FABRIANO — Nonostante tutto, c'è il mercato che chiama con le sue sirene tentatrici già ammalianti verso più di un giocatore biancazzurro nell'indecente coda stagionale. Per Thompson (a quanto pare seguito con un occhio di riguardo dalla stessa Scavolini, oltre che dalla Skipper) e Monroe non mancano le offerte italiane e non.
Resta, dunque, il punto interrogativo sulla loro eventuale permanenza, così come su quella di un Michael Meeks autore di un'eccellente stagione, ma tra i più deludenti in assoluto nell'inguardabile mini-serie di play-off con la Scavolini. Più difficile, invece, avventurarsi in previsioni per i «confermabili» tra gli italiani, specie dopo il «misfatto» di domenica sera che ha messo a rischio la fiducia verso gran parte del gruppo.
Ma è chiaro che prima di addentrarsi nella questione riferita ai singoli, altre saranno le priorità. Su tutti la stabilità economica della società, non più così certa ora che la «spaccatura» tra la dirigenza (corrente Biondi da una parte, quella di Ninno da un'altra) è divenuta evidente e che le prospettive di ingaggio di nuovi sponsor si fanno più complicate. Ammesso e non concesso che qualche «epurazione» arriverà anche nelle stanze che contano e che si riesca a coinvolgere imprenditori locali (vedi la famiglia Merloni) o abbinamenti «forestieri», il dilemma starà tutto nell'impostazione tecnica. Si andrà avanti, cioè, con una soluzione interna (Perulli giemme, Ninno direttore d'orchestra dietro le quinte), oppure si proverà ad assegnare carta bianca — ma stavolta sul serio — con un manager esterno alla Carasso? Questa pare la pista più percorribile, che dovrebbe portare prima alla scelta del direttore sportivo plenipotenziario a cui spetterebbe il compito di individuare la guida tecnica. E' praticamente certo che Maurizio Lasi abbia chiuso l'altra sera il suo capitolo biancazzurro, scrivendo, al di là di tutto, pagine indimenticabili come la promozione in A1 e il raggiungimento dei play-off scudetto sempre da debuttante. Clamorosa e quindi pressochè impossibile, sarebbe una sua conferma, a questo punto ottenibile soltanto con un colpo di teatro legato all'allontamento di chi lo ha «pugnalato» in società e di chi in campo, da Udine in poi, non lo ha più seguito.
Resta, dunque, il punto interrogativo sulla loro eventuale permanenza, così come su quella di un Michael Meeks autore di un'eccellente stagione, ma tra i più deludenti in assoluto nell'inguardabile mini-serie di play-off con la Scavolini. Più difficile, invece, avventurarsi in previsioni per i «confermabili» tra gli italiani, specie dopo il «misfatto» di domenica sera che ha messo a rischio la fiducia verso gran parte del gruppo.
Ma è chiaro che prima di addentrarsi nella questione riferita ai singoli, altre saranno le priorità. Su tutti la stabilità economica della società, non più così certa ora che la «spaccatura» tra la dirigenza (corrente Biondi da una parte, quella di Ninno da un'altra) è divenuta evidente e che le prospettive di ingaggio di nuovi sponsor si fanno più complicate. Ammesso e non concesso che qualche «epurazione» arriverà anche nelle stanze che contano e che si riesca a coinvolgere imprenditori locali (vedi la famiglia Merloni) o abbinamenti «forestieri», il dilemma starà tutto nell'impostazione tecnica. Si andrà avanti, cioè, con una soluzione interna (Perulli giemme, Ninno direttore d'orchestra dietro le quinte), oppure si proverà ad assegnare carta bianca — ma stavolta sul serio — con un manager esterno alla Carasso? Questa pare la pista più percorribile, che dovrebbe portare prima alla scelta del direttore sportivo plenipotenziario a cui spetterebbe il compito di individuare la guida tecnica. E' praticamente certo che Maurizio Lasi abbia chiuso l'altra sera il suo capitolo biancazzurro, scrivendo, al di là di tutto, pagine indimenticabili come la promozione in A1 e il raggiungimento dei play-off scudetto sempre da debuttante. Clamorosa e quindi pressochè impossibile, sarebbe una sua conferma, a questo punto ottenibile soltanto con un colpo di teatro legato all'allontamento di chi lo ha «pugnalato» in società e di chi in campo, da Udine in poi, non lo ha più seguito.
Fonte: Il Resto del Carlino