ROSETO— E’la sera dei saluti. Molti addii, qualche arrivederci, e una lunga fila di "grazie" sussurrati con la voce rotta dall’emozione. Carlton Myers distrugge a colpi di mortaio un’ Euro senza più benzina, e insieme al cammino nei play off, si chiude una pagina importante del basket rosetano. E se si commuove perfino una vecchia pellaccia come Michele Martinelli, vuol dire che è proprio un momento da ricordare. Saluta il patron, si accomiata gran parte della squadra, in forse anche il destino del capitano Mario Boni. Ma soprattutto non si sa se tornerà la pallacanestro. Napoli preme per acquistare i diritti e a Roseto nulla di concreto si è ancora mosso, anche se per stasera si attendono notizie iportanti da Palazzo di Città dove è convocata l’ennesima riunione. Potrebbe venirne fuori la svolta tanto attesa. Oltre al sindaco Di Bonaventura e a Martinelli, saranno presenti alcuni imprenditori interessati a rilevare la società. Su uno in particolare (il costruttore Amadio) sembrano puntarsi in questo momento le speranze di una città intera.
«In questo momento - dice Martinelli - voglio ricordare 5 anni di ricordi straordinari, di imprese che tutti insieme abbiamo costruito. Abbiamo vinto molto in campionati minori, ma i due playoff consecutivi conquistati in A1 sono davvero un piccolo miracolo. Peccato per la gara di stasera. I giocatori non hanno trovato dentro le risorse per credere nell’impresa. Forse sapendo che l’impresa l’avevano già compiuta. Solo Roseto poteva battere Roseto, e stavolta purtroppo è andata proprio così. Ma i nostri atleti sono stati bravi, anche se hanno lavorato in un ambiente un po’ ostile. In molti, anche all’interno della squadra, hanno sempre mostrato perplessità, molti hanno detto che non è così che si fa la pallacanestro. Li hanno definiti spesso mercenari, invece hanno dimostrato di essere professionisti fino in fondo. Il futuro? Fino ad ora i rosetani hanno assistito allo spettacolo del basket, adesso le posizioni si invertono. Tocca a me stare a guardare ed i rosetani devono giocare la loro partita. Io mi auguro che la vincano. Farò di tutto, anche l’impossibile, per lasciare il titolo sportivo a Roseto. Ma se non lo vorrà proprio nessuno, non potrò farci niente...»
E’ quasi certamente un addio anche quello di Bruno Impaloni. Apprezzato ma non amato, malgrado una stagione condotta con ottimi risultati: «Più che commentare la gara di stasera - dice - voglio ringraziare la società che mi ha dato l’opportunità di cimentarmi su palcosenici importanti. Ci tenevo a dare un’ultima soddisfazione al pubblico rosetano, ma evidentemente avevamo speso moltissimo nella gara persa giovedì sera. Ringrazio i giocatori: non dimenticherò mai gli attestati di stima che mi hanno riservato a fine partita, negli spogliatoi». Poi anche lui fila via con gli occhi lucidi.
Ma non è finita. Ammesso che ci sia ancora la A1, ci sarà anche Mario Boni l’anno prossimo? Lui, come al solito, è ottimista: «Mi piacerebbe restare e sono convinto che il grande basket non possa sparire da Roseto. Per il momento ho ricevuto solo un paio di offerte dalla Grecia (l’Aris Salonicco ed il Larissa) ma mi piacerebbe concludere la carriera qui. Anche quest’anno, pur tra mille difficoltà, abbiamo ottenuto un risultato importante. Peccato per la sconfitta di stasera. Io ho giocato molto male, e questo ha condizionato negativamente la squadra. E’ venuta fuori una di quelle partite nelle quali non ti riesce niente. Ma credo che la gente possa essere comunque soddisfatta. Ci siamo salvati con largo anticipo, siamo arrivati ancora nei play off. Merito a tutti i compagni, e un grandissimo elogio a Bruno Impaloni che ci ha guidato con saggezza in momenti difficilissimi».
Un altro possibile partente, è Valerio Bianchini. E se davvero questa è stata la sua ultima apparizione rosetana, bisogna dire che la onora con un’analisi di rara lucidità: «Questa sera sono venuti fuori i limiti di una squadra generosa, che è arriva fino ad un certo punto ma oltre non riesce ad andare. La Wurth aveva armi in più che noi non abbiamo nel nostro bagaglio. E’ un peccato aver sprecato in gara - uno l’occasione di andare in vantaggio, ma il risultato che l’Euro ha ottenuto in questo campionato rispecchia perfettamente il valore della squadra. Stasera poi Myers ha difeso benissimo su Boni, Gilmore ha sofferto e, davanti alle difficoltà dei giocatori più condizionanti, invece di giocare di squadra, abbiamo cercato soluzioni individuali. Se poi aggiungete che la difesa non è mai stata il nostro forte...». Ora, chiusi i battenti al Palazzo dello Sport, Roseto la sua grande sfida dovrà vincerla a Palazzo di Città.
Pierpaolo Marchetti
«In questo momento - dice Martinelli - voglio ricordare 5 anni di ricordi straordinari, di imprese che tutti insieme abbiamo costruito. Abbiamo vinto molto in campionati minori, ma i due playoff consecutivi conquistati in A1 sono davvero un piccolo miracolo. Peccato per la gara di stasera. I giocatori non hanno trovato dentro le risorse per credere nell’impresa. Forse sapendo che l’impresa l’avevano già compiuta. Solo Roseto poteva battere Roseto, e stavolta purtroppo è andata proprio così. Ma i nostri atleti sono stati bravi, anche se hanno lavorato in un ambiente un po’ ostile. In molti, anche all’interno della squadra, hanno sempre mostrato perplessità, molti hanno detto che non è così che si fa la pallacanestro. Li hanno definiti spesso mercenari, invece hanno dimostrato di essere professionisti fino in fondo. Il futuro? Fino ad ora i rosetani hanno assistito allo spettacolo del basket, adesso le posizioni si invertono. Tocca a me stare a guardare ed i rosetani devono giocare la loro partita. Io mi auguro che la vincano. Farò di tutto, anche l’impossibile, per lasciare il titolo sportivo a Roseto. Ma se non lo vorrà proprio nessuno, non potrò farci niente...»
E’ quasi certamente un addio anche quello di Bruno Impaloni. Apprezzato ma non amato, malgrado una stagione condotta con ottimi risultati: «Più che commentare la gara di stasera - dice - voglio ringraziare la società che mi ha dato l’opportunità di cimentarmi su palcosenici importanti. Ci tenevo a dare un’ultima soddisfazione al pubblico rosetano, ma evidentemente avevamo speso moltissimo nella gara persa giovedì sera. Ringrazio i giocatori: non dimenticherò mai gli attestati di stima che mi hanno riservato a fine partita, negli spogliatoi». Poi anche lui fila via con gli occhi lucidi.
Ma non è finita. Ammesso che ci sia ancora la A1, ci sarà anche Mario Boni l’anno prossimo? Lui, come al solito, è ottimista: «Mi piacerebbe restare e sono convinto che il grande basket non possa sparire da Roseto. Per il momento ho ricevuto solo un paio di offerte dalla Grecia (l’Aris Salonicco ed il Larissa) ma mi piacerebbe concludere la carriera qui. Anche quest’anno, pur tra mille difficoltà, abbiamo ottenuto un risultato importante. Peccato per la sconfitta di stasera. Io ho giocato molto male, e questo ha condizionato negativamente la squadra. E’ venuta fuori una di quelle partite nelle quali non ti riesce niente. Ma credo che la gente possa essere comunque soddisfatta. Ci siamo salvati con largo anticipo, siamo arrivati ancora nei play off. Merito a tutti i compagni, e un grandissimo elogio a Bruno Impaloni che ci ha guidato con saggezza in momenti difficilissimi».
Un altro possibile partente, è Valerio Bianchini. E se davvero questa è stata la sua ultima apparizione rosetana, bisogna dire che la onora con un’analisi di rara lucidità: «Questa sera sono venuti fuori i limiti di una squadra generosa, che è arriva fino ad un certo punto ma oltre non riesce ad andare. La Wurth aveva armi in più che noi non abbiamo nel nostro bagaglio. E’ un peccato aver sprecato in gara - uno l’occasione di andare in vantaggio, ma il risultato che l’Euro ha ottenuto in questo campionato rispecchia perfettamente il valore della squadra. Stasera poi Myers ha difeso benissimo su Boni, Gilmore ha sofferto e, davanti alle difficoltà dei giocatori più condizionanti, invece di giocare di squadra, abbiamo cercato soluzioni individuali. Se poi aggiungete che la difesa non è mai stata il nostro forte...». Ora, chiusi i battenti al Palazzo dello Sport, Roseto la sua grande sfida dovrà vincerla a Palazzo di Città.
Pierpaolo Marchetti