VARESE L’erba Davolio, Conti e Vescovi, quel Fortes di Zanus e il mago di Poz: sono tutti orchi che appaiono nella favola della Coop. Ma non c’è nemmeno il tempo per piangere di paura perché domani sera va in scena Stargate, una partita che può segnare il confine tra un campionato buono ma terrestre in caso di sconfitta, e uno siderale in caso di successo. In 40 minuti Trieste si gioca la salita sull’ottovolante del campionato e la straordinaria serie con i mostri della Benetton.
La scorciatoia per arrivarci è stata però malamente persa ieri. La Metis ha restituito con gli interessi ciò che la Coop le aveva affibbiato in gara-1. Una partita persa nel terzo quarto, caratteristica in cui i biancorossi sono specialisti.
All’intervallo Trieste arriva con quattro lunghezze di vantaggio e ancora tanta fiducia che le deriva soprattutto dall’aver respinto due tentativi di break degli avversari. Ma come succede spesso, la testa è rimasta negli spogliatoi. Vescovi, salutato subito dopo per una standing ovation per aver tagliato il traguardo degli 8000 punti in campionato, dapprima accorcia le distanze con una bomba e poi sigla il sorpasso sul 42-41. La partita a questo punto sfoglia il campionato delle banalità triestine. Un’azione viene interrotta per il limite di 24”. Maric prima perde una palla, poi con una bomba riporta sotto i suoi, quindi commette il quarto fallo. Rientra Pozzecco fino a quel momento particolarmente confusionario e riprende la prestazione stratosferica messa in mostra a Trieste. Conti insacca e trasforma il successivo libero, Poz centra due volte il canestro dalla lunetta, quindi dà un assist al bacio per Vescovi che trasforma. In un amen, 56-46, con un parziale di 9-0 per la Metis, e gara praticamente finita.
La Coop nei minuti finali ha il solito ritorno di fiamma che spesso però ha finito per ustionare proprio lei. Mazique trova uno dei rari momenti di lucidità grazie a un passaggio dietro la schiena di Washington e con questi due uomini sotto canestro affiancati da tre piccoli, Pancotto trova fiato per lanciare la rimonta, grazie a una bomba di Erdmann e a una palla rubata che permette a Washington di concludere il contropiede. 78-75, Trieste a tre soli punti con 1’46” da giocare. Partita riaperta no? Niente affatto. Maric trova tre modi per buttarla via di nuovo: prima tenta un’improbabile bomba da otto metri, quindi sbaglia la penetrazione, infine si fa stoppare. Varese finisce in carrozza e come se non bastasse prende l’abbrivio che la farà partire con un certo vantaggio psicologico nella gara decisiva di domani.
La Coop firma la partita della dabbenaggine: 24 palle perse, di cui ben 6 (una mostruosità per un lungo) di Mazique che da un paio di partite ha la testa nella Nba, una media di tiro negativa con il 38 per cento complessivo e una difesa ben poco graffiante. Domani però si ricomincia da zero, come se la qualificazione fosse racchiusa in una partita casalinga secca da giocare in quella specie di fortino che è il PalaTrieste.
Silvio Maranzana
La scorciatoia per arrivarci è stata però malamente persa ieri. La Metis ha restituito con gli interessi ciò che la Coop le aveva affibbiato in gara-1. Una partita persa nel terzo quarto, caratteristica in cui i biancorossi sono specialisti.
All’intervallo Trieste arriva con quattro lunghezze di vantaggio e ancora tanta fiducia che le deriva soprattutto dall’aver respinto due tentativi di break degli avversari. Ma come succede spesso, la testa è rimasta negli spogliatoi. Vescovi, salutato subito dopo per una standing ovation per aver tagliato il traguardo degli 8000 punti in campionato, dapprima accorcia le distanze con una bomba e poi sigla il sorpasso sul 42-41. La partita a questo punto sfoglia il campionato delle banalità triestine. Un’azione viene interrotta per il limite di 24”. Maric prima perde una palla, poi con una bomba riporta sotto i suoi, quindi commette il quarto fallo. Rientra Pozzecco fino a quel momento particolarmente confusionario e riprende la prestazione stratosferica messa in mostra a Trieste. Conti insacca e trasforma il successivo libero, Poz centra due volte il canestro dalla lunetta, quindi dà un assist al bacio per Vescovi che trasforma. In un amen, 56-46, con un parziale di 9-0 per la Metis, e gara praticamente finita.
La Coop nei minuti finali ha il solito ritorno di fiamma che spesso però ha finito per ustionare proprio lei. Mazique trova uno dei rari momenti di lucidità grazie a un passaggio dietro la schiena di Washington e con questi due uomini sotto canestro affiancati da tre piccoli, Pancotto trova fiato per lanciare la rimonta, grazie a una bomba di Erdmann e a una palla rubata che permette a Washington di concludere il contropiede. 78-75, Trieste a tre soli punti con 1’46” da giocare. Partita riaperta no? Niente affatto. Maric trova tre modi per buttarla via di nuovo: prima tenta un’improbabile bomba da otto metri, quindi sbaglia la penetrazione, infine si fa stoppare. Varese finisce in carrozza e come se non bastasse prende l’abbrivio che la farà partire con un certo vantaggio psicologico nella gara decisiva di domani.
La Coop firma la partita della dabbenaggine: 24 palle perse, di cui ben 6 (una mostruosità per un lungo) di Mazique che da un paio di partite ha la testa nella Nba, una media di tiro negativa con il 38 per cento complessivo e una difesa ben poco graffiante. Domani però si ricomincia da zero, come se la qualificazione fosse racchiusa in una partita casalinga secca da giocare in quella specie di fortino che è il PalaTrieste.
Silvio Maranzana