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Tiro Libero di Tonino Zorzi

La pronta virata di patron Edy ha evitato a Udine una brutta rotta

Manca solo Verona affinché il Veneto, o il Nordest, possa essere rappresentato al gran completo, nella post-season, cioè i play-off. Non che le altre performance, vedi salvezza, siano meno importanti, ma i play-off sono la possibilità, per società, giocatori e tecnici, di poter giocare senza la pressione della quotidianità, del vivi o muori, leggi retrocessione. Ma anche perché, in queste partite, essendo una vetrina, tutti tendono, almeno cercano, di dare il massimo, quel di più che così piace a tifosi ed ai "media".
Su Treviso non c'erano dubbi, ora incomincerà il più difficile, anche se, toccando ferro, gli infortuni, le mancanze varie ed eventuali, sono sempre dietro l'angolo, così come per Trieste, società seria che ha programmato, già dall'estate, una linea completa, senza fronzoli, ma con l'obiettivo pienamente centrato.
Chi invece, nonostante le grandi aspettative estive, sembrava essere andata fuori rotta era la squadra udinese, ma una brusca virata data da Edy Snaidero, timoniere con Sarti e Frates alle vele, ha fatto sì che l'imbarcazione tagliasse il traguardo prestigioso, all'ultima onda ma con merito.
Ci vuole coraggio a spingere per cambiare quando si sono fatti sacrifici, non solo economici, ma anche di immagine ed aspettative, che i tifosi friulani, sempre bravissimi, erano sicuri di assaporare come non mai. Ma il basket ha confermato che, talvolta o quasi mai, i cicli tecnici ed i risultati già conseguiti poche volte tornano, si ripetono. Troppo facile è cambiare quando uno va in Usa e l'altro in Grecia, uno accentua il suo esser giocatore-squadra, l'altro diventa il Baggio o il Maradona (di cui è veramente un tifoso scatenato) accentuando la sua varietà di soluzioni, pensando - come posso anche capire - che sempre si tratti di un gioco, ma a livello professionistico però non lo è più.
Come anche il più disattento dei miei lettori capirà, sto parlando di Gentile ed Esposito, due giocatori che amo, essendo nati, come me, sui campetti ed esplosi, al massimo del loro potenziale, sui parquet levigati ed illuminati dei più bei palazzetti di questo nostro mondo, talvolta troppo abbagliati, ma che sono rimasti egualmente i ragazzi di prima. Per questo non credo che abbiano detto quelle parole crude e quelle impressioni riportate su Udine, una città a dimensione d'uomo, dove si vive benissimo, come mi conferma Bryant Scott, mio grandissimo ex centro a Reggio Calabria, addolorato per non aver potuto dare alla squadra, causa la rottura di un dito, l'apporto che sperava.
Poi se si vince troppo poco, tante cose vengono fuori, l'amarezza è dura a sparire e solo il "management" e le vittorie possono aiutare. Allora il capo Edy, supportato dal fido vicepresidente Zakely, compie l'operazione chirurgica e cambia squadra, innestando due nuovi yankee che l'ottimo Sarti, così come aveva fatto in passato per Charlie Smith, gli scova nel crogiuolo americano.
E d'incanto, come direbbe Flavio Tranquillo dagli schermi di Tele+, ricrea quella «relazione simbiotica fra tutti e cinque i giocatori», e quindi arrivando ai play-off!
Fonte: Il Gazzettino
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