VARESE - Il presidente della Coop, Roberto Cosolini, lancia un appello accorato: «Martedì sera serve un pubblico da derby per vincere la bella con Varese». Ieri infatti, nonostante l’encomiabile incoraggiamento del gruppo di supporters giunti da Trieste, il pubblico è stato per la Metis il sesto uomo e in situazioni dubbiose l’inconscio degli arbitri si voltava sempre dalla stessa parte.
Il sale sullo spareggio lo mette subito il coach dei varesini, Gregor Beugnot: «Speriamo di tornare da Trieste con qualcosa di concreto, anzi magari non torneremo neanche, ma andremo direttamente a Treviso (dove già giovedì è in programma il primo turno dei quarti, ndr)».
Beugnot è sottilmente polemico anche sulla disamina della partita: «È stata la fotocopia della gara di Trieste, nei primi due quarti la Coop in area ha dominato, poi però stavolta abbiamo avuto a disposizione gli stessi tiri liberi dei nostri avversari. È uguale sarà anche gara-3 con il lieve handicap per noi del viaggio da fare».
«La nostra sconfitta è figlia delle palle perse – si lamenta invece Cesare Pancotto, coach dei triestini –. Ora abbiamo un giorno per riflettere su quei 24 maledetti palloni che abbiamo buttato via, il doppio di quelli che di solito perdiamo in casa».
L’allenatore non ha una risposta per il male cronico del terzo quarto: «Probabilmente non esiste una spiegazione razionale. In difesa ho provato la zona che ha funzionato anche discretamente, quando però andavamo in attacco, irrimediabilmente consegnavamo i palloni a loro».
La fase di gara da prendere a riferimento è logicamente quella dei primi due quarti. «Erano stati promettenti – commenta Pancotto – per le buone rotazioni tattiche, perché eravamo riusciti a non far correre Varese, perché avevamo una forte presenza al rimbalzo. Nel terzo quarto invece, all’improvviso, abbiamo smesso di fare le nostre cose migliori. Eravamo statici, la palla non circolava più, non siamo più riusciti a lanciare il contropiede. Siamo poi usciti alla distanza come ci succede spesso, in un attimo siamo rientrati in partita, alla fine però abbiamo gestito male anche gli ultimi palloni».
s.m.
Il sale sullo spareggio lo mette subito il coach dei varesini, Gregor Beugnot: «Speriamo di tornare da Trieste con qualcosa di concreto, anzi magari non torneremo neanche, ma andremo direttamente a Treviso (dove già giovedì è in programma il primo turno dei quarti, ndr)».
Beugnot è sottilmente polemico anche sulla disamina della partita: «È stata la fotocopia della gara di Trieste, nei primi due quarti la Coop in area ha dominato, poi però stavolta abbiamo avuto a disposizione gli stessi tiri liberi dei nostri avversari. È uguale sarà anche gara-3 con il lieve handicap per noi del viaggio da fare».
«La nostra sconfitta è figlia delle palle perse – si lamenta invece Cesare Pancotto, coach dei triestini –. Ora abbiamo un giorno per riflettere su quei 24 maledetti palloni che abbiamo buttato via, il doppio di quelli che di solito perdiamo in casa».
L’allenatore non ha una risposta per il male cronico del terzo quarto: «Probabilmente non esiste una spiegazione razionale. In difesa ho provato la zona che ha funzionato anche discretamente, quando però andavamo in attacco, irrimediabilmente consegnavamo i palloni a loro».
La fase di gara da prendere a riferimento è logicamente quella dei primi due quarti. «Erano stati promettenti – commenta Pancotto – per le buone rotazioni tattiche, perché eravamo riusciti a non far correre Varese, perché avevamo una forte presenza al rimbalzo. Nel terzo quarto invece, all’improvviso, abbiamo smesso di fare le nostre cose migliori. Eravamo statici, la palla non circolava più, non siamo più riusciti a lanciare il contropiede. Siamo poi usciti alla distanza come ci succede spesso, in un attimo siamo rientrati in partita, alla fine però abbiamo gestito male anche gli ultimi palloni».
s.m.