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La rabbia di Biondi

Il presidente dopo il clamoroso ko nel derby: «Fabriano, vergogna»

FABRIANO - La serata della vergogna è alle spalle, ma la rabbia non accenna a diminuire in casa Fabriano Basket per la surreale sconfitta a domicilio rimediata domenica sera dalla Banca Marche contro la Scavolini. Un 66-121 (sì, avete letto bene) che rimarrà stampato pure sugli almanacchi del basket italiano come il passivo in assoluto più pesante (-55) fatto registrare in una gara di play-off scudetto. Al 29' lo svantaggio era addirittura di -58 (31-89). Incredibile. Un'onta difficile da lavare. La dirigenza non ha voluto far passare troppo tempo per manifestare il suo enorme disappunto nei confronti della squadra, così ieri mattina il presidente Claudio Biondi ha convocato la stampa presso la sede della sua azienda. Presenti anche alcuni membri del Consiglio di Amministrazione (Mattia Dovidio, Leandro Santini, Giuseppe Alberti e Paolo Castellani). Un Biondi nero in volto, come non avevamo mai visto in questi due anni di presidenza, gli occhi di fuoco di chi ha fatto fatica a chiudere occhio Durante la notte.
"Mi sono vergognato di essere presidente del Fabriano Basket", attacca a spron battuto, "in diretta tv e nella serata in cui è stato intitolato il palasport a Guerrieri, padre del basket fabrianese. Un affronto verso i tifosi, la società, gli sponsor. I giocatori sono andati letteralmente in ferie. Come società non meritavamo proprio un trattamento del genere da parte loro, un'indecenza, perché abbiamo pagato sempre puntualmente tutti gli stipendi, premi compresi. Io con questi personaggi, fatte rarissime accezioni, non voglio avere più niente a che fare. Niente. Almeno finché sarò presidente io. Via tutti. Restituiremo ai tifosi i soldi del biglietto, basta passare in sede con il tagliando. Mi sembra il minimo nei loro confronti".
Biondi si rivolta sulla poltrona come morso da una tarantola. Il CdA è al suo fianco e dovrebbe riunirsi al completo venerdì 17 per analizzare attentamente la situazione.
"Questi giocatori non sono degni di Fabriano", rincara la dose il vicepresidente Dovidio, "rimarranno ad allenarsi finché il loro contratto lo prevederà, nessuna vacanza prima del tempo".
"Non avevo mai visto professionisti arrivare a tale bassezza", aggiunge Alberti, "forse sono stati trattati troppo bene".
Ora, però, bisogna chiedersi quali siano state le cause delle otto sconfitte di fila, dal 2 aprile in poi, culminate con il disastro di domenica, dopo un campionato ben disputato. Una metamorfosi inspiegabile. La risposta non saprebbe darla neanche il miglior detective, perché la matassa è imbrogliata e coinvolge non solo i giocatori, ma anche l'allenatore, la società, i rapporti reciproci tra le tre parti e all'interno di esse. Se, giustamente, come responsabile ultima è stata individuata la squadra, alcuni problemi risiedono comunque anche a monte, benché di ardua interpretazione, e riguardano gli altri soggetti. Ciò che è certo, Fabriano ne esce con un danno all'immagine senza precedenti. Peccato, perché fino a quaranta giorni fa parlavamo di una delle rivelazioni del campionato, capace di ottenere la permanenza in A1 con sette giornate d'anticipo e pure i play-off. Il CdA promette di impegnarsi fin d'ora per il futuro: "Fabriano sarà più forte e competitivo di quest'anno". Probabilmente verrà fatta piazza pulita, o giù di lì, all'interno della squadra. Il che coinvolgerà anche Lasi.
Ferruccio Cocco
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