dà l’arrivederci al prossimo campionato, applaude la sua squadra e si augura che sia vero. La situazione societaria della squadra abruzzese è difficile. Esiste la probabilità che il basket di A/1 scompaia dai parquets abruzzesi. Ci auguriamo che non sia così. La prossima avversaria della Wurth sarà la Skipper Bologna, capoclassifica della stagione regolare. Appuntamento giovedì alle 20,30 al Paladozza per il primo scontro dei cinque eventuali.
Pasquale Melchiorre
WURTH ROMA: Handlogten 5, Allen 15, Tonolli 10, Righetti 5, Myers 28, Marcaccini 12, Zanelli, Callahan 7, Santolamazza, Masper. Allenatore: Caja
EURO ROSETO: Sims 18, Hicks 12, Gilmore 7, Ruggiero, Colson 3, Grant, Swinson 15, Boni 10, Lockhart 3, Monti 2. Allenatore: Impaloni
Usciti per 5 falli: Allen (7’ del 4°t) e Gilmore (9’ del 4°t)